Bagnasco torna a sostenere che le famiglie gay non meritino alcun riconoscimento sociale: un bene che la Chiesa esige sia riservata ai soli eterosessuali


I gay hanno fin troppi diritti e le loro unioni non meritano alcuna tutela giuridica se sgraditi ai prelati. È questo il senso del discorso pronunciato da cardinale Angelo Bagnasco nel suo intervento all'assemblea annuale della Cei, riunita in Vaticano, e inaugurata per la terza volta consecutiva da Papa Francesco.
Il porporato non ha mancato di affermare quella che lui vuole si legge dello stato a danno delle minoranze a lui non gradite, non senza risparmiarsi dal ricorso a slogan populisti e privi di qualunque coerenza logica: «Non si comprende –dice– come così vasta enfasi ed energia sia stata profusa per cause che rispondono non tanto a esigenze, già per altro previste dall’ordinamento giuridico, ma a schemi ideologici. La recente approvazione della legge sulle unioni civili, ad esempio, sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia, anche se si afferma che sono cose diverse: in realtà, le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale, così già si dice pubblicamente, compresa anche la pratica dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà».
Non è chiaro cosa diavolo centro la maternità surrogata a cui accedono principalmente le coppie eterosessuali che possono godere dei servizi offerti da Putin (il quale garantisce l'anonimato della madre naturale e prezzi modici che sfruttino la povertà, contrariamente a quanto avviene in Canada o negli Stati Uniti dove le coppie gay devono comunque attenersi a regole ben precise), ma si sa ch e il vescovo non ha mai nascosto il suo odio verso la comunità gay e non ha mai risparmiato falsificazioni e strumentalizzazioni che potessero legittimare una ingiusta discriminazione.
La Chiesa Cattolica si conferma così la prima nemica della vita e della giustizia sociale, in quell'ottica in cui i vari porporati sostengono che i loro pregiudizi valgano più del creato e della'more fraterno che Gesù predicava.
Intenzionato dettare i crismi della legge civile, Bagnasco ha poi tuonato che «la famiglia si fonda sul matrimonio, come hanno dichiarato Papa Francesco e il Patriarca Kirill, atto libero e fedele di amore di un uomo e una donna. Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità, come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio viene estromesso dalla coscienza pubblica. La famiglia, aveva già ribadito il Santo Padre, è fondamento della convivenza e rimedio contro lo sfaldamento sociale».
Non poteva mancare il ricorso anche a quella fantomatica «ideologia del gender» creata dall'integralismo cattolico quale scusa per nascondere odio ed omofobia, tant'è che Bagnasco si è lanciato nel sostenere che si tratti di un qualcosa che «è sempre alle porte in modo strisciante» quale «espressione di una frustrazione e di una rassegnazione che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa confrontarsi con essa».
tanto basta ad augurarsi che qualche gruppo davvero cristiano possa dedicarsi a pregare per la salvezza di Bagnasco, un uomo che ormai appare divorato dal suo odio al punto da mettere in discussione l'opera di Dio nel nome del suo pregiudizio personale. Che Dio possa avere pietà di lui.
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