Mario Adinolfi si autoproclama esperto di dark-room


È nel corso della trasmissione radiofonica "La Zanzara" che Mario Adinolfi si è autoproclamato esperto di dark-room. Il leader integralista asserisce di sapere con assoluta certezza che cosa accada al loro interno e spergiura che «90 volte su 100 lì dentro c'è c'è gente che consuma droga per perdere coscienza».
Ed è così che in vista delle amministrative di Roma, dichiara che come sindaco vieterà qualunque luogo possa essere atto a far sesso e, soprattutto, vieterà le dark-room appellandosi a fantomatici pretesti di «ordine pubblico». Naturalmente è evidente come tutto questo discorso sia mero populismo, a fronte di qualcuno che vorrebbe vietare il sesso consensuale fra adulti nonostante la diretta conseguenza sarebbe un incremento sfruttamento della prostituzione o il ritorno dei battuage. Pensare che si possa vietare a due adulti di fare sesso è pura follia, ma evidentemente è sulla finta morale che spera di far breccia fra la gente più ignorante. E se ciò non bastasse, l'evidenza di come ciò non avverrà mai ci viene fornita dal notare come la più grande sauna gay di Roma sia ospitata in palazzi vaticani di proprietà Propaganda Fide: da sempre la Chiesa propone esenzioni morali verso tutto ciò che possa portargli un profitto economico, motivo per cui è facile immagina che accadrà anche in questo caso.

Ma il peggio non è finito, dato che il leader integralista non ha mancato di sfruttare ancora una volta l'omicidio di Luca Varani per sostenere che tutti i gay siano drogati, cattivi e criminali. Alla domanda se ritenesse che ci sia un collegamento fra l'omosessualità e l'uso di droga, Adinolfi ha risposto: «Certamente! C'è collegamento fra il sesso senza neppure voler conoscere il partner con la volontà di perdere coscienza di sé e la droga». Poi, dopo aver negato le se stesse parole, ha cercato di dribblare il colpo affermando che «c'è un sesso perverso legato alla droga ed è legato a certi tipi di comportamenti specifici. Quei luoghi vanno chiusi».
A questo punto ci sarebbe capire quale sia la fonte di quelle affermazioni tanto diffamanti. I casi sono due: o Adinolfi è un frequentatore assiduo di dark-room e conosce tutti i posti che ha citato, oppure sta diffamando delle realtà a lui sconosciute sulla base del suo mero pregiudizio personale. Interessante sarebbe anche comprendere che intenda con quell'allusione a «certi tipi di comportamenti specifici», così come non passa inosservato come Adinolfi sostenga che i problemi non si risolvano agendo sulle cause, ma vietando realtà a lui poco gradite (e spesso persino estranee ai fatti da lui contestati).
Domande forse inutili in virtù di una propaganda che pare capace persino di affermare che il fenomeno non si verificherebbe in ugual misura fra le persone etero perché l'omosessualità porterebbe a «un tasso di incidenza» maggiore di perversione. Anche qui c'è da chiedersi se abbia frequentato i centri scambisti o i locali di lap dance per confrontarli son le sue esperienze dirette nelle dark-room.

Il resto del suo comizio è stato di una banalità disarmante. Adinolfi dice che quando lui sarà sindaco, non spenderà neppure più un euro a favore dei gay (ai quali verranno comunque chieste uguali tasse a fronte di minori diritti e minore dignità sociale). Sostiene che Roma stesse meglio sotto la dittatura del Papa piuttosto che in democrazia, forse ignorando che all'epoca c'erano molti più bordelli per la città. Afferma anche che da sindaco impedirà i fantomatici corsi «gender» nelle scuole: ma se già è difficile è comprender come possa vietare qualcosa che non esiste, impossibile è comprendere come si possa sostenere che un sindaco abbia voce in capitolo su programmi che per legge vengono definiti dal Miur (proprio per affidare la discussione ad esperti come salvaguardare di quei bambini che rischierebbero di essere vittime dell'ideologia di un qualche Adinolfi)

Clicca qui per ascoltare l'intervista ad Adinolfi.
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