Il 65% dei messicani sostiene il matrimonio egualitario


Secondo un recente sondaggio, l'opinione pubblica messicana supporta l'iniziativa del presidente per una modifica alla Costituzione e al Codice Civile nazionale che possa portare al pieno riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Il 65% della popolazione si dice favorevole all'introduzione del matrimonio egulaitario, il 18% sostiene che le famiglie gay debbano avere dei diritti inferiori a quelli riservati agli eterosessuali e solo il 25% si oppone a qualsiasi tutela giuridica. Solo 16 anni fa la percentuale era diametralmente opposta, con il 62% della popolazione contraria alla pari dignità delle famiglie gay.
I dati mostrano anche come il 45% della popolazione sia convinta che tali norme porteranno ad una società più democratica e rispettosa dei diritti di tutte le persone, il 19% ritiene che sia un atto senza precedenti per la parità dei diritti gay e il solito 25% lo vede come un atto inaccettabile che colpisce i "valori morali" della famiglia.
L'86% dei messicani è favorevole al contrasto della discriminazione nei confronti degli omosessuali (con oltre 10 punti in più rispetto al marzo del 2010) e il 64% vede nell'omosessualità un modello accettabile di vita (12 punti in più negli ultimi sei anni). L'unico dato negativo è come il 54% si dica ancora contrario all'adozione per le coppie formate da persone dello stesso sesso, anche se va sottolineato come quella percentuale fosse del 75% nel 2010 (il trend lascia dunque intendere che l'opinione pubblica stia cambiando anche su questo tema).
Pare quasi scontato notare come la fonte di ogni contrarietà all'uguaglianza dei diritti sia rappresentata principalmente dalla Chiesa Cattolica. Il 63% di chi si professa cristiano si dice convinto che il matrimonio tra persone dello stesso sesso costituisca un peccato e il 58% lo considera «un attacco alla famiglia». Un'ulteriore analisi di questi dato ha però evidenziato come questa posizione interessi principalmente i cattolici più conservatori (62%) e non i cattolici in generale.
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