Con Amato e ProVita, al pontificio ateneo si insegna che l'omosessualità «è una tendenza che nasce da un complesso d’inferiorità verso la mascolinità»


Nel mondo dell'integralismo cattolico quello che stupisce è la completa assenza di pluralità: tutto esiste solo sulla base dei quanto dicono poche persone. Sempre loro, sempre in modalità autoreferenziale.
Per osservare tale fenomeno basta dare uno sguardo al comunicato dell'uscita di quello che si preannuncia come un nuovo testo di propaganda omofoba. La presentazione avverrà nell'aula magna dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, ossia proprio dove Gianfranco Amato viene spesso convocato a fare lezione agli studenti per spiegare loro perché sia necessario dimostrare chiusura ed astio nei confronti delle persone lgbt. Ed è sempre in quel luogo che ancora una volta si sosterrà l'esistenza del fantomatico «gender», peraltro promettendo l'offerta di «uno dei primi strumenti di formazione altamente scientifica».
Peccato che poi si spieghi chi sarebbero gli «studiosi ed esperti» chiamati in causa: «Uno dei punti di forza del volume -affermano- è la presenza di contributi di celebri autori come: Massimo Gandolfini, Chiara Atzori, Roberto Marchesini, Carlo Rocchetta, Giancarlo Ricci, Dina Nerozzi, Gianfranco Amato e molti altri».

Insomma, sempre loro. C'è l'organizzatore del Family day e c'è il presidente dei Giuristi per la vita (nonché candidato e fondatore di un partito che basa la propria esistenza sull'isteria verso quel fantomatico «gender»). C'è la Atzori, onnipresente nei convegni omofobi organizzato da Alleanza Cattolica, nonché traduttrice ufficiali dei testi di Nicolosi in cui si sostiene che l'omosessualità sia una malattia da guarire. Marchesini è fra gli autori della Nuova Bussola Quotidiana, così come Dina Nerozzi è quella che dalla pagine di ProVita sosteneva che «la razza gay è innaturale».
Monsignor Carlo Rocchetta è il sacerdote che ha attaccato le aperture dei teologi ai diritti umani per gay e lesbiche, sostenendo che tale atto sia da ritenersi una apertura «all'ideologia gender». Ricci, infine, è impegnato nella promozione di un libro dell'eloquente titolo ideologico, ossia "Viaggio nell'Arcipelago Gender".

Sono sempre loro, sempre gli stessi volti che dicono le stesse cose e che finiscono con il citare sé stessi come fonte.E quelli saranno anche i volti presenti alla presentazione, con tanto di un'imparziale moderazione affidata ad un'ultras dell'isteria gender come Fabio Torriero, direttore del sito integralista Intelligo News. Inutile a dirsi, appare difficile è capire cosa ci sia da moderare dato che tutti i tutti i presenti fanno parte di un pensiero unico che è stato creato, diffuso e propagandato proprio da loro.
E se qualcuno dovesse notare l'assenza della solita ProVita, ecco che a presenziare all'incontro ci sarà pure Alessandro Fiore, il loro caporedattore e portavoce (nonché figlio del leader di Forza Nuova). A chiudere il cerchio è anche come Intelligo News abbia pubblicato svariati articoli anti-gay scritti dall'autrice del libro che verrà presentato, rendendola protagonista anche di un'intervista dal titolo "Omosessuali non si nasce. E neanche lo si diventa". In quell'occasione sostenne che:

