Dopo aver potuto divorziare grazie ai radicali, ora Adinolfi tuona: «Prego per l'anima di Pannella ma le sue "conquiste" sono falsi diritti»


Tra i personaggi più violenti e meno della nostra epoca, Mario Adinolfi non si è fatto scappare l'occasione di mescolare il suo uso politico della religione al suo disprezzo per le libertà altrui in un vergognoso messaggio volto a sfruttare la morte di Marco Pannella a fini elettorali.
Dalla sua pagina Facebook, il leader integralista scrive: «Prego per l'anima di Marco Pannella ma le sue "conquiste" sono falsi diritti. L'aborto è un crimine e ci batteremo per far vincere il diritto universale a nascere».
Ancora una volta la preghiera viene dunque trasformata in un'arma di offesa, scagliata contro chi gli ha permesso di poter divorziare dalla sua prima moglie per riposarsi a Las Vegas. Senza Pannella, infatti,oggi Adinolfi non avrebbe mai potuto lasciare la sua ex moglie e la sua seconda figlia non avrebbe mai visto la luce. Ma in ottica di propaganda populista volta a utilizzare il cristianesimo come una legittimazione della schiavitù, ecco che Adinolfi non esita a sputare nel piatto di quei diritti che ha ampliamene sfruttato per i suoi interessi.

Ma in fondo la campagna elettorale di Adinolfi è un continuo insulto verso tutto e tutti. Ad esempio è nelle scorse ore che si era lanciato nell'affermare:

Il Popolo della Famiglia a Roma e in tutta Italia si propone come unica formazione per l’obiezione di coscienza sulle unioni gay, per l’attiva battaglia contro la 194, per la natalità, l’incentivo al matrimonio, la libertà scolastica, il contrasto al gender, la vicinanza agli ultimi partendo da disabili e anziani, l’abbattimento delle tasse per la famiglia a partire da quelle numerose, il debellamento delle colonie del male della droga e delle prostituzione senza nessun cedimento alle teorie antiproibizioniste, con un’idea alta della libertà che parte dal diritto alla vita, dal diritto universale a nascere, contro i falsi miti di progresso, contro la cultura della morte, contro l’eutanasia e ogni cultura dello scarto[...] Per questo io personalmente mi sono candidato a sindaco di Roma per il Popolo della Famiglia.

Insomma, grazie a lui ci sarà il proibizionismo e l'imposizione forzata delle sue idee personali senza che alle persone sia lasciata alcuna libertà di scelta o di autodeterminazione nella vita. Una nuova dittatura fatta dall'imposizione di un pensiero unico e dal populismo di chi sostiene che la violenza sia compiuta nell'interesse comune, un po' come sostenevano anche i nazisti mentre «difendevano la razza» attraverso il genocidio delle minoranze. e questo con 'aggravante di dover assistere ad un tale totalitarismo predicato da chi non si è fatto problemi ad andare contro i precetti della Chiesa quando ha voluto cambiar moglie, salvo poi promettere di imporli con la violenza quando ad essere lesi non sono i suoi interessi.
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