Normalità soggettiva, lo spot contro ogni forma di discriminazione


Per qualcuno l'omofobia e la discriminazione non sono altro che sentimenti da cavalcare per fini politici. Sono strumenti semplici perché in realtà chi si nutre di odio è alla ricerca di legittimazione e non certi di argomentazioni, motivo per cui basterà lanciare insulti gratuiti e si otterrà il plauso dei propri seguaci. I gay non hanno sentimenti. Applausi. I gay sono come animali. Altri applausi. Basta poco e poi magari si verrà pure invitati a Ballarò per poter sfoggiare il nuovo rosario.
Peccato che le parole hanno un peso e che la discriminazione possa uccidere. Quella gente vuole togliere la vita alla vittime di quella incessante campagna diffamatoria e infamante, spesso volta a colpire gli adolescenti nella loro vulnerabilità.
Un adulto si sarà ormai fatto la sua corazza e non faticherà a comprendere che un giudizio morale espresso da personaggi come Adinolfi è più falso di una moneta da tre euro. Ma quando un ragazzo si ritrova dinnanzi a chi aizza i suoi genitori contro di lui, o che alimenta il bullismo dei compagni, non sempre ci sarà la certezza che abbia le forze per difendersi.
È per impedire tutto questo, ed è per difendere i bambini (ma difendere veramente, non quella finta difesa con a cui l'integralismo cattolico inneggia nel perpetrare le sue violenze) che è necessario fermare la discriminazione. Tutta. Che si tratti di omofobia o di razzismo.

È questo il messaggio che viene raccontato nello spot scritto da Michel Manetti e Manuele Potito, dal titolo "Normalità Soggettiva". Un video si propone come una lotta contro ogni forma di discriminazione, dal razzismo all'omofobia. Il tutto attraverso immagini crude e drammaticamente reali, fortunatamente accompagnate dall'auspicio per un futuro migliore che è già possibile oggi. Perché l'importante è continuare a combattere e, soprattutto, non arrendersi mai.

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