Dai cattolici un solo grido: «Al posto di pensare ai diritti altrui. Renzi pensi a darci altri privilegi»


L'ipocrisia e la falsificazione della realtà è la linea propagandistica scelta dai sedicenti cattolici per attaccare le famiglie gay nella speranza di riuscire a sottrargli ogni riconoscimento giuridico. Una violenza che viene riproposta tale e quale praticamente da tutte le testate, evidenza di un pensiero unico che si sta cercando di inculcare fra i fedeli.
Ad esempio è Famiglia Cristiana a sostenere che «la legge sulle unioni civili, appena approvata, lascia tanti motivi di preoccupazione» per tutte quelle persone che già godevano dei diritti necessari alla loro vita e che si sono dimostrate terrorizzare all'idea che il benessere altrui potesse sottrarre loro qualcosa. Ma nell'ottica propagandistica dell'integralismo cattolico, ecco che si è pronti a sostenere che il riconoscimento di tutte le famiglie (al di là dei distinguo basati sulle caratteristiche naturali dei loro componenti) sia da intendersi come «un tema etico così delicato, così divisivo nel Paese».
In realtà sappiamo bene che non ci fosse nessuna divisione reale: c'era la società civile da una parte e la Chiesa Cattolica dall'altra. E quest'ultima non era disposta ad arrestare di un solo passo nel chiedere che i diritti costituzionali delle minoranze non venissero riconosciuti come richiesto dalla sentenza emessa nel 2010 dalla Consulta. Dopo trent'anni di inutili discussioni e dopo ripetute condanne per la violazione dei diritti umani, davvero questa gente avrebbe sperato si potesse continuare a discutere all'infinito di quanto loro non fossero disposti a garantire pari dignità agli altri?
Stando a queste regole non avremmo manco il divorzio. Magari la Chiesa ne sarebbe stata felice, un po' meno Adinolfi che sarebbe stato costretto a restare con la sua prima moglie al posto di poterla abbandonare per risposarsi a Las Vegas...
Ma dato che qui non è la ragione ma la propaganda a guidare i cattolici, ecco che l'approvazione di una legge che tutela persone a loro poco gradite subito diviene una «arroganza dell’ennesima fiducia» da bollarsi come «una sconfitta per tutti» come indicato dal segretario della Cei, monsignor Galantino. Si dice anche che si è dinnanzi ad una «prova di forza del Governo ai danni del Parlamento, che non giova al Paese».
Poi, nonostante si stesse parlando dei diritti negati da chi gode di tutte le tutele, si arriva a sostenere che la legge sulle unioni civili fosse «un tema etico così rilevante per tutti gli italiani».

A rendere «etico» sarebbe il riconoscimento di pari dignità a tutte le famiglie oltre i distinguo auspicati dai cattolici. Tuona così il settimanale cattolico: «Il secondo motivo di grave preoccupazione sta nel merito del testo, carico di ambiguità e imprecisioni, che non tarderanno a emergere. Prima di tutto, l’impianto conserva una quasi totale assimilazione delle unioni civili al matrimonio, pur affermando – ipocritamente – che esse sono “formazioni sociali” nettamente distinte. Rimane una legge strabica, che chiederà costanti interventi ai giudici, con contenziosi continui, com’è facile prevedere. Non si presenta bene nemmeno la distinzione tra le “unioni civili complete”, riservate alle coppie dello stesso sesso, e la condizione di minorità dedicata alle coppie eterosessuali conviventi. Proprio questa legge, paradossalmente, introduce discriminazioni sulla base del sesso delle coppie».
Naturalmente ai giornalisti di Famiglia Cristiana non passa neppure per l'anticamera del cervello che una coppia etero può decidere se sposarsi o convivere, mentre ai gay tale scelta viene negata. Non paghi di averli discriminati nel sottrarre loro il matrimonio egualitario, ora sostengono che la loro unione debba essere equiparata a chi ha scelto di non sposarsi. Insomma, l'importante è che l'eterosessualità garantisca privilegi esclusivi.

Si passa così a negare i pronunciamento della Consulta e a sostenere che sia la Costituzione a reputare gli eterosessuali meritevoli di maggiori diritti e maggiori tutele:

Preoccupa, poi, l’atteggiamento dei sostenitori della legge, che da un lato la de finiscono un equilibrato compromesso, ma allo stesso tempo affermano, da subito, che «è solo il primo passo» verso la piena assimilazione del cosiddetto “matrimonio egualitario” stipulato tra persone dello stesso sesso (peraltro negato dalla stessa Costituzione, quella su cui ha giurato Renzi!). È il “cavallo di Troia” per introdurre dalla fi nestra quel che era uscito dalla porta. Già si parla, infatti, di rivedere la legge sulle adozioni, con l’esplicito obiettivo di dare un fi glio anche alle coppie omosessuali, nonostante su questo tema non ci sia un consenso nel Paese. Non ci si dovrà sorprendere, quindi, se la mobilitazione a difesa dei bambini e del loro diritto a un papà e a una mamma sarà forte e politicamente rilevante.

Ed infatti i bambini che muoiono di fame in Africa saranno sicuramente felici di sapere che i cattolici gli stanno negando la vita perché non vogliono assolutamente che qualcuno possa prendersi cura di loro a meno che non sia eterosessuale. Peccato che gli eterosessuali preferiscano poi farsi i figli da soli, motivo per cui i sedicenti "cattolici" risultano i primi carnefici e responsabili di quelle vite spezzate.

In conclusione non poteva mancare il sostenere che la politica deve occuparsi di cose piàù importanti che dei diritti di quelle minoranze a loro poco gradite come, ad esempio, il dare maggiori soldi agli eterosessuali. Dice infatti il settimanale cattolico: «Il dibattito su questa “legge malfatta”, più ideologica che rispondente a reali bisogni, continua a farci ignorare il vero tema che interessa gli italiani: la famiglia. Dove non si vede lo stesso impegno politico, nonostante il preoccupante calo delle nascite (solo 488 mila nel 2015), che mette in gioco il futuro e la sopravvivenza del Paese. In assenza di una seria politica familiare, a cominciare da un fi sco più equo, si continuano a dare le briciole e qualche “bonus” alle famiglie. La vera politica, quella “alta”, è una questione di priorità, in vista del “bene comune”. Questi giorni, purtroppo, hanno dimostrato che gli interessi di pochi prevalgono sui bisogni della stragrande maggioranza del popolo delle famiglie. Caro Renzi: non sarà il caso di “cambiare verso”?».
Insomma, Renzi dia più diritti a noi e la smetta di preoccuparsi di quei maledetti gay a cui noi vogliamo negare il diritto alla vita.
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