Intervista a Fabio Canino


"Rainbow Republic" è un romanzo in cui Fabio Canino immagina cosa accadrebbe se la Grecia, abbattuta dal default economico, trovasse una rinascita grazie alla Pink Economy e ad un governo inclusivo verso tutte le forme di diversità. Si tratta di una nuova Grecia divenuta una terra promessa per gay, lesbiche e trans di tutto il mondo, ma anche in cui la neonata repubblica arcobaleno diviene un faro per la parità dei diritti.
Si tratta ovviamente di un testo in cui gran parte della realtà è inventata e in cui non mancano risvolti satirici, eppure c'è una base di verità che non va trascurata. Ad esempio quella che viene definita "pink economy" esiste davvero ed è provato come l'incisività possa avere sul PIL oltre che sulla vita delle persone che finalmente potrebbero vivere in pace senza discriminazioni. Ironia della sorte, è proprio a causa di quella gente che sostiene di voler "difendere" la famiglia che migliaia di famiglie italiane sono private degli introiti che potrebbero garantire politiche sociali più evolute: l'omofobia ha un costo e chi la propaganda ha deciso di danneggiare tutti nel nome del loro pregiudizio. Forse non è dunque un caso se quel viaggio nei diritti civili parta proprio dal
Family Day che si è svolto in Italia o, meglio, in quella che nel libro i greci amano chiamare la Repubblica Italo-Vaticana.


Uno dei messaggi che emerge dal romanzo è come i diritti dei gay siano diritti di tutti e non certo a vantaggio dei soli gay. Ti va di spiegarci meglio questo concetto?
Nel libro spiego che secondo alcune ricerche effettuate da economisti le città dove le minoranze sono integrate l'economia va a gonfie vele. Lo studio di Irene Tinagli economista Italiana, spiega che dove una persona si sente amata e considerata come chiunque altro, sarà sicuramente più stimolata a collaborare al progredire di una comunità, di un'industria, di un ufficio, di una città. Se io mi sento discriminato non darò ma il massimo dovendo sprecare il tempo per difendermi e farmi accettare. Quindi dove ci sono diritti c'è la voglia di far parte attivamente di un gruppo che rema nella stessa direzione.

In più occasioni parli della «bellezza della diversità», quella stessa diversità che qualcuno percepisce come una minaccia da cui doversi «difendere». Se avessi l'occasione di confrontarti con un integralista, come gli spiegheresti quella bellezza che alcune persone paiono incapaci di percepire?
La bellezza è difficile da spiegare. Tu nasci e cresci in un determinato ambiente che può essere bello o brutto in senso lato. Quello comunque segnerà per sempre la tua vita. Certo lo studio può aiutare a cambiare la percezione di chi ci circonda e di cosa ci circonda ma è molto complesso. All'integralista di cui parli sinceramente non ho più voglia di spiegare niente, sarò presuntuoso ma non lo ritengo alla mia altezza e non spreco tempo. Posso solo ricordargli che come diceva Dostoevskij "la bellezza salverà il mondo".

Un altro punto che non passa inosservato è come tu abbia deciso di non sfatare alcuni stereotipi. Anzi, spesso pare che tu abbia deciso di cavalcarli quasi a voler dimostrare che non ci sarebbe nulla da perdere anche se fossero tutti veri. Di contro, qui in Italia c'è chi sostiene che la comunità lgbt non abbia diritti perché non sufficientemente conformata allo stile dei suoi detrattori (il classico sostenere che non ci si possa sposare perché al gay pride non tutti vanno in giacca e papillon così come farebbe Toni Brandi). Qual è la tua opinione al riguardo?
È una domanda da un milione di dollari! Gli stereotipi nel romanzo li cavalco proprio perché è l’unico modo per smontarli. Far diventare una minoranza maggioranza e la maggioranza minoranza rende più comprensibile il concetto di cliché proprio perché rovesciato rispetto alla realtà Resta comunque un grosso problema l’immaginario che hanno gli etero, una parte degli etero, della comunità lgbt. È logico che funzioni di più e attiri maggiormente l’attenzione in un TG se tu mostri come immagine unica di un Gaypride una transessuale brasiliana in tanga che si strizza i capezzoli in telecamera o una coppia di gay con accessori leather come abbigliamento che si baciano a favore dei fotografi. Una coppia di ragazzi o ragazze vestiti in jeans e maglietta non farebbe abbastanza clamore ..chiaro il concetto no? Ma secondo me dovremmo essere più furbi noi a "travestirci" da quello che loro non si aspettano (giacca e cravatta, jeans e t shirt) proprio per mettere in discussione i loro stereotipi e cliché. Purtroppo però nella comunità lgbt c'è chi ancora pensa che si voglia censurare la (sacrosanta) libertà di ognuno di esprimersi come meglio crede. Ma io che lavoro nella comunicazione, credo che ogni tanto fare un passo indietro per spiazzare il bigotto di turno funzioni, e tanto!

Nella tua immaginaria Grecia hai inserito anche figure come la "polizia del buongusto" che tu stesso non esiti ad etichettare come un'estremismo. Perché di questa scelta?
Perché il romanzo è ironico e divertente e voglio giocare con le istituzioni vere trasformandole in suggestioni. Anche se non ti nascondo che la polizia del buongusto in Italia avrebbe tanto da fare e i pantaloni "pinocchietti", vietati per legge nella Rainbow Republic, li vieterei anche qua!!

La Grecia come terra promessa dinnanzi ad un'Italia in cui l'omofobia è troppo spesso istituzionalizzata pare suggerire che l'abbandono del proprio Paese sia l'unica soluzione per poter vivere una vita piena e dignitosa. È così o credi che sia ancora possibile cambiare le cose e portare politiche inclusive anche in Italia?
Il sottotitolo del mio libro Rainbow Republic è "romanzo distopico gay" proprio per spiegare che non è quello che io mi auguro o che auspico per noi. E’ solamente un gioco. Io voglio vivere dove va a me, non in un ghetto o nell'unico posto dove mi potrei sentire libero e sicuro. Voglio vivere in mezzo a tutti, gay o etero che siano Voglio gli stessi diritti dove pago le tasse e dove sono nato e ho i miei affetti e le mie radici. Voglio poter dire la mia qua, litigare se necessario, ma a casa mia. Non fuggire, Mai!
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