Alla camera c'è chi propone che i negozi possano rifiutarsi di vendere beni o prodotti ai gay


«Il riconoscimento della famiglia deve intendersi unicamente indirizzato verso l'unione tra due soggetti di sesso diverso legati da vincolo matrimoniale. Alla famiglia, intesa ai sensi del comma 1, sono indirizzate, in via esclusiva, le agevolazioni e le provvidenze di natura economica e sociale previste dalle disposizioni vigenti che comportano oneri a carico della finanza pubblica». È questo uno degli 889 emendamenti presentati alla Camera contro il disegno di legge sulle unioni civili, ancora una volta in quell'ottica in cui si vorrebbe trasformare i gay in gente che ha uguali doveri ma minori diritti. Saremmo dinnanzi ad una nuova forma di schiavitù, il cui il contribuiti servirebbero a finanziare privilegi riservati ad altri sulla base di un diritto di nascita (dinnanzi a famiglie sposate e senza figli, i continui verrebbero garantiti solo quelle base di una presunta eterosessualità).
Appare dunque evidente come la battaglia non è finita e come siano reali i rischi che la legge possa essere distrutta, stravolta affossata.

Non stupisce come il partito più prolifico nel produrre emendamenti sia stata la solita Lega Nord, con ben 500 proposte di modifica. Seguono i 124 emendamenti del gruppo misto, gli 85 di Forza Italia, i 24 del Movimento 5 Stelle, i 18 del SEL e i 12 da Fratelli d'Italia.

Dal punto di vista nominale, i politici più agguerrito sono i deputati Molteni, Giancarlo Giorgetti, Fedriga, Allasia, Bossi, Guidesi, Invernizzi, Picchi, Rondini, Saltamartini e Simonetti della Lega Nord, responsabili di 467 emendamenti. Sono loro, ad esempio, a proporre una legge che ridefinisca la Costituzione e che introduca quei distinguo di stampo fascista che nella carta non sono presenti. Ed è così che vorrebbero scrivere:

La Repubblica, in conformità agli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione, riconosce nella famiglia il soggetto sociale politicamente rilevante in base al ruolo procreativo, educativo, formativo, di solidarietà e di cura da essa svolto, nonché la struttura sociale in cui sono offerte le risorse per la maturazione della personalità del cittadino.

La famiglia diverrebbe così una cellula della società fondata sulla procreazione. Non pervenuto è se questa richiesta dovrebbe portare a disconoscere anche le famiglie eterosessuali che non abbiano dato prova di capacità procreateve.
Ma la Lega pare volersela prendere anche con orfani e bambini in affido attraverso una riforma dei documenti scolastuci. Pur di danneggiare i figli dei gay, discriminano tutti con l'emendamento che afferma: «È vietato utilizzare su qualsiasi documento ufficiale definizioni surrettizie rispetto a quelle di madre e padre per indicare i genitori».

La sentinella in piedi Egenia Roccella è responsabile di 78 emendamenti, a partire da quelli in cui si chiede la totale soppressione della norma. Vorrebbe ridefinire le unioni civili come «una forma di convivenza fra due persone» contratte mediante la stipula di «atti notarili», così come vorrebbe anche inserire una frasi volta a sostenere che «l'unione civile fra persone dello stesso sesso è cosa diversa e distinta dal matrimoni fra persone di sesso diverso».
Immancabile è la richiesta di riservare la reversibilità solo alle coppie eterosessuali o il proporre che l'unione civile decada se uno dei due contraenti si sposa (in pratica facendolo passare come un atto d'ufficio, giusto per togliere dignità a quell'unione). Un concetto ben ribadito nel suo chiedere che sia inclusa una frase volta a sostenere che all'unione civile «non si applicano le norme dell'ordinamento giuridico sulla famiglia, intesa quale società naturale fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna». Insomma, la Roccella vorrebbe pure definire la famiglia in una chiave ideologica volta a creare esclusioni e distinguo.

