ProVita: «Noi discriminati dalla unioni civili, non potemo più mostrare disapprovazione verso la condotta omosessuale»


L'associazione ProVita Onlus è una di quelle realtà in prima fila nella promozione della discriminazione e dell'omofobia, motivo per cui in queste ore è incessantemente impegnata nel propagandare presunte "raioni" che dovrebbero spingere gli integralisti a rifiutarsi di accettare la legge sulle unioni civili.
Esattamente come stanno facendo tutti gli altri siti ultra-cattolici, anche loro non hanno mancato di far leva sul dio denaro nel sostenere che l'assenza di pari diritti permetterebbe agli eterosessuali di poter mettere le mani sui contributi versati dai gay, in modo tale da ottenere un guadagno personale a danno di persone che verrebbero ridotte ad una sorta di schiavitù utile a garantire loro dei privilegi economici. Per la serie: lasciamoli morire e gustiamoci i loro soldi.

Ma non solo, in un articolo dal titolo "La famiglia fuorilegge", l'associazione integralista enumera i motivi che sostengono dovrebbero portare tutti ad opporsi alla pari dignità di tutte le famiglie:

Il primo riguarda la definizione stessa di famiglia. Fino a ieri si era liberi di ritenere la famiglia cosiddetta tradizionale come la vera famiglia e da domani si sarà liberi di continuare a farlo, ovviamente, ma da oggi lo Stato afferma l’opposto. Che significa?
Significa che se l’esistenza della cosiddetta famiglia omosessuale, fino a ieri, non era che poco più dell’opinione di chi intendeva chiamare così le unioni fra persone dello stesso sesso, da domani sarà la scelta di considerare la famiglia tradizionale come la vera famiglia a divenire –ufficialmente– null’altro che opinione: il che sul piano educativo – si pensi a dei genitori intenti a trasmettere ai loro figli le proprie convinzioni cristiane – rappresenta uno tsunami. Ma è solo l’inizio.

Spiegata l'intenzione di far di tutto perché l'omosessualità venga vista come innaturale e fonte di discriminazione, si passa a lamentare come loro temono di non potranno più dare libero sfogo ai loro pregiudizi attraverso attacchi violenti e ideologici contro l'esistenza delle minoranze:

Esiste infatti anche un seconda criticità dovuta all’approvazione delle unioni civili, vale a dire la sostanziale entrata in vigore della legge contro l’omofobia.
Il disegno di legge Scalfarotto, lo sappiamo, non è (ancora) stato approvato, ma nel momento in cui lo Stato italiano –come sta facendo– inizia a riconoscere come matrimoniale l’unione gay, sarà ancora lecita la disapprovazione della condotta omosessuale? Formalmente sì, praticamente no; e a coloro che condividono questa posizione che già oggi non gode di buona fama toccheranno sempre più diffidenza, scherno, isolamento. Il che, oltre che preoccupante, è anche paradossale. Infatti l’introduzione cosiddetto ‘matrimonio omosessuale’– come mostrano i casi di tanti Stati europei– non risulta aver eliminato e forse neppure ridotto gli episodi di discriminazione cosiddetta omofoba.
Eppure la discriminazione, con le unioni civili, inizierà invece ad intensificarsi nei confronti di coloro che non esprimeranno convinto entusiasmo non tanto verso le persone attratte da soggetti dello stesso sesso (persone che, in quanto tali, vanno sempre accolte ed amate), bensì verso gli atti omosessuali. E poco importa che a riservare parole non tenere ai rapporti omosessuali siano stati, nei secoli, pensatori del calibro di Platone (Leggi, 836 B), Aristotele (Etica Nicomachea, 1148b 24-30), e Kant (Metafisica dei costumi § Dottrina del diritto): si sarà tutti, indistintamente, bollati come fondamentalisti cristiani e trattati di conseguenza.

La teoria è più o meno sempre quella: si sostiene che sia giusto discriminare gli altri perché altrimenti sarebbero loro a sentirsi tali se non avessero il diritto di vomitare odio. La premessa e la conclusione del discorso è che loro devono avlere piàù degli altri e che i loro diritti valgano più della libertà altrui. ma non finisce qui. Aggiungono:

La terza – e più grave – implicazione antropologica delle unioni civili sta però nel fatto che, con messa al bando la concezione di famiglia come unione fondata sul matrimonio fra uomo e donna – unione che diverrà solo una delle tante possibili varianti di ‘famiglia’ -, sarà presto il turno delle adozioni omosessuali, il che non determinerà soltanto la crescita di bambini senza un padre o senza una madre, aspetto già avvilente, ma addirittura di bambini che non sapranno mai, poiché ne saranno privati ab origine, che cosa sia avere una madre o che cosa avere un padre; nella sbornia dei diritti, i loro –che pure sono i soggetti più deboli– verranno così dimenticati.

Tutte le propagande e tutti i regimi hanno sempre usati i bambini come scudi umani da utilizzare a proprio piacimento per nascondere le proprie ideologie. Evidentemente anche ProVita non intende smettere di fare altrettanto nel sostenere che figli delle famiglie omogenitoriali non sarebbero mai dovuti nascere (perché in fondo questa è la loro richiesta).
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