Mercanti di pregiudizio


«Non posso che esprimere tutto il mio sostegno a Massimo Gandolfini, promotore del Family Day cui ho partecipato come unico candidato Sindaco milanese». È quanto dichiara Nicolò Mardegan, candidato Sindaco per la lista civica di centrodestra NoixMilano. Sarebbe interessante capire anche per che che cosa esprima «solidarietà» a Gandolfini, dato che generamene la si esprime alle vittime di un sopruso e non ai carnefici. Chissà, forse è solidale con lui perché non è riuscito ad annullare i diritti altrui e li ha solo scalfiti. O forse è solidale con lui dati che tutta la messa in scena su fantomatiche «ideologie» appare come un qualcosa di creato a tavolino per offrire vantaggio elettorale ai partiti di estrema destra come la Lega.
Ma ormai la politica dell'odio si basa su questo: politi incapaci di proporre soluzioni o progetti decenti non hanno altra via di uscita se non promettere che grazia a loro qualcuno vivrà peggio. Loro non danno diritti, li tolgono e chiedono di essere premiati per questo.
Mardegan afferma poi che «il Governo Renzi e purtroppo anche i due candidati alle Amministrative a Milano, Beppe Sala e Stefano Parisi, continuano a mostrare la loro mancanza di rispetto verso il nucleo familiare e il loro disinteresse a confrontarsi con una realtà così importante per la nostra società e il nostro futuro. Mi trovo quindi a sollecitare il premier Matteo Renzi ad accettare un incontro con Massimo Gandolfini e parlare di questo tema così importante».
Anche qui non si comprende se si sia dinnanzi a uno scherzo di pessimo gusto o se il politico stia solo ostentando la sua totale ignoranza sul tema, dato che l'affronto di veder Gandolfini e la sua cricca ospitata in ogni sede istituzionale durante l'intero iter della legge è un atto che abbiamo già subito.

Ma se questo avviene a Milano, non va meglio a Roma dove Marchini promette che lui non celebrerà unioni gay: «Non ho nulla contro il riconoscimento dei diritti civili -ha dichiarato- ma non è compito del sindaco fare queste cose per cui non celebrerò unioni gay se dovessi vincere le elezioni».
Pronta è giunta la replica del ministro per le riforme Maria Elena Boschi, la quale ha ricordato: «Per quanto riguarda i sindaci, credo che ogni sindaco è chiamato a rispettare e applicare la legge. Se il Parlamento italiano approverà una legge sulle unioni civili mi auguro che i sindaci siano i primi a rispettare una legge dello Stato».
A loro si è poi aggiunta anche Giorgia Meloni che, dagli studi di Ballarò, ha dichiarato: «Farei rispettare la legge ma non le celebrerei personalmente». Insomma, lei sarebbe solo il sindaco dei cittadini eterosessuali mentre a quelli omosessuali farebbe tranquillamente capire che lei non li ritiene degli di alcun rispetto.
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