La presidente del parlamento ugandese vuole resuscitare la sua legge anti-gay


Il 20 dicembre 2013 l'Uganda approvò una legge anti-gay che prevedeva la reclusione sino all'ergastolo per quanto fossero stati ritenuti "colpevoli" di amare una persona del proprio sesso. Per quanto terribile, il testo approvato risultò meno violento dell'originale, nel quale veniva contemplata anche la pena di morte.
La presidente del Parlamento, Rebecca Kadaga, sostenne che quella norma fosse «un regalo di Natale alla popolazione». In altre occasioni parò di «una legge voluta da Dio», così come non mancò di strumentalizzare la benedizione che gli venne impartita da papa Ratzinger senza che il Vaticano ritenesse di dover dire contro una norma che limitava il diritto all'esistenza di gay e lesbiche.
Fortunatamente, nell'agosto del 2014, la Corte Costituzionale dell'Uganda invalidò la norma a causa di alcuni errori procedurali che erano stati commessi durante il voto, votata nonostante l'assenza del numero legale.

Secondo l'Ugandan Insider, è nel corso di un'intervista radiofonica che Rebecca Kadaga sarebbe tornata a proporre una nuova versione della sua legge: «Nel 2014, ho promesso ugandesi che darò loro un regalo di Natale attraverso una legge anti-omosessualità. Purtroppo, quel disegno di legge è stato annullato dal giudice dopo che il presidente Yoweri Museveni lo aveva firmato. Tuttavia, quel disegno di legge può ancora essere deliberare in parlamento se lo si riporterà in aula».
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