Ronde religiose contro persone lgbti in Libano: una trans è stata tenuta legata ad una sedia per tre gioni


Ronde religiose contro le persone lgbt. È questa l'ultima follia di cui ci giunge notizia dal Libano. Vigilantes armati fino ai denti hanno organizzato posti di blocco in tutto il Paese con lo scopo di fermare le persone lgbt e consegnarle nelle mani della polizia, la quale provvederà a picchiati e umiliati.
Può così succedere che la cronaca ci racconti di una coppia di uomini gay che è stata fermata e portata ad una stazione di polizia. Qui sono stati scherniti e presi a pugni, ritrovandosi poi ad essere loro a dover affrontare un processo per omosessualità.
Una donna trans è stata arrestata dalla polizia e trasportata alla stazione di polizia di El Bayda. Qui le hanno sputato in faccia e le l'hanno lasciata legata ad una sedia per tre giorni. Durante l'interrogatorio, un ufficiale ha anche iniziato a togliersi i vestiti chiedendole di far sesso. Se la donna avesse accettato, probabilmente quell'atto sarebbe stato utilizzato come prova contro di lei. Nel suo caso il processo verrà evitato perché ha richiesto asilo al Canada.

I gruppi armati non ufficiali hanno aggiunto i propri posti di blocco a quelli ufficiali, in un Paese in cui si sta innalzando la sicurezza a fronte della minaccia rappresentata dai combattimenti in Siria, tra cui il Fronte Al-Nusra, parte di Al-Qaeda, e lo Stato islamico.
Ai posti di blocco, i telefoni cellulari vengono perquisiti alla ricerca di video, immagini o musiche che possano ricondurre a gruppi terroristici o ai altri militanti nella guerra civile siriana. Ma spesso è in questo modo che la polizia e i vigilantes identificano le persone lgbti, leggendo i messaggi personali, osservando le applicazioni istallate o analizzando la cronologia di navigazione.
Bertho Makso, presidente di Proud Libano, denuncia come quei posti di blocco non siano stati creati per identificare le persone lgbt, anche se il giro di vite sulla sicurezza generale ha portato ad un alto numero di arresti arbitrari. A ciò si aggiungono iniziative private, come la serie di raid che l'esercito libanese ha condotto in una casa nella periferia nord di Beirut notoriamente usata da rifugiati gay e trans. Un uomo è stato arrestato e detenuto per diversi giorni.
Ed ancora, alcuni vigilantes hanno arrestato un gruppo di uomini che lavoravano come guardie di sicurezza di un cantiere situato in un sobborgo meridionale di Beirut. Gli uomini, per lo più siriani, sono accusati di sodomia.
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