ProVita torna a sostenere che i gay siano più violenti degli etero


Non passa giorno senza che l'associazione ProVita non pubblichi un qualche articolo volto ad incrementare l'odio verso la comunità lgbt. Giorno dopo giorno, con un'insussistenza tale che ha tutta l'aria di una persecuzione.
Non paga di aver già sostenuto che i gay sono dei potenziali assassini, ora se ne esce con il sostenere che siano più violenti degli eterosessuali. Il gioco a cui ricorre è la solita decontestualizzazione, in cui dei dati vengono spogliati dal loro contesto per potergli attribuire il significato che più si desidera. Ed è così che esordiscono con lo scrivere:

Premesso che la violenza domestica c’è ed è un fenomeno reale, comunque grave e deprecabile sempre,questo è uno di quei campi in cui i detrattori della famiglia, promotori di “nuove famiglie”, adozioni gay e altre amenità varie, amano sparare i soliti dati per cui risulta un numero di donne picchiate maggiore delle donne esistenti, nel luogo considerato. Quando invece i fatti testimoniano tutt’altro. Invece raramente si denuncia, ma neanche si parla, della violenza che avviene all’interno delle coppie omosessuali.

Sostengono poi che «È la stessa Arcilesbica che ha rilevato, all’interno del 50% delle coppie omosessuali donne, violenza e sopraffazione. E dichiara che le violenze subite dal partner dello stesso sesso sono denunciate molto di meno di quelle subite dalle donne da parte del marito o fidanzato». Ed ancora, sostengono che la Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago abbia dichiarato che: «una percentuale che arriva ai tre quarti delle persone LGBT è vittima di violenze domestiche. Un trend di portata ben superiore a quello descritto dal dipartimento di Giustizia Usa, in uno studio congiunto con il Center for Deasease Control, che osservando tutta la società nel suo complesso, rileva che la media delle donne che subisce violenza è del 22% e la media degli uomini è del 7%».

Interessante è notare come l'associazione eviti di mostrar le fonti di quei dati, spesso preferendo citare sé stessa a riprova di ciò che sostiene. Riguardo ai stati statunitensi, linkano è un articolo publicato da La Stampa da cui hanno omesso di estrapolare la parte in cui si sostiene che quei dati dimostrino solo che «la teoria è che i fattori di stress supplementari possono portare a maggiore tensione, la quale conduce a sua volta ad un aumento della violenza o degli abusi».
Se poi si risale ai giornali dell'epoca (la notizia è del 2014 ma evidentemente è stata rispolverata per far leva sull'omicidio di Luca Varani), si scopre che il dato della ricerca si riferisce a danni fisico, sessuali e psicologici causato da partner di relazione attuali o passate, mentre le percentuali riferite alle violenze eterosessuali è quello diffuso dal Dipartimento di Giustizia americano: si tratta dunque di due fonti diverse calcolate in modo diverso, motivo per cui un paragone così forzato è inconsistente. Inoltre i ricercatori notano anche come la violenza aumenti in quelle comunità dove non è possibile essere apertamente gay, motivo per cui la propaganda di ProVita diverrebbe automaticamente una delle cause di quella violenza.

Ma forse è la vera domanda è un'altra: quando della gente cerca di usare la violenza domestica per creare nuova violenza contro quelle vittime, non si fa almeno un po' schifo? Possibile che si debba vivere in un Paese dove l'offesa e la diffamazione a mezzo stampa sia quotidiana e riconducibile sempre ai soliti soggetti (ossia gente che non ha scopi nella vita se non il cercare di danneggiare la vita altrui diffondendo il pregiudizio con mezzi che non appaiono sempre così leciti)?
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