ProVita: «Essere gay non è normale, è una devianza. Chi non discrimina vuole omosessualizzare il mondo»


L'associazione ProVita sta ormai diventando una seria minaccia per la salute psicofisica di migliaia di adolescenti gay. Adolescenti che evidentemente loro vorrebbero veder morti. È ormai incessante la loro propaganda volta a tentare convincere i genitori bigotti che esista l'inesistente possibilità di poter cambiare a proprio piacimento l'orientamento dei figli per renderli così come loro li avrebbero voluti.
Nella verità dei fatti, tutti gli organi scientifici sono concordi nel sostenere che si tratti di teorie pseudo
scientifiche prive di qualsiasi fondamento, così come sottolineano chiaramente come l'unico possibile effetto sia una crescita della propensione al suicidio e ad atti autolesionistici da parte di chi vi è stato sottoposto. Evidenze a cui ProVita risponde nel peggiore del mondo, sostenendo che mentano tutti e che l'unica verità rivelata sia quella dettata dal pregiudizio di Brandi.
Grave è anche come questa non sia la prima volta che l'associazione integralista minaccia la vita dei nostri ragazzi. Ha già invitato i genitori di persone transessuali a non accettare i figli (e statisticamente questa scelta contribuisce ad aumentare il numero di suicidi), ha sostenuto che l'omosessualità debba essere considerata sbagliata ed innaturale, ha sostenuto che l'orientamento sessuate sia un'ideologia e non una caratteristica naturale... insomma, ha suggerito tutto ciò che potrebbe portare dei genitori a provocare la morte dei figli. E dinnanzi all'evidenza mortale della loro propaganda, sostengono pure che quelle morti non siano colpa della violenza omofobica ma colpa dell'orientamento sessuale di gente che si ucciderebbe perché rattristata dal non essere nati ad immagine e somiglianza di Toni Brandi.

Ancora una volta è una tale Teresa Moro a firmare un invito alla violenza verso gay e lesbiche, ancora una volta facendoci vergognare di uno stato che non tutela i suoi cittadini portando questa gente dinnanzi ad un giudice per chiarire quali siano le reali finalità della loro propaganda neonazista. La donna scrive:

Essere gay-friendly. Pare essere questo l’imperativo della nostra società, pena la bollatura pubblica quale ‘omofobo’, ‘integralista’, ‘oscurantista’, eccetera per chiunque non si adegui a questo diktat tanto politically correct, quanto inadeguato.
Si vorrebbe far passare il concetto che essere gay sia normale. Anzi, che sia una condizione quasi desiderabile, visto l’enorme potere delle Lobby Lgbt.

La premessa è dunque che l'odio sia un diritto e la persecuzione un dovere. Come sempre accade quando non si ha nessuna argomentazione, si attribuisce ad un generico «loro» la responsabilità di frasi che nessuno ha mai pronunciato, ma che loro si inventano al solo fine di poterle criticare. Basterebbe mezzo neurone per comprendere che chi chiede che i gay non siano discriminati non sta certo cero sostenendo che i gay siano migliori degli etero, ma evidentemente quelli di ProVita non ci arrivano (o fingono di non arrivarci per mera convenienza politica).

Ben presto la Moro giunge a quello che appare il suo unico motivo di vita, ossia la promozione delle screditate "cure" dell'omosessualità (inutili, scientificamente assurde e pericolose per la propensione all'autolesionismo e al suicidio che inducono nella vittime). Ma per la propaganda integralista, quelle torture sono un qualcosa che diviene auspicabile, l'unico mezzo per poter far parte di quella razza ariana che Brandi ha teorizzato:

La di diffusione della propaganda gay lavora dunque a pieno regime e, così facendo, continua a mietere vittime. Vittime che sono costituite dalle stesse persone con tendenza omosessuale, che non vengono aiutate a compiere un percorso che li porti alla piena realizzazione della loro vita, e da tutte le persone che si allineano –più o meno consapevolmente– alla corrente gay-friendly.
Ma vittime che sono anche figurativamente incarnate dal rigore scientifico, oramai sepolto sotto la coltre dell’ideologia; dalla famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna; dal diritto dei bambini ad avere un padre e una madre; e dal (sempre più flebile) diritto alla libertà di pensiero e di espressione.

La teoria della Moro è dunque che i gay si suicidinnano perché non viene permesso loro di essere sottoposto alle fantomatiche "cure" dell'integralismo cattolico. Processi che includono la colpevolizzazione delle persone, l'istigazione di sensi di colpa se non direttamente punizioni fisiche volte a punire quell'orientamento sessuale che loro vogliono persino negare esista (si noti come la Moro non parla mai di omosessualità, preferendo sostenere che si tratti di fantomatiche tendenze).
Si passa così al sostenere che l'Oms non capisca nulla, che l'ordine degli psicologi sia incompetente e che l'organizzazione mondiale degli psicologi non capisca nulla. Insomma, qualsiasi organo scientifico sarebbe composto da perfetti imbecilli perché solo lei, nel nome del suo incommensurabile pregiudizio, conosce la verità rivelata. Una verità volta a sostenere che lei sia migliore per dirittto di nascia e che lei rappresenti l'unico modo per vivere correttamente. Insomma, una nuova donna ariana.