È invece il deputato Antonio Palmieri del Pdl ad aver presentato la mozione scritta dall'associazione integralista ProVita e volta a chiedere che i sindaci possano opporsi a svolgere il loro lavoro se in presenza di due gay o due lesbiche. Il suo emendamento chiede che:

Nell'esercizio del diritto alle libertà riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, e in adesione al riconoscimento della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, ogni cittadino ha facoltà di dichiarare la propria obiezione di coscienza a ogni atto connesso o conseguente alla costituzione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso di cui alla presente legge.

C'è pure chi vorrebbe estendere l'obiezione di coscienza anche «funzionari e agli impiegati addetti alla Conservatoria dei registri immobiliari», ai «notai», ed anche «agli imprenditori, nonché ai commercianti e agli esercenti pubblici esercizi». L'assurda e violenta proposta è dei deputati Molteni, Giancarlo Giorgetti, Fedriga, Allasia, Bossi, Guidesi, Invernizzi, Picchi, Rondini, Saltamartini, Simonetti che scrivono:

Il sindaco e i suoi sostituti, gli assessori comunali, i consiglieri comunali, i segretari comunali, i funzionari comunali e circoscrizionali, gli impiegati addetti allo stato civile e i dipendenti comunali, anche esercenti mansioni esecutive, che hanno effettuato la dichiarazione di obiezione di coscienza di cui al comma 1 sono esentati dalle attività connesse alla dichiarazione di cui al comma 2, alla registrazione di qui al comma 3, alla certificazione di cui al comma 9, alla dichiarazione di cui al comma 10, alla annotazione delle convenzioni patrimoniali e delle loro modifiche di cui al comma 13, alla dichiarazione dello straniero di cui al comma 19 in relazione all'articolo 116, comma 1, codice civile, alla manifestazione di volontà di cui al comma 24 nonché alla manifestazione di volontà di cui al comma 27.
I funzionari e gli impiegati addetti alla Conservatoria dei registri immobiliari che hanno effettuato la dichiarazione di obiezione di coscienza di cui al comma 1 sono esentati dalle attività connesse alle trascrizioni di cui agli articoli 2647 e 2653, comma 1, n. 4 codice civile quando conseguono alla costituzione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso.
In deroga all'articolo 27 comma 1 legge 16 febbraio 1913, n. 89, il notaio che ha effettuato la dichiarazione di obiezione di coscienza di cui al comma 1, non è obbligato a prestare il suo ministero quando è richiesto in relazione alle convenzioni patrimoniali di cui ai commi 13 e 50, e alle loro modifiche e trascrizioni.
In deroga alle norme vigenti e, in particolare, all'articolo 187 regio-decreto 6 maggio 1940, n. 635, gli imprenditori, nonché i commercianti e gli esercenti pubblici esercizi che hanno effettuato la dichiarazione di obiezione di coscienza di cui al comma 1 possono rifiutare le prestazioni che costituiscono oggetto dell'impresa o dell'esercizio quando la relativa richiesta è direttamente connessa alla costituzione di un'unione civile tra persone dello stesso sesso.
La libertà di insegnamento prevista dall'articolo 33 della Costituzione si applica, con riferimento alla costituzione al riconoscimento giuridico delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, a tutti gli insegnanti in scuole statali o non statali di ogni ordine e grado e nelle università.


Sel e M5S chiedono invece l'introduzione del matrimonio egualitario. Una scelta sicuramente auspicabile anche se qualsiasi emendamento dovesse essere approvato richiederà un nuovo passaggio dal Senato (con il rischio che il tutto possa essere affossato). Con la loro mozione, chiedono sia sancito che :

Il matrimonio può essere contratto da persone di sesso diverso o dello stesso sesso con i medesimi requisiti ed effetti».

Interessante è anche notare con quanta facilità il matrimonio egualitario potrebbe diventare realtà già oggi.. Dato che la Costituzione non lo vieta e che l'unico ostacolo è il codice civile, basterebbe solo modificare i termini «marito e moglie» in «coniugi» all'interno di tre soli articoli: il 107, il 108 e il 143.
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