ProVita torna a sostenere che l'omosessualità sia sbagliata, non innata e "curabile"


La scienza non ha dubbi: l'omosessualità è una naturale variazione dell'orientamento e non può essere modificata a proprio piacimento. Così come recentemente ribadito anche dall'ordine mondiale degli psichiatri, le fantomatiche "terapie" dell'omosessualità altro non sono che una truffa causa di gravissimi danni per chi vi viene sottoposto. Spesso chi ne è stato vittima rischia di avere maggiore propensione per atti autolesionistici se non per il suicidio.
Chi promuove quelle assurdità è indirettamente responsabile delle morti di migliaia di adolescenti, motivo per cui non deve passare sotto gamba come l'associazione di estrema destra ProVita Onlus si stia dedicando alla promozione di quelle assurde teorie con una frequenza preoccupantemente in crescita. Il rischio è che qualche loro lettore possa davvero credergli e che magari spinga al suicidio i propri figli nel nome del pregiudizio di Toni Brandi.

Sulle pagine del sito dell'associazione, è Anastasia Filippi ad aver firmato un vergognoso articolo dal titolo "Omosessuale prima, ora marito e padre felice… cambiare si può!". E se il messaggio non fosse abbastanza chiaro, l'immagine evocativa proposta dal sito integralista è una serie di cartelli con scritto "wrong way" giusto ad incacare che i gay siano sbagliati.
L'articolo è incentrato su una storia risalente al 2013, quando l'inglese James Parker disse di essere andato a letto con 200 uomini prima di aver incontrato Dio e di essersi innamorato di una donna. Una vicenda che Towleroad riassunse all'epoca con una semplice considerazione: le persone descritte da Parker come ex-gay in realtà non paiono nulla di così strano dato che «queste persone sono chiamate "bisessuali"».
Ovviamente ProVita non ha rispolverato quel vecchio materiale per farsi una ragione di questa evidenza, ma per sostenere che se un uomo che ha fatto sesso con altri uomini va con una donna, l'unica conclusione possibile sia il sostenere che i gay sono sbagliati e che possano cambiare. Più indirettamente si arriva anche a suggerire ai genitori bigotti che possono scegliere l'orientamento sessuale dei figli: se hanno un orientamento sessuale diverso da quello che loro vogliono, basterà condannare gli adolescenti a brutali torture per poterli avere così come loro avevano deciso dovessero essere. Magari qualcuno non sopravviverà, ma la cosa non pare interessare troppo né a quella gente, né a chi promuove queste assurde storie solo per legittimare la discriminazione.

Scrive Filippi: «James è nato omosessuale? Con questa domanda si potrebbe riassumere gran parte del dibattito sull’omosessualità, che vede contrapposti chi sostiene che tale tendenza sia di origine genetica e chi sostiene che essa sia legata a fattori esterni e psicologici».
In realtà non esiste alcun dibattito dato che la verità scientifica è stata appurata ormai da decessi, ma la modalità comunicativa della propaganda si basa sul creare finti dibattutiti attorno a tutto ciò che non si vuole accettare. La Filippi prosegue però imperterrita nel sostenere che «la storia di James Parker, ex omosessuale, dà ragione alla seconda fazione, mostrando come dopo un percorso, certo non breve e non facile, ci si possa riscoprire eterosessuali».

Ovviamente non manca il solito sostenere che i gay sono tutti dei malati depravati incluni all'autodistruzione, motivo per sui si sostiene che:

Dopo aver vissuto interiormente il disagio di avere delle differenti preferenze sessuali durante il periodo adolescenziale –quando, confessa James, aveva sviluppato una forte dipendenza dall’alcol e aveva tentato più volte il suicidio– a 17 anni il giovane inglese ha fatto coming out, si è trasferito a Londra, e qui ha sviluppato una relazione stabile con un compagno uomo, con il quale era deciso a sposarsi o a contrarre un’unione civile.
È qui a Londra che James inizia però a frequentare, con il suo compagno, degli incontri sulla fede, e che James si converte iniziando a ripensare la sua intera esistenza e il modo in cui aveva impostato le proprie relazioni con gli altri. Specialmente con l’universo maschile, a causa dei problemi avuti nell’infanzia, considerato come qualcosa di diverso e impenetrabile, e per questo affascinante e attraente.
James racconta che, dopo aver vissuto un periodo di castità, forte dell’aiuto della preghiera, ha potuto sviluppare numerose amicizie, sia con uomini che con donne. [...] “Dopo tanto tempo”, scrive James, “ho iniziato a vedermi con una donna con la quale mi sono poi sposato e ora sono anche un papà: una cosa che la comunità gay mi aveva detto che non sarebbe mai e poi mai potuta succedere. […] Mi sono ripetuto per tutta la vita che le persone nascono gay, e invece a me è successo tutto il contrario”, racconta il ragazzo.

Ed è su queste basi, lontane da qualunque evidenza scientifica e frutto di quello che appare come un lavaggio del cervello da parte dell'integralismo cattolico (non è difficile notare, infatti, come tutti raccontino sempre la stessa infanzia quasi come se fossero stati convinti a farlo), ProVita si lancia in una affermazione gravissima. Probabilmente in assoluta malafede, scrive:

Omosessuale quindi, non si nasce (come testimonia anche quest’altra storia). Ne è convinto James Parker, uomo nuovo.

Inutile a dirsi, nella mente di un genitore omofobo, una simile frase rischia di essere un invito a non accettare i figli, a creare quelle condizioni che possano danneggiare gli adolescenti (se non direttamente ad ucciderli) sulla base di quello che è un mero pregiudizio diffuso a mezzo stampa da un'associazione che farebbe di tutto pur di danneggiare quei gay che Toni Brandi odia con tutto sé stesso. E non manca neppure la solita blasfemia nell'utilizzare il cristianesimo come giustificazione di quella che ha tutta l'aria di essere mera propaganda nazista. Ma, al solito, lo stato non sta tutelando i suoi cittadini e non sta fermando chi minaccia gravemente la salute della popolazione (nonostante la Costituzione sia molto chiara nell'imporre un intervento da parte della Repubblica).
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