Ed è cosi che ai lettori di ProVita viene spacciata una storia surreale, utile solo a legittimare qualunque forma di odio e di violenza. La Moro afferma:

L’ultima notizia gayfriendly sul panorama internazionale riguarda la pubblicazione, da parte dell’Organizzazione Mondiale degli Psichiatri (WPA), di un documento contenente una serie di Azioni – naturalmente di carattere inclusivo e relativista – sul tema dell’orientamento sessuale.
Senza entrare nel merito dei punti programmatici della WPA, elencati sul loro sito, quel che preme evidenziare è il concetto di fondo da cui tale pronunciamento prende avvio, il fine dichiarato per cui è stato redatto e le possibili conseguenze che ne deriveranno.
In merito al primo punto amareggia leggere da parte di un’organizzazione che dovrebbe avere un’impronta scientifica l’affermazione secondo cui l’omosessualità sarebbe innata. Come abbiamo infatti già più volte visto, infatti, non esiste un gene che possa giustificare tale tendenza.

Interessante è notare come la donna si vanti di aver contribuito a sostener le falsità che vedrebbe nei gay e nelle lesbiche dei malati mentali. Una affermazione assurda, violenta e volta solo creare quell'odio di cui l'associazione di Brandi pare essere una fonte inesauribile.
Naturalmente a screditare la parole della Moro ci sono decine e decine di studi che smentiscono ogni sua singola parola, mentre a suo sostegno c'è solo l'ignoranza di gruppi neofascisti che si nutrono di morte.

Si passa così al sostenere che i gay non siano assolutamente discriminati. Scrive la Moro:

Il fine dichiarato di ridurre le disuguaglianze sociali, in seconda battuta, lascia altrettanto basiti: veramente c’è ancora qualcuno che, nel 2016, crede che le persone gay siano discriminate? E dove? Forse perché non vengono concessi loro diritti uguali a persone che sono in una condizione diversa, quale il diritto alla genitorialità? Ci spiace dover ribadire che questo atteggiamento non è discriminatorio, bensì basato sulla giustizia: condizioni diverse vanno trattate diversamente.

Certo, il punto di partenza è sempre quello: loro non discriminano nessuno ma sono gli altri ad essere sbagliarti e inferiori perché dissimili dalla loro perfezione. Si auspica una società dell'odio in cui l'annientamento del prossimo è ciò che può far sentire migliori le persone, forse il motivo per cui queste associazioni sono il ricettacolo di falliti che non hanno mai fatto nulla nella loro vita e che sperano di potersi autoglorificare sostenendo che loro siano migliori perché nati in un determinato modo. Povera gente!

Ma dato che al peggio non c'è mai fine, la redattrice di ProVita sostiene addirittura che:

Infine, l’ultimo punto. Il documento della WPA, ahinoi, contribuirà a un’ulteriore omosessualizzazione della nostra società, con tutte le conseguenze che da questo scaturiscono e che raramente vengono debitamente considerate: crisi demografica, crisi educativa, stagnazione economica, indebolimento dei legami e conseguente aumento della fragilità degli individui… solo per fare qualche esempio.
La scienza non dovrebbe cedere ai ricatti dell’ideologia, ma rimanere fedele ai dati e alle evidenze. Essere gay non è normale, è una devianza. L’eterosessualità è normale ed è in ciascuno. Anche un gay può scoprire (o riscoprire) l’eterosessualità latente che porta in sé naturalmente (si veda, a titolo esemplificativo, l’operato di Courage, di cui anche ProVita ha recentemente parlato) e può risolversi a vantaggio della persona coinvolta e della società nel suo complesso.
Chi ha veramente a cuore il bene delle persone, qualsiasi sia la loro condizione o il loro orientamento sessuale, dovrebbe cercare di non farsi imbrigliare nelle colorate reti gay-friendly.

Insomma, cari genitori omofobi che odiate i vostri figli gay, sentitevi liberi di uccidere la vostra prole perché questo è ciò che la signora Moro vi legittima a fare nel nome del suo pregiudizio. Lasciatevi ingannare e spedite adolescenti indifesi verso la morte attraverso quelle false associazioni che cavalcano un finto sentimento religioso per istigare l'odio. Tanto in Italia tutto questo si può fare: qui non abbiamo un governo e i bambini non sono tutelati, motivo per cui solo da noi è possibile che un'associazione integralista possa cercare di decimare il numero delle persone a loro meno gradite senza essere chiamata a risponderne in tribunale.

Ultima nota. L'articolo è stato pubblicato su Notizie ProVita utilizzando anche i tag "malattia" e "disturbo" in riferimento all'omosessualità. Tra i commenti figura anche la solita Alida Vismara che coglie la palla al balzo per fare pubblicità al suo sito e alle false teorie in esso contenute.
14 commenti