I vescovi che stanno uccidendo la Chiesa


Pare proprio che abbiano uccido Dio nel tramutare la Chiesa Cattolica in una sorta di setta basata solo sulla persecuzione di gay e lesbiche. Questa nuova ideologia si basa su assunti non troppo dissimili da quelli che alimentarono in nazismo: si ritiene che alcune persone siano migliori di altre sulla base di un presunto diritto di nascita: il solo fatto si scoparsi una donna (di mero atto sessuale si sta parlando) sarebbe motivo per ritenersi più bravi, più belli e più meritevoli agli occhi di Dio. Non v'è dubbio che non sia difficile ottenere consensi con teorie simili: il giudizio basato sulla propria opera richiede un impegno personale ed è assai più semplice ritenere che per guadagnarsi il paradiso basti dare libero sfogo ai propri pregiudizi mentre ci si preoccupa ad andare a letto con persone verso cui provano attrazione.
Purtroppo siamo nella fase in cui alcune persone credono che basti indossare un abito tale per potersi sostituire a Dio, sfruttando il suo nome per dare libero sfogo ai più bassi istinti basati sul mero pregiudizio. E c'è chi apprezza questa nuova strada che è assai più semplice di quella in cui Gesù chiedeva un impegno costante.

Gli effetti di questa propaganda sono chiaramente visibili tra i fedeli più bigotti, ormai più preoccupati nel cercare di impedire la vita familiare dei gay che di qualunque altro tema. Ed è così che c'è chi ha pensato di prendere carta e penna per spedire ad Avvenire una preoccupante lettera:

Gentile direttore, tra i commenti dei giornalisti che giudicano l’esortazione postsinodale del Papa Amoris laetitia addirittura un’apertura totale in favore delle unioni gay, traggo una frase da un recente articolo di Michela Marzano sul “Corriere della sera”. Lei scrive «non emerge in fondo la possibilità per tutti e tutte, anche indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, di vedere riconosciuto il proprio amore?». Certo, se i desiderata omosessuali si fermassero qui non ci sarebbe discussione, ma essi vanno oltre, arrivano al diritto alla maternità surrogata per avere un figlio. Questo, papa Francesco proprio non lo prevede e chi volesse farlo derivare dall’allargamento del concetto di amore sarebbe in malafede.

Insomma, si sostiene che l'amore sia solo eterosessuale, si afferma che l'omosessualità non sia un orientamento sessuale ma un qualche fantomatico "desiderio" così come non mancano neppure sei riferimenti agli slogan dell'integralismo riguardo alla maternità surrogata. Ma, soprattutto, pare il problema principale sia che qualcuno parli di amore al posto di concentrarsi nel cercare di impedire l'amore altrui.
Dinnanzi a questa esternazione di ignoranza, il giornale dei vescovi fa seguire una risposta ancor più grave e pericolosa, incredibilmente volta a legittimare quel pensiero. A firmarla è il direttore Marco Tarquinio (nella foto):

Alla sua riflessione, gentile signor Bellia, aggiungo la voce stessa del Papa: «I dibattiti che si trovano nei mezzi di comunicazione o nelle pubblicazioni e perfino tra i ministri della Chiesa vanno da un desiderio sfrenato di cambiare tutto senza sufficiente riflessione o fondamento, all’atteggiamento che pretende di risolvere tutto applicando normative generali o traendo conclusioni eccessive da alcune riflessioni teologiche» (Amoris laetitia, n. 2). Parole che abbiamo già citato più volte nei nostri commenti. Qualcuno non ha letto o meditato abbastanza. Qualcun altro, invece, continua a leggere soltanto ciò che vuole. Altri ancora non sanno di che cosa parlano, ma parlano e straparlano. Persino sul diritto d’amore a un figlio, costi quel che costi. L’importante è ciò che si vive e che si vivrà nelle nostre comunità cristiane, dalle quali nessuna persona omosessuale che cerca Dio e incontra Cristo è escluso.

Nell'ultima frase è celata la più bieca violenza della Chiesa Cattolica, attraverso quel proclamo volto a sostenere che i gay siano accettati solo se si sottoporranno all'annullamento si sé predicato dalla Chiesa: non dovranno avere affetti, non dovranno poter far sesso e non dovranno avere una vita. Il tutto al solo scopo di compiacere i propri carnefici, gongolanti nell'osservare come alcune persone siano pronti ad uccidere la prosapia anima sulla base del pregiudizio di qualche prelato.
Qui si è dinnanzi a chi dice che gli altri devono essere accettati solo se sottomessi alla proprie regole, peraltro in un clima in cui inneggia alla loro imposizione per via legislativa. La legge deve punire chi non si conforma al volere di preti sadici, in un'ottica in cui gente che non ha mai avuto una famiglia si arroga di poter decidere chi debba rientrare in quella definizione e chi debba esserne escluso per le sue caratteristiche naturali.
È una violenza assoluta, così come è un rischio per la la sicurezza e la vita stessa di centinaia di adolescenti gay che rischiano di vivere in famiglie con genitori pronti a credere a queste fandonie. Nella quasi totalità dei casi, i crimini violenti di stampo ombrofobo vengono motivati con presunte argomentazioni religiose, si tratti di omicidi o nell'allontanamento da casa dei propri figli. C'è da chiedersi come i vescovi non possano sentirsi le mani sporche di sangue.

Ma non è finita lì, dato che l'ideologia volta a sostenere che la nuova razza ariana sia rappresentata dall'eterosessualità è quella stessa ideologia che sta distruggendo il cristianesimo. Quando si arriva al punto in cui si deve auspicare che le persone sappiano ignorare l'odio del clero, è ormai evidente che quel clero non abbia più nulla di cristiano e sdi umano. Appare un branco di vecchi preoccupati dall'idea di poter perdere il proprio potere, al punto da non farsi problemi nel commettere crimini contro i loro fratelli.
Se c'è un messaggio reale nella parole pronunciate nell'ultimo trentennio da parte della Chiesa, quel messaggio è volto a sostenere che la chiesa non intende occuparsi delle persone lgbt e preferisce continuare ad appellarsi alla "tradizione". Non si discute perché si ha paura di dover ammettere un errore e non si discute perché forse si sa che qualunque presa di posizione sarebbe contraria all'intelligenza e alla verità. Dunque si tace e ci si appella alle frasi di persone ormai morte dal tempo (e che forse si sarebbero espresse in modo diverso alla luce delle evidenze emerse negli ultimi duemila anni).
la Chiesa ha paura mentre c'è chi uccide in loro nome... e questo sarebbe una religione che spera di poter avere un futuro? O forse è la religione di chi alimenta l'odio per assicurarsi privilegi esclusivi, magari tali da poter commettere crimini, stupri e violenze pedofile senza neppure essere chiamati a risponderne come avviene per tutti gli altri cittadini?
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