ProVita loda l'Ungheria neonazista: «Ha bloccato il piano anti discriminazione omofobica e respinge i migranti»


«Quelli che hanno una certa età possono ricordare come l’Ungheria sia stato il primo paese del blocco sovietico a dare segni di insofferenza nei confronti del regime socialista, insofferenza che sfociò nella rivolta aperta del 1956. L’eroico popolo ungherese attuò una resistenza disperata, inutili furono le richieste di aiuto lanciate dalla radio libera al mondo occidentale, l’aiuto infatti non giunse e la rivolta fu repressa nel sangue dai carri armati sovietici». Ad affermarlo è l'associazione ProVita che, come sua prassi ormai consolidata, si appiglia a qualunque cosa pur di cercare di creare odio sociale contro gay e immigrati. Chiunque non sia bianco, cristiano ed eterosessuale pare non avere diritto di alla vita nella loro visione ideologica basata sull'imposizione violenta di distinguo fascisti. Ed è così che nel loro delirio aggiungono che: «Ancora una volta l'Ungheria, per prima, ha detto no all'invasione programmata di profughi musulmani nell'area Shengen, sempre l'Ungheria ha bloccato, questa settimana, con il suo veto, il tentativo dell'Unione Europea di far avanzare il piano anti discriminazione omofobica e transfobica, compresa l’istituzione di un registro degli eventuali trasgressori. Nello stesso giorno l’Ungheria ha anche bloccato, sempre con il suo veto, l'accordo con la Turchia sulla crisi dei migranti, riuscendo in questo modo a temperare l'arroganza di Ankara».
Ma non solo, l'associazione di Branbdi plaude anche a come l'Ungheria «ha anche votato contro la ridicola partecipazione della barca della Commissione Europea al gay-pride di Amsterdam» e lamenta: «Possibile che nessun altro Paese abbia condiviso questa posizione su un fatto indecoroso e svilente per le Istituzioni che dovrebbero rappresentare i popoli di tutta la UE?».

L'articolo passa poi a legittimare la violenza omofobica:

Secondo il parere di Catherine Bearder, una parlamentare liberal democratica del regno Unito: “In alcuni paesi europei le persone LGBTI devono ancora affrontare una persecuzione quotidiana… è una disgrazia che governi come quello di Victor Orban blocchino il progresso in quest’area”. Non si sa esattamente cosa intenda la parlamentare inglese con il termine persecuzione che francamente si fa fatica a scorgere in Europa, a meno che per lei persecuzione non si intenda il sano principio di realtà che nega la possibilità per due maschi e due femmine di sposarsi e avere dei figli.

Il tutto per concludere con il sostenere che un atteggiamento fascista che respinga i migranti e discrimini i gay sia necessario per impedire che i mussulmani uccidano gli omosessuali. Insomma, è la teoria secondo cui il criminale peggiore è da lodare:

Ad ogni buon conto qualcuno dovrebbe ricordare alla gentile Catherine Bearder che tra non molto, se continuerà l’occupazione programmata e se l’Unione Europea non riprenderà il ben dell’intelletto, a rimettere ordine in questa squinternata area geografica, in cui dominano le passioni e la ragione latita, arriveranno i musulmani e lo faranno a modo loro, ovviamente. E allora, davvero, non vorremmo essere nei panni degli attivisti LGBTQIA…
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