Fin dal concepimento siamo maschi o femmine e dal sesso genetico si forma il sesso gonadico, ormonale e morfologici e nel tempo anche il sesso psichico coerentemente con il sesso fisico, se nulla interviene a modificare questo sviluppo naturale. [..] Le affermazioni “quest’uomo è omosessuale”o “questa donna è lesbica” danno l’idea che la persona in questione appartenga a una variante della specie umana, diversa dalla variante eterosessuale. Le conoscenze di cui disponiamo ci indicano che le persone con inclinazioni omosessuali sono nate con la stessa dotazione fisica e psichica di chiunque altro e che omosessuali non si nasce. E neanche lo si diventa. Nelle mie lezioni insisto molto su questo aspetto. Semmai si può parlare di persone, uomini o donne, che hanno –a seconda dell’intensità– sensazioni, tendenze e/o comportamenti omosessuali. Sul piano epistemologico, infatti, non è possibile parlare delle diversità sessuali, ma solo della diversità sessuale, perché la diversità sessuale è una sola ed è irriducibile: quella tra uomo e donna. Sebbene, in maniera ciclica, spuntino sui giornali notizie, come in questi giorni, su basi genetiche dell’omosessualità, andando a fondo si comprende facilmente la realtà dei fatti: l’uomo e la donna con tendenze omosessuali sono un uomo o una donna per determinazione genetica e hanno tendenze omosessuali per acquisizione [...] Una cattiva integrazione nel gruppo dei coetanei dello stesso sesso e un senso profondo di esclusione farebbero maturare nell’individuo frustrazione e quindi un complesso d’inferiorità quanto alla propria mascolinità o femminilità. Una realtà che, ci tengo a precisarlo, nasce dall’intimo della persona e non dall’esterno quasi fosse causata da esclusione o denigrazione.

Tutte tesi ampiamente screditate e violente, ma che forse non stupiscono a fronte di una donna che su Internet non si limita a presentarsi promuovendo realtà omofobe come il comitato di Gandolfini, La Manif Pour Tous e il Comitato Articolo 26. La donna si spinge anche nel promuovere realtà legate alle dannosissime e screditatissime "teorie riparative" come come la Courge International o il Narth. Ed in quella circolarità di cui parlavamo, il Narth dice che si può "guarire" l'omosessualità rivolgendosi anche ad Alleanza Cattolica, Corrispondenza Romana e Massimo Gandolfini (esatto, proprio il leader del Family day, già legato all'associazione Scienza & Vita da cui sono poi usciti anche Amato e ProVita).

Se i volti che propagandano questa ideologia sono sempre quelli, interessante è come la modalità di trattazione dei temi sia molto diversa da qualunque altra. Nel mondo scientifico si formulano delle tesi, le si discutono e si espongono i risultati. Qui la premesse sono state oggetto di innumerevoli convegni di propaganda verso l'opinione pubblica per poi iniziare, anni dopo, a dire di voler cercare di dimostrare ciò che si era spacciato per una verità assoluta. E se ciò non bastasse, quelle fantomatiche teorie che vengono da loro attaccate non hanno mai fatto parte del mondo accademico, ma sono proprio loro a voler cercare di introdurre quelle teorie sfruttando la credenza popolare.
Per spiegare il concetto è sufficiente un esempio. Se si provasse a dire ad un professionista che l'Oms vuole sessualizzare precocemente i bambini da zero a quattro anni, questi probabilmente ci guarderebbe con occhi straniti e risponderebbe: «Innanzi tutto in campo medico la masturbazione precoce non è certo quello a cui stai pensando tu, e comunque non hai letto le decine di pagine che spiegavano del dettaglio la tabella e che smentiscono chiaramente la tua tesi?». Se invece si va con quella tabella in un oratorio, magari qualche vecchietta potrebbe pure credere che il discorso sia vero dato che non avrà la possibilità né le capacità di consultare le carte allegate a quell'immagine proiettata su uno schermo.

Ma non solo, lo schema scientifico prevede che si osservi un fenomeno e che si cercano le cause, in quell'ottica in cui il fine ultimo è la conoscenza. In questo caso, invece, la teoria sostenuta nasce come preteso per contrastare alcune proposte di legge. Prima che si parlasse di una legge contro l'omofobia, il fantomatico «gender» non esisteva, il giorno dopo era una teoria solidissima che metteva a repentaglio la vita stessa di tutti i bambini delle famiglie integraliste. Sarà forse un caso, ma una teoria che nasce dall'esigenza di fermare una legge sui diritti civili non appare proprio così scientifica (casomai ricorda molto da vicino le modalità che vennero adottati dal nazismo quando formarono le leggi sulla razza come presto per poter perseguire e uccidere le minoranze).
3 commenti