Poggibonsi. Forza Italia tenta di far revocare il patrocinio al Toscana Pride: «È propaganda gay»


Se le destre impiegassero nella promozione del bene comune anche solo la metà delle energie che sono solite investire nella promozione dell'omofobia, forse oggi vivremmo in un mondo migliore. Fatto sta che il sindaco di Poggibonsi, David Bussagli, ha ufficializzato il patrocinio del Comune al Toscana pride. La sua scelta è stata così argomentata su Facebook: «Perché non si toglie niente a nessuno. Perché qualcuno avrà qualcosa in più. Perché si concorre alla piena realizzazione delle persone. Perché sulla dignità delle persone non si discute. Tutto qui».
Tanto è bastato per mandare su tutte le furie le destre, inferocite all'idea che il Comune potesse promuovere la dignità sociale anziché dedicarsi alla promozione dell'odio (che tanto frutta in termini elettorali alle destre xenofobe e neofasciste). La capogruppo di Forza Italia, Alessandra Ticci (nella foto), ha persino convocato la commissione Controllo e Garanzia del Comune per chiedere che l'atto sia revocato. Nella sua mozione spiega le argomentazioni da azzeccagarbugli che è riuscita a trovare:

Riguardo alla concessione di patrocinio al Toscana Pride che si svolgerà a Firenze, tutte le opposizioni hanno concordato nel portare l'argomento in commissione, non tanto per l'ideale portato avanti, che in quanto tale va più che rispettato, ma in funzione del fatto che la concessione del patrocinio non risulta pienamente in linea con quanto affermato nel Regolamento per la concessione dei patrocini approvato dal Comune, dove all'articolo 3 punto E viene affermato che la concessione può essere affidata alle iniziative che 'se volte fuori dal territorio cittadino, rientrino nel quadro di manifestazioni di promozione dell'immagine del Comune di Poggibonsi' e la manifestazione in oggetto non sembra rientrare in questo contesto. Inoltre nell'articolo 5 del medesimo Regolamento, vengono valutate le esclusioni dalla concessione di patrocinio e nello specifico si afferma che vengono escluse da tale concessione 'le iniziative e le manifestazioni che siano promosse da partiti o movimenti politici, da organizzazioni, comunque denominate, che rappresentino categorie o forze sociali, ad esclusivo fine di propaganda o proselitismo'". Un regolamento, come ha sottolineato Alessandra Ticci che cozza invece con "la delibera di Giunta che ha dato il patrocinio all'iniziativa Toscana Pride, un percorso politico che vedrà iniziative su tutto il territorio regionale ed una manifestazione finale con parata il che risulta ben poco in linea con quanto affermato dal Regolamento".

Sinceramente non è chiaro in che modo i diritti costituzionali e l'uguaglianza sociale previsti dalla Carta Fondamentale dovrebbero risultare propagandistici. Forse qualcuno dovrebbe spiegarle che qui non siamo in Russia e che qui le leggi omofobe di Putin non hanno valore. Sostenere che la rivendicazione di diritti sia «propaganda o proselitismo» è un atto ignobile, oltre che espressione di una totale e completa disinformazione.
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