Sul Comune di Treviso sventola l'ombra della nera bandiera dell'Isis cattolico


Nel regime italiano la democrazia non è che uno specchietto per le allodole. Si spendono soldi per fare elezioni, referendum e pure per alimentare il giro di tangenti che spesso si cela dietro al mondo della politica... eppure tutto ciò non è che una bolla di sapone. Il vero potere è in mani alla curia. I vescovi decidono quale debba essere la politica dell'Italia e sanciscono chi abbia il diritto di vivere e chi ne debba essere privato.
Ed è così che la Curia di Treviso ha deciso di abbandonare il cristianesimo per abbracciare la nuova religione neo-pagana che vede in Gandolifini, Brandi ed Amato i nuovi messia. È una religione in cui l'amore di Dio è stato messo da parte per essere sostituito da un uso politico e strumentale dei santi della Madonna. La Vegine Maria è parte delle campagne elettorali di Adinolfi mentre Gandolfini cita Dio nel lo spiegare perché la diversità debba essere vista come una minaccia da estirpare: chi non è come lui non deve poter vivere dato che lui solo è la perfezione di Dio. Anzi, meglio di Dio dato che il Dio cristiano ha commesso il gravissimo errore di creare l'omosessualità (un errore imperdonabile a cui lui, nella sua infinita saggezza, sta cercando di rimediare nel creare un mondo in cui il sesso serve solo a fare decine di figli e in cui i gay non hanno diritto di vivere).
Questo mondo di odio piace alla Curia, motivo per cui sono bastati pochissimi giorni perché il Comunque patrocinasse il comizio politico anti-gay di Gandolfini organizzato in concomitanza con la festa del papà eterosessuale (si sa che quelli omosessuali non hanno diritto a feste dato che Gandolfini non vuole possano esistere). Ma alla curia non piacciono i gay, motivo per cui il comune è bloccato da mesi nel tentativo di trovare una scusa per non patrocinarlo.
La lista Per Treviso è contraria, così come anche Sinistra Civica. Treviso Civica preferisce non esprimersi, mentre Pd, Impegno Civile e Sel sono favorevoli. Ma a contare più dei partiti è l'editoriale pubblicato da "Vita del Popolo" (organo della Diocesi) che lamenta come il Comune sia troppo poco attivo nella difesa della famiglia. Ed, ovviamente, nelle lingua della religione di Girandolini la "difesa" della famiglia non significa difendere realmente le famiglie, ma creare dei distinguo che neghino pari dignità alle famiglie che a lui non piacciono. Né più né meno di quando i nazisti "difendevano" la famiglia ariana bruciando i gay e gli ebrei nei forni.
Per la politica, tutto ciò si tramuta in un enorme dilemma: rispettare la Costituzione o assecondare la campagna d'odio della Curia? In uno stato governato dal vaticano il rischio è che un abito talare valga più della vita dei cittadini. Anche perché ormai il danno è già fatto: cinque minuti sono bastati a decidere di propagandare l'ideologia di Gandolfini mentre è da mesi che si discute se i gay debbano essere appoggiati o meno in una manifestazione che li vedrà rivendicare il loro diritto ad esistere. Se si dibatte, significa che è accettabile l'idea per cui alcune persone non debbano poter esistere perché non gradite a Gandolfini ed è questo il messaggio che si farà passare.
Immaginiamo come possa sentirsi un adolescente gay che vive a Treviso: ogni giorno è vittima di bullismo a cuola e le sue speranze che la situazione possa cambiare sono poche dato che a Gandolfini non fa piacere che il bullismo omofobico sia contrastato. Se vuole scendere in strada a gridare che lui esiste e che vuole pari dignità, il Comune gli dirà che quella rivendicazione vale meno della propaganda in cui Gandolfini vien invitato a dire che i gay non devono assolutamente avere ciò che a lui è garantito per diritto di nascita. E allora che si deve fare? Bisogna vivere in un paese in cui l'unica speranza è quella di potersene andare per veder riconosciuto il proprio diritto all'esistenza? Bhe... è quanto accade nelle terre controllate dall'Isis e fa un po' rabbrividire come le nere bandiere dell'integralismo stiano iniziando a sventolare anche sui palazzi delle istituzioni italiane.
Commenti