Dopo Kung Ku Panda, Mario Adinolfi se la prende pure con Dory


Mario Adinolfi non ci sta. Lui vuole che i bambini maturino un pregiudizio omofobo e che sviluppino una propensione al bullismo che possa spingere verso il suicidio o l'autolesionismo il maggior numero di adolescenti possibili. Anzi, attraverso la sua vergognosa collaborazione con Luca di Tolve, è lui stesso a proporre una formula di tortura che possa colpire quei bambini che lui ha deciso di tormentare solo perché hanno un orientamento sessuale diverso dal suo.
Dato che la sua propaganda politica si basa elusivamente sulla creazione di inutili isterie e sul compiacimento dei pregiudizi integralisti, lo scorso marzo se la prese con Kung Fu Panda sostenendo che l'aver avuto un padre adottivo dopo la morte del padre naturale fosse da ritenersi «ideologia gender». Ora torna lanciarsi ancora una volta in commenti simili nei confronti del film "Alla ricerca di Dory".
Va premesso che non è possibile commentare le sue parole dato che il film non è ancora uscito nelle sale e nessuno lo ha mai visto, ma è sulla base di due fotogrammi contenuti nel trailer che Mario Adinolfi si dice certo che il pesciolino abbia due madri. E su quella informazione basata sulla sua sensazione ha costruito un'intera polemica. Si parte ovviamente dal suo proverbiale vittimismo, volto a sostenere che lui verga perseguitato perché l'unico uomo al mondo sufficientemente intelligente da aver capito l'esistenza di piani occulti che potrebbe causare la crescita di una generazione rispettosa verso tutti. E se così fosse, poi come potrebbe far soldi vendendo pregiudizio?

Dalle pagine dell'integralista Intelligonews, afferma:

Quando ho fatto la denuncia su Kung Fu Panda sono stato preso per matto e ho subito un'aggressione, un linciaggio mediatico anche da Fabio Volo. Evidentemente avevo centrato un punto che attenzione non è il singolo cartone animato, questo o il sequel di Frozen che pare anch'esso poter avere una svolta Lgbt. Quando noi denunciamo l'ideologia gender denunciamo qualcosa che c'è o siamo dei pazzi visionari? A noi sembra, noi moltitudine come Popolo della Famiglia che nel simbolo ha scritto 'no gender nelle scuole', di aver individuato il territorio dell'offensiva dell'ideologia gender. Riguarderà cioè i bambini in tenerissima età. Il panda, il pesciolino, la principessa di Frozen sono diretti a bambini di quattro, cinque anni.

Tirando in ballo persino sua figlia, aggiunge: «Mia figlia sa da cosa si è vestita a carnevale? Da principessa di Frozen. Evidentemente c'è un disegno organizzato e iperfinanziato per andare ad intervenire sui bambini».
Aggiunge poi che i cartoni animati sono «strumenti di persuasione di massa. Cartoni come questi toccano l'immaginario di centinaia di milioni di bambini. Si può allora chiedere almeno il dibattito, sapendo che non stiamo raccontando che gli asini volano?». Peccato che quelli che lui definisce «asini che volano» sono famiglie che sono sempre esiste, che esistono e che esisteranno anche dopo la sua morte.
Si tona così a parlare di oscuri complotti e ci si erge al pari dell'unico messia che può essere in grado di garantire generazioni indottrinate all'odio verso chiunque abbia diversi orientamenti sessuali o diverse identità di genere. le accuse lanciate hanno del surreale:

Conosco bene Frozen, ripeto mia figlia si veste da Elsa. Io non chiedo nulla alla Disney, ma chiedo agli Stati e alla cultura complessiva di un Paese, a questo punto a livello mondiale, di capire chi sta investendo rispetto al mondo Lgbt, quanti soldi stanno investendo e i luoghi dove si decidono queste strategie. Voglio che ci sia un libero dibattito, che la posizione di chi dice che non sta bene che Elsa abbia la fidanzata sia legittima e che lo sia il dibattito stesso. Se un dibattito di questo genere ci viene negato affermando che l'ideologia gender non esiste, che la nostra costruzione è arbitraria e che noi se ne parliamo siamo degli omofobi che vanno messi in galera con la legge Scalfarotto, evidentemente siamo su un territorio che nega alla radice il dibattito. Io non chiedo niente alla Disney, ma voglio costruire un dibattito pubblico in cui la legittimazione delle nostre posizioni deriva da un'osservazione fatta in tempi non sospetti. Quando lo dicevamo su Kung Fu Panda ci davano tutti dei pazzi. Tutti! Indistintamente".

Qualcuno direbbe che l'erba voglio non cresce neppure nel giardino del re. Eppure lui «vuole» un dibattito pubblico su temi che sta pubblicamente dibattendo da anni senza mai aver portato una sola argomentazione che vada al di là di un qualche slogan ripetuto a pappagallo. Per trentenni si è dibattuto a vuoto con l'unico scopo di ritardare una legge inevitabile ed ora Adinolfi vuol fare la finta vittima dicendo che non si è parlato abbastanza dell'argomento e che bisognerebbe passare i prossimi trentenni a ripetere slogan a casaccio per privare alcuni cittadini dai loro diritti costituzionali?
Anche perché quui c'è un errore di fondo. la legittimazione di un pregiudizio e della violenza non sono opinioni. Altrimenti perché qualcun altri non dovrebbe pretendere un dibattito parlamentare basato sulla sua "opinione" riguardo al fatto che lui non è contrario a bruciare gli ebrei nei capi di sterminio? O perché mai non dovremmo dibattere dell'"opinione" di quei leghisti che vorrebbero poter picchiare a sangue gli immigrati che incontrano per strada? Anche loro dicono di non essere xenofobi e razzisti,, allat stregua con cui l'omofono Adinolfi nega di essere omofobo mentre organizza convegno in cui invita gente che vorrebbe "curare" l'omosessualità.

Alla stregua dei peggiori democristiani, il leader integralista non manca di aggiungere che la sua crociata d'odio volta a danneggiare il maggior numero dei bambini sia fatto per garantire agli omofobi "il diritto" di poter indottrinare la prole contro le minoranze. Il tutto, violentemente, presentando i carnefici come vittime:

Perché questo investimento viene compiuto, da chi e in che modo viene propagandato. Voglio luoghi pubblici di confronto in cui sia legittima la posizione di chi dice di lasciare stare i bambini. Lasciate stare i bambini. Questa è la nostra battaglia, la facciamo da tempo sui media perché abbiamo capito prima di altri quello che stava accadendo. E ora lo facciamo anche in territorio politico presentandoci alle elezioni.

Le elezioni. Quello è il suo scopo. Non ci vuole molto per capire che chi chiede di poterà vere una sedia e un lauto stipendio al Campidoglio promettendo che così potrà mettere becco sulla produzione della disney è un imbonitore che sta prendendo in giro la gente.
E se vogliomo parlare di chi realmente vuole mettere le mani sui bambini, Adinolfi ci spighi perché a Torino ha chiesto di poter installare giochi gonfiabili che potessero attrarre i bambini in modo da propinare loro discorsi omofobi in cui gli omosessuali venivano presentati come gente malata.
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