Il Sussidiario contro Springsteen: «Non bisogna occuparsi della discriminazione dei gay perché esiste la pena di morte»


Il pensiero unico dell'integralismo cattolico non tollera opinioni contrarie ai loro diktat, motivo per cui è attraverso la più bieca macchina del fango che tentano di mettere a tacere chiunque osi contrastare la loro ideologia. Il problema, però, è che l'assenza di reali motivazioni li spinge spesso a ricorrere a menzogne e a dichiarazioni al limite del patetico.
Nel è un eloquente esempio un articolo pubblicato su Il Sussidiario.net dal titolo "Springsteen, Il concerto cancellato: contano più i gay o i condannati a morte?".

Il tema è la decisione con cui Bruce Springsteen ha annullato un concerto in North Carolina dopo l'entrata in vigore di una legge che vieta qualunque norma anti-discriminazione nelle aziende, permette a chiunque di rifiutare la vendita di beni o servizi ai gay e permette il licenziamento delle persone sulla base dell'orientamento sessuale. L'unica regola è che tali crimini possano essere commessi solo se la vittima è gay e se il criminale dichiara di aver agito così perché era Gesù a volerlo.

Nella ricostruzione del sito integralista, i fatti paiono cambiare. Si inizia inizia con il sostenere che Springsteen sia una cattiva persona perché delude i suoi fan nel nome di quei quattro gay che osano lamentarsi se una nuova legge permetterà a chiunque di poterli licenziare sulla base del più mero pregiudizio. Ed è così che dicono:

Bruce Springsteen cancella un concerto nello stato della North Carolina a pochi giorni dallo stesso, con decine di migliaia di biglietti e fan che lo aspettavano e che rimarranno a bocca asciutta. Il motivo lo ha spiegato lui stesso in un comunicato ufficiale.

Vaghe sono le motivazioni addotte, peraltro provvedendo pure a depurarle dalla reale portata delle conseguenze di quelle leggi anti-gay (giusto per far percepire l'idea che i gay siano dei frignoni che si lamentano per niente). Ed è così che dicono:

E' la protesta per una legge recentemente approvata in quello stato che vieta l'uso dei bagni pubblici. Se sei gay, lesbica, bisessuale o transgender devi usare il gabinetto legato al sesso registrato sul certificato di nascita. Un trans non può andare in quello delle donne e così via. Inoltre, si legge ancora nel comunicato, il North Carolina discrimina la comunità Lgbt impedendo ai suoi appartenenti di ricorrere in giudizio per la difesa dei loro diritti sul posto di lavoro. Per la cronaca, il North Carolina ha approvato i matrimoni gay da tempo.

In realtà il North Carolina ha persino modificato la sua Costituzione per cercare di vietare il matrimonio egualitario e l'approvazione è legata esclusivamente alla decisione della Corte Suprema. Non è infatti un caso se quelle leggi servano ad reintrodurre una discriminazione che è stata tolta dalle norme federali, motivo in cui quell'asserzione è quantomeno decontestualizzata se non proprio scritta in malafede.

Come qualsiasi giornale integralista, non poteva mancare il capitolo dedicato all'indottrinamento di quella che si pretende sia percepita come una verità rivelata: i gay non sono discriminati, ma sono loro a discriminare gli altri perché non accettano in silenzio le discriminazioni. Scrivono:

Sono polemiche accesissime in America, che sconfinano spesso e volentieri con discriminazioni al contrario, ad esempio la criminalizzazione del pasticciere che si rifiuta di fare una torta per il matrimonio di una coppia gay.

La solfa è sempre quella: i gay discriminano quelle persone che non si sentono liberi di discriminarli. Stando a tale teoria, dovremmo dedurre che se un redattore de Il Sussidiario dovesse sposarsi, ognuno di noi ha il pieno diritto di irrompere al ricevimento per pisciargli sulla torta nuziale. E se qualcuno dovesse intervenire o mandarci via, dovremmo poter dire anche noi che ci sentiamo discriminati nel non poter esprimere quanto disprezzo proviamo verso di loro.
Ma se loro sono tutelati e pretendono che altri non abbiano le medesime tutele, quella non è più democrazia ma è un regime nazista.

Ma l'ideologia pare senza freno quando si cita la frase in cui Springsteen ha dichiarato che «ci sono cose più importanti di un concerto rock e questa battaglia contro il pregiudizio, il bigottismo è una di quelle» per affermare:

Sicuramente ci sono cose più importanti di un concerto rock, ma le domande che suscita una presa di posizione così dura (che poi danneggia i suoi stessi fan in primo luogo) è in base a cosa si decide di prendere posizioni del genere per un artista rock. In un paese come gli Usa dove la pena di morte esiste ancora in molti stati, Springsteen, per coerenza, non dovrebbe mai più mettere piede in uno stato come il Texas che la applica ogni due per tre. O i condannati a morte, e dunque la vita umana, contano di meno della comunità Lgbt e i suoi pur giusti diritti? O piuttosto un tema come la pena di morte sposta meno voti di quello di lesbiche, trans e gay? E che dire degli afroamericani ammazzati continuamente dalla polizia? Quanti concerti bisognerebbe cancellare? Negli Usa siamo in piena campagna elettorale dove c'è una paura concreta che un personaggio ultra conservatore (oltre che ignorante) come Donald Trump possa diventare il prossimo presidente.

La teoria esposta è semplice: qualunque violenza deve essere tollerata se esiste una violenza maggiore. Di conseguenza, nell'applicare quelle tesi ognuno di noi dovrebbe sentirsi libero di picchiare a quantunque un redattore de Il Sussidiario. Se la polizia dovesse dirvi qualcosa, la loto tesi è che basterà rispondere: «C'è gente che uccide, non vorrete preoccuparvi di chi ha semplicemente fruttato il naso ad un'altra persona!».
Basta questo semplice esempio per comprendere come l tesi sostenute siano fura filloa, se non una vera e propria istigazione alla violenza passibile di denuncia.

Sul finale la situazione non poteva che peggiorare. Si sostiene che nessuno possa davvero accettare che i gay abbiano dei diritti: chi lo fa, lo fa solo per convenienza. Scrivono:

Oggi come oggi non c'è tema come l'appoggio delle istanze dei gay che permetta scatti di popolarità e di consenso enormi. Springsteen, che da anni, da quando nel 2004 organizzò un grande tour per sostenere la candidatura di John Kerry contro quella di Goerge Bush e che da allora frequenta, ricambiato, i palazzi del potere americano, lo sa bene.
Dunque ok, Bruce, ma la difesa dei diritti umani va applicata sempre, non un po' sì e un po' no. E ti informiamo: il Circo Massimo di Roma dove ti esibirai fra poco è lo stesso luogo dove si tenne il Family Day. Forse dovresti annullare anche questo concerto. Per coerenza, tanto per dire.

Forse quest'ultima frase è l'unica sensata, dato che finalmente anche l'integralismo cattolico pare aver gettato la maschera di bugie che aveva creato per negare la vera essenza del Family day: ora, finalmente, scrivono nero su bianco che quella era una manifestazione contro l'esistenza dei gay.
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