Armi in Chiesa. Da oggi è possibile in Mississippi


Il Mississippi si dichiara uno stato profondamente religioso. O perlomeno è quella la scusa con cui i repubblicani hanno varato alcune misure anti-gay che permetteranno gravi forme di discriminazioni se il crimine verrà compiuto da una persona che si giustificherà adducendo presunte motivazioni religiose.
Se basterebbe questo a far comprendere che si sia dinnanzi ad un'interpretazione storpiata della religione, un'ulteriore conferma ci giunge dall'approvazione di una legge che permetterà alle Chiesa di armarsi.
Il governatore Phil Bryant ha infatti firmato la legge HB 786, più nota con il nome di "Mississippi Church Protection Act". Da ora in poi, tutte le chiese potranno organizzare una sicurezza armata all'interno dei luoghi di culto. Secondo Bryant, l'uso delle armi da fuoco sarebbe da ritenersi doveroso doveroso perché «le chiese meritano di potersi difendere da chi potrebbe danneggiare i fedeli».
Non è di questo avviso la polizia, schieratasi apertamente contro il progetto di legge. Il timore degli agenti riguarda sulle possibili conseguenze di una norma che permette di portare con sé una pistola nascosta in pubblico, con tutti i rischi che potrebbe conseguire sia nel suo utilizzo che nella reazione che la vista dell'arma potrebbe scatenare.
Da oggi, dunque, chiunque dovrà poter tenere delle armi cariche in pubblico dovrà essere parte di una chiesa. Per chiunque resterà vietato fare lo stesso.
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