Dedicato ai martiri gay uccisi dalla Chiesa Cattolica


È in concomitanza con la Giornata mondiale contro l'omofobia che il presidente della Cei si è scagliato in uno dei discorsi più violenti ed omofobi degli ultimi giorni, riconfermando come la Chiesa cattolica sia la principale fonte di legittimazione dell'omofobia che sta condannando a morte migliaia di giovani.
Gesù non si è mai interessato a chi frequentasse il letto dei suoi fratelli, così come per trovare una qualche condanna all'omosessualità si è dovuto andare a cercare passi decontestualizzati del Levitico che condanna chi fa sesso con un altro uomo allo stesso modo di chi mangia crostacei o raccoglie la carcassa di un uccello morto: si è inventato il pretesto per continuare a legittimare una discriminazione basata su argomentazioni che con il cristianesimo non hanno nulla che vedere.
Non è stato Dio a dire che l'omosessualità è contro natura, ma alcuni filosofi greci che avevano osservato come gli animali facessero sesso per riprodursi e decisero di ipotizzare che la procreazione fosse la naturale conseguenza del sesso. In realtà sappiamo bene che l'omosessualità esiste praticamente in ogni specie e che quelle riflessioni si basavano su una visione parziale della realtà, ma è la storia a raccontarci come la Chiesa fu subito folgorata dalla possibilità di poter usare quel pretesto per impedire che i fedeli potessero trarre piacere dal sesso. Rendere peccaminoso un istinto naturale è ciò che avrebbe permesso lodo i poter condannare e perseguitare chiunque volessero, certi che prima o poi qualcuno avrebbe trasgredito alle loro regole.
Ci sarebbe da osservare che il sostenere che la natura non preveda atti sessuale al di fuori della procreazione appare un'idea assolutamente ascientifica e lontana da ogni logica. Ed il tutto è facilmente dimostrabile anche solo con il ricorso alla ragione: ad esempio sappiamo bene come l'astinenza dal sesso aumenti l'incidenza del cancro alla prostata, motivo per cui pare curioso che qualcuno possa sostenere che la natura voglia l'autodistruzione delle persone nel nome della privazione da un piacere. Gli unici a sostenerlo sono quelle stesse persone che si autoflagelli o che indossa cilici nella convinzione che il dolore e la sofferenza auto-inflitta facciano piacere al Dio. Ma anche nella storia sappiamo bene come cardinali e papi non si facessero mancare il piacere sessuale mentre lo negavano al popolo.
Considerato come l'omosessualità è naturale tanto quanto l'eterosessualità, l'attacco alla dignità umana da parte di vari prelati accecati dal pregiudizio non può certo considerarsi un qualcosa che si possa ricondurre al cristianesimo. Il timore è che ad interessargli sia solo il potere temporale, terrorizzati all'idea che la Chiesa possa ammettere di aver fatto un errore e possa veder minacciata la sua possibilità di imporre il pensiero del clero attraverso azioni volte a spacciarlo come un doma divino.
Per capire che l'interesse personale può anche avare la meglio sulla fede basta anche solo osservare gli scandali che hanno coinvolto la Chiesa o l'atteggiamento di quei prelati che non hanno esitato un solo istante ad utilizzare il proprio abito talare per cercare di restar impuniti dinnanzi ai loro crimini contro la società o contro i bambini.
Togliere dignità ad una relazione, strappare i genitori ai figli delle famiglie arcobaleno, negare l'esistenza dell'amore in un rapporto fra due uomini o due donne non ha nulla di cristiano: è solo violenza. Colpire un uomo nei suoi affetti o negare dignità ai suoi sentimenti significa privare un uomo della sua sua vita e, in alcuni casi, di privarlo anche della sua vita se il pregiudizio e lo stigma sociale che si è creato va a colpire una adolescente che non si è ancora creato una corazza sufficientemente robusta per reggere gli attacchi dei preti o di sedicenti "cristiani" che usano Dio come giustificazione alla violenza.
Basta leggere le cronache dei giornali per osservare come dietro quasi ogni crimine omofobo, ogni abbandono di minore dettato dall'orientamento sessuale o ogni violenza psicofisica a ragazzi gay ci sia sempre una presunta motivazione religiosa. E allora quanti altro ragazzi dovranno morire per mano di quella Chiesa che legittima questa violenza solo perché ha paura ad ammettere di aver commessi un errore? Quanto sangue dovrà essere versato perché i vari vescovi temono di poter essere privati di un superattico nel centro di Roma?
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