Genova: 19enne picchiato perché gay


Nella notte del 6 maggio si è verificata una nuova aggressione omofoba nel centro storico di Genova. A raccontare l'accaduto è stata la stessa vittima, che attraverso un messaggio pubblicato su Facebook spiega: «Stanotte sono stato aggredito da un gruppo di omofobi perché cercavo di difendere i miei diritti. Mi hanno picchiato, sono stato colpito con una tavola di legno alla testa. Non sono scappato. Ho combattuto. Dobbiamo lottare per i nostri diritti. Lottiamo, e se non ci ascoltano spacchiamo ogni cosa. Le donne hanno rotto vetrine e fatto saltare strade per ottenere una (sottospecie) di parità. Ora tocca a noi. Basta cercare di non essere visti, o sperare che le persone che ci stanno intorno non ci odino per quello che siamo. Noi ora stiamo cambiando la storia e dobbiamo lottare. Ora basta».
Siamo dunque dinnanzi ad un nuovo episodio di violenza dettata dall'omofobia e del pregiudizio, anche se appare incoraggiante osservare come le nuove generazioni siano sempre meno disposte a subire in silenzio. Ciò che ha permesso ai gruppi omofobi di poter imporre le loro discriminazioni è quell'omertà che sino a non troppo tempo fa derivava da chi aveva paura a rendere pubblico il proprio orientamento sessuale e che preferiva evitare di sporgere denunce pur di non subire nuove vessazioni.
In un'intervista a Repubblica ha poi aggiunto: «Hanno cominciato con i luoghi comuni, e continuato con gli insulti, chiamandoci froci, e non ripeto cos’altro. Ma io non sono riuscito a stare zitto, gli ho risposto di smetterla, di andarsene». Ed ancora: «Come sto ora? Ho un gran mal di testa e male a una spalla, ma so che sarebbe potuta finire molto peggio. La cosa bella è che a soccorrermi sono arrivati due ragazzi albanesi e uno brasiliano, alla faccia dei luoghi comuni sugli stranieri [...] Il mio obiettivo, più che la denuncia, è mandare un messaggio: dicono che i gay hanno già troppi diritti, ma non abbiamo neanche quello a una vita tranquilla. Noi li abbiamo fermati. Ma se succede a qualcuno che non riesce a difendersi?».

Dinnanzi all'accaduto, Arcigay Genova ha commentato: «Con grande dispiacere apprendiamo che nella notte del 6 maggio ha avuto luogo a Genova un’altra aggressione di stampo omofobo. Dopo l’aggressione avvenuta al capolinea dell’autobus di piazza Caricamento l’estate scorsa e dopo la recente aggressione di Sampierdarena, arriviamo al terzo grave atto di omofobia in meno di un anno. Questa volta un gruppo di ragazzi è stato aggredito verbalmente nei luoghi della movida del centro storico e uno di loro, dopo avere risposto alle offese, è stato attaccato e percosso», si legge in una nota. Secondo Claudio Tosi, presidente di Arcigay Genova, «questo è un atto gravissimo: è venuto il momento di interrogarci su come sia realmente l’omofobia in questa città. Genova è sicuramente una città inclusiva, ma ne stiamo scoprendo i limiti».
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