Eugenia Roccella dice che le unioni civili la fanno sentire discriminata in quanto eterosessuale


Se non fosse per la sua ostentata omofobia, probabilmente nessuno saprebbe dell'esistenza di Eugenia Roccella. Si tratta di una donna che ha basato la sua intera carriera praticamente solo su un una costante e continua crociata contro i diritti delle minoranze, riproponendo ideologie non troppo dissimili da quelle che portarono alla teorizzazione della "razza ariana".
Ovviamente risulta una delle firmatarie della richiesta di referendum abrogativo contro le unioni civili, insieme a Quagliariello (movimento Idea), Molteni e Simonetti (Lega Nord), Sacconi e Formigoni (Ap), Gasparri, Malan e Palmieri (Forza Italia), Fucci e Tarquinio (CoR) e Rampelli (Fdi). I nomi sono sempre quelli, nostalgici della tradizione e difensori dello status quo, personaggi spaventati all'idea che qualcosa possa cambiare e che i loro privilegi possano essere messi in discussione da leggi che non portano loro un vantaggio diretto. Insomma, sono quelli che si domandano perché mai bisognerebbe dare una mela ad un bambino che muore di fame se la si può tenere nel cassetto nel caso in cui venga un languorino.

Solo in questa chiave si può capire come la donna possa ora sostenere che gli eterosessuali siano discriminati rispetto ai gay perché esclusi da quel nuovo ordinamento che ha preteso fosse creato dopo essersi battuta affinché ai gay non fosse permesso di potersi sposare. Siamo in una situazione paradossale, in cui l'integralismo si attacca alle loro stesse richieste per cercare di attaccare le leggi che non vogliono siano approvate.
E non è neppure una novità: la legge sul contrasto all'omofobia è stata affossata proprio dopo che i cattolici hanno preteso es ottenuto che i termini «orientamento sessuale» ed «identità di genere» fossero sostituiti con «omofobia». la loro richiesta era di impedire che una legge potesse prendere atto dell'esistenza di orientamenti sessuali diversi dall'eterosessualità, ma poi si sono attaccati alle loro richieste di modifica per sostenere che la norma avrebbe discriminato ed escluso gli eterosessuali dalla sua applicazione. Si fosse approvato il matrimonio egualitario o si fosse introdotta una aggravante per ogni discriminazione basata sull'orientamento sessuale, il problema non si sarebbe posto. Ma qui si è dinnanzi a gente che pretende modifiche a cui poi appellarsi per sostenere che le modifiche concesse risultino discriminatorie.

Fatto sta che oggi la Roccella dichiara tronfia: «Il comitato ha depositato oggi in Cassazione il quesito per il referendum. Chiederemo agli italiani se vogliono mantenere diritti e obblighi reciproci per le coppie di fatto, di qualunque orientamento sessuale siano, eliminando però la parte della legge che apre alle adozioni gay e all'utero in affitto, ricalca il matrimonio, e discrimina i conviventi eterosessuali, negando loro, per esempio, la pensione di reversibilità, anche in presenza di figli».
Naturalmente si potrebbe ricordarle che una coppia eterosessuale può sposarsi ed ottenere molti più diritti di una coppia unita civilmente, ma l'evidenza è che l'unico obiettivo dsi afare del male ai gay e non certo occuparsi della realtà delle cose. Ancor pià osservando come la donna si sia premurata di assicurare che manterrà ogni vantaggio per gli etero e che interverrà solo contro le famiglie gay (peraltro utilizzano una parte della legge che risulta stralciata come cavallo di battaglia di una guerra basata solo sul pregiudizio e sulla volontà di colpire i bambini nati in famiglie a lei non gradite). Il giorno in cui questa gente riuscirà a spiegare in che modo il togliere tutele ai bambini già nati dovrebbe avere effetti sulla modalità che li ha portati alla luce, forse potermo anche ipotizzare che non è solo l'odio a far muovere i loro passi.

A proposito. Eugenia Roccella era una di quelle che diceva che le unioni civili «non sono una priorità». E allora perché il cercare di distruggerle pare essere diventata improvvisamente la sua unica priorità?
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