Rodolfo De Mattei: «L'omosessualità è una malattia che deve essere giustamente stigmatizzata»


Con la pubblicazione di un libro intitolato "Gender Diktat", Rodolfo De Mattei è divenuto un vero e proprio per l'integralismo anti-gay. Lo ritroviamo a scrivere articoli per ProVita, Corrispondenza Romana, Basta Bugie, Radici Cristiane o Nocristianofobia.
Già in passato la sua propaganda si è spinta sino a sostenere che lo sperma dei gay possa contagiare gli eterosessuali o che sia «un indottrinamento sociale ritenere normale l'omosessualità». Dato che in Italia questo genere di discorsi d'odio non hanno mai incontrato alcun contrasto da parte delle istituzioni, inevitabile è come il loro tenore si faccia sempre più violento.

L'ultimo affondo è un attacco al progetto di legge presentato da Sergio Lo Giudice per chiedere il divieto delle fantomatiche "terapie riparative dell'omosessualità" sui minori, vere e proprie torture barbare che non hanno alcun fondamento scientifico e che spesso spingono le vittime verso l'autolesionismo e il suicidio. Scrive De Mattei:

La premessa del disegno di legge rappresenta un vero e proprio excursus ideologico della propaganda omosessualista in cui i proponenti hanno messo insieme le conquiste ottenute dal movimento LGBT lungo il “percorso di depatologizzazione dell’orientamento omosessuale” a partire dal fatidico 1973, anno in cui l’American Psychiatric Association eliminò la diagnosi di omosessualità egosintonica dal DSM, il Manuale Diagnostico e Statistico delle Malattie Mentali. Una derubricazione –è superfluo ricordarlo– frutto non di particolari risultati scientifici raggiunti ma piuttosto del singolare contesto socio-politico di quegli anni.

Si passa così a sostenere che il divieto alla pratica di azioni ideologiche che possano ledere la salute mentale dei minorenni sia un qualcosa che «vorrebbe addirittura impedire alle figure preposte la libertà di esercitare la propria attività professionale». Ma questa è solo la premessa che porta l'autore dell'articolo ad un'affermazione di una gravità inaudita:

Che l’omosessualità non possa essere curata è una delle affermazioni più devastanti della propaganda omosessualista. Fino al 1973 attorno all’omosessualità veniva fatta una seria ricerca scientifica e assumere uno stile di vita omosessuale era un comportamento “sconsigliato” e, in quanto contro natura, giustamente stigmatizzato.
Dal 1973 in avanti la progressiva campagna di sdoganamento dell’omosessualità al motto di “gay is good” ha capovolto la situazione, portando, da un lato, ad arrestare totalmente la ricerca scientifica in materia e, dall’altro, a far sì che la classe medica passasse da un atteggiamento di corretta ed sana prevenzione alla sua promozione secondo lo slogan politically correct di “sei come sei”. Un approccio folle e antiscientifico che induce gli adolescenti più fragili ad assecondare i propri istinti e pulsioni sessuali, per altro confusi e traviati dalla martellante propaganda gender, al di là di ogni legge naturale. Una vera e propria ribellione contro la ragione e la realtà!

Insomma, si afferma che i gay sono dei malati e si negano i risultati di qualunque ricerca scientifica sia avvenuta dopo il 1973 solo perché poco utile a poter sostenere una tesi tanto delirante. Ma non solo, De Mattei invita anche i suoi lettori all'omofobia sostenendo che l'omosessualità sia un orientamento sessuale che deve essere «giustamente stigmatizzato».
A rappresentare un pericolo per la vita stessa dei minori è il suo sostenere che agli adolescenti gay debba essere vietato di poter essere sé stessi, ritrovandosi così ad invitare i genitori bigotti ad una vera e propria violenza domestica verso i figli.

Anche nella conclusione si torna ad affermare che i gay devono essere viti come "anormali" e che l'assenza di discriminazione sia ciò che non li porta a "curare" ciò che in realtà non è altro che una naturale variante dell'orientamento sessuale:

In un mondo capovolto, lo stigma sociale nei confronti dell’omosessualità e, poi, l’omofobia interiorizzata sono divenuti le vere cause del malessere delle persone omosessuali e, in conseguenza di ciò, la soluzione proposta è quella di costruire un diverso clima culturale, atto a far sentire finalmente “normali” coloro con pulsioni sessuali verso persone dello stesso sesso. Una soluzione chiaramente ideologica, presa in nome del principio di non discriminazione, che, paradossalmente, nella realtà, finisce per abbandonare al loro involontario e insoddisfatto destino i tantissimi omosessuali in lotta con i propri istinti.
Dopo aver ottenuto la legge sulle unioni civili, tale intollerante ed ideologico provvedimento, assieme al “ddl Scalfarotto” sull’omofobia, costituisce un altro tassello del prepotente, e sempre più aggressivo, piano di “normalizzazione” dell’omosessualità.

L'articolo è apparso sull'"osservatorio gender" dell'associazione Famiglia Domani, una realtà fondata nel 1987 dal marchese Luigi Coda Nunziante, tesoriere ed esponente di spicco del Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante ed amministratore de Il Secolo d'Italia. Dal 2011 organizza una "marcia nazionale per la vita" a Roma a cui partecipano tutti i partiti di estrema destra e vari movimenti omofobi che vanno dall'associazione ProVita Onlus siano ai Giuristi per la vita. A loro è stato dato anche l'appoggio del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

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