Scandroglio: «Va impedito che l'omosessualità riceva riconoscimento e tutela da parte dello Stato»


Prosegue l'azione di indottrinamento al pensiero unico da parte dell'integralismo cattolico, intenzionato a creare avversione verso i diritti delle minoranze attraverso la pubblicazione simultanea di articoli propagandistici proposti dalle pagine di realtà anti-gay come Corrispondenza Romana, Cultura Cattolica, Il Timone, La Croce, La Nuova Bussola Quotidiana, Notizie ProVita e Osservatorio Van Thuan.

È in quel contesto che Tommaso Scandroglio si è lanciato nel lamentare che «l’omosessualità e le condotte che la esprimono non sono più rispettivamente una condizione e comportamenti privati scevri di rilievo e interesse pubblico, ma la prima diventa uno status giuridico e le seconde veri e propri diritti. Sia tale status che i diritti sono dunque da oggi meritevoli di riconoscimento e tutela da parte dello Stato. Quest’ultimo, anche nella prospettiva liberista che lo permea, considerava sino a ieri l'omosessualità come fenomeno sociale indifferente al bene comune».
Insomma, i gay non servirebbero a nulla e l'eterosessualità sarebbe ciò che garantirebbe il bene comune a prescindere, anche quando sterile o quando due persone di sesso opposto non vogliono avere figli. Dinnanzi a situazioni familiari identiche, il solo fatto di infilare il pene in una vagina è ciò che lo stato dovrebbe premiare con privilegi e diritti esclusivi quasi come se quell'eiaculazione sia stata compiuta per il bene della nazione tutta (forse anche anche nel caso di stupri o di servizi mercenari richiesti ad una prostituta obbligata a vendere il suo corpo).
Come sempre accade in questi casi, la pseudo-motivazione con cui si sostiene che gli eterosessuali siano più meritevoli di diritti è la religione con il solito discorso al parere di Joseph Ratzinger che, nel 2003, si lanciò nel sostenere che il riconoscimento dell famiglia gay fosse dannoso per il bene comune.

Si passa così a sostenere che il problema principale delle unioni sia il riconoscimento della dignità dei gay contro quell'omofobia che li ha discriminati ed emarginati per anni:

La Cirinnà dunque prima di legittimare il “matrimonio” omosessuale, ha legittimato l’omosessualità, condizione che nella prospettiva giusnaturalista potrebbe essere tuttalpiù tollerata e non certo elevata a status giuridico. Se la stessa omosessualità non fosse riconosciuta come bene giuridico non si potrebbe logicamente nemmeno legittimare il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso. Tale legittimazione, che ha fatto uscire la condizione omosessuale dal cono d’ombra dell’insignificanza giuridica, porta con sé alcune conseguenze giuridiche rilevanti che vanno ben oltre l’ambito di applicazione della stessa Cirinnà.

A preoccupare, dunque, è il timore che non basterà più autoproclamerai cristiani per poter perseguitare e insulare i gay, così come chiaramente spiegato in quelle che si sostiene saranno le conseguenze della Cirinnà:

La prima: l’omosessualità è un bene giuridico proprio della persona e dunque assimilabile a condizioni quali l’etnia, la razza, l’appartenenza religiosa, il sesso di appartenenza che sono tutti status naturali del soggetto perché aspetti identitari dell’uomo. L’omosessualità diventa variabile identitaria qualificata dell’ordinamento, condizione naturale e categoria antropologica fondamentale che lo Stato, seppur in ritardo, ha riconosciuto e che forse dovrà trovare una propria collocazione addirittura in seno alla Costituzione, accanto agli articoli che tutelano la famiglia, la libertà religiosa, l’etnia, etc. Ne discende l’obbligo in capo alle istituzioni di attivarsi per approntare tutti quegli strumenti di garanzia indispensabili affinchè il cittadino possa pienamente vivere la propria omosessualità.
Ecco allora concretarsi due ipotesi. O si tirerà fuori dal cassetto il Ddl Scalfarotto sulla cosiddetta omofobia -che appunto sanzionava atti di discriminazione “omofobi” al pari di quelli commessi per motivi di ordine razziale, religioso, etc.– oppure, ma molto più in subordine, non servirà nemmeno una legge Scalfarotto dal momento che qualsiasi giudice potrà ricavare dalla legge sulle Unioni civili il diritto della persona omosessuale di vedersi tutelato il suo particolare status giuridico.

Interessante è come l'uomo metta l'orientamento sessuale o la razza sullo stesso piano dell'appartenenza religiosa, dimenticando come nei primo casi si sia dinnanzi caratteristiche naturali e nel secondo si sia dinnanzi ad una scelta volontaria. Ma la premessa è che il dirsi cristiano debba avere più tutele che la tutelle da violenze dettate dalla propria natura.

Poi, ricorrendo alla solita fantapolitica, si arriva a sostenere che in un futuro i gay saranno privilegiati rispetto agli eterosessuali, anche se l'asserzione non viene motivata e non si spiega perché mai il garantire le stesse protezioni riservate alle altre differenze dovrebbe portare a conseguenze completamente diverse. Ma quasi a voler creare isteria fra i bigotti, Scandroglio aggiunge:

Una seconda conseguenza sarà il varo di leggi ad hoc che assegneranno rilevanza giuridica alle peculiarità dell’omosessualità in alcuni ambiti sociali. Come oggi abbiamo ad esempio leggi che tutelano la maternità e la paternità in ambito lavorativo, o norme sulla disabilità, o una disciplina giuridica sulla libertà di culto, così domani avremo leggi che privilegiano la condizione omosessuale nelle professioni, che incentivano massmediaticamente la promozione dell’omosessualità, che prevedono quote arcobaleno in Parlamento e così via.

Non poteva mancare un richiamo a quelle fantomatiche "teorie gender" ideate dall'integralismo cattolico e mai teorizzate da nessun ente scientifico, sempre utili per sostenere ch ela violenza omofobica venga compiuta per il bene di quei bambini (gli stessi che spesso vengono spinti al suicidio da quell'integralismo cattolico che vuole incrementare le violenze verso di loro qualora non dovessero nascere eterosessuali). All'appello non mancano neppure le fantasie più perverse di chi sostiene che qualcuno voglia dire ai bambini che il genere può essere scelto a proprio piacimento (anche se l'evidenza è che una persona ha un genere e mica lo sceglie!). Dice il leader integralista:

Una terza ricaduta della legge Cirinnà riguarderà l’educazione nelle scuole, ambito già ampiamente interessato dall’ideologia gender. La nuova antropologia giuridica soggiacente alla Cirinnà afferma che è un bene per la società anche l’orientamento omosessuale e il gender. Un dato rivoluzionario che non potrà non entrare ora nei piani formativi di ogni scuola di qualsiasi grado con un peso assai maggiore rispetto al passato. Ai bambini verrà insegnato che persone dello stesso sesso hanno diritto a “sposarsi” tra loro ed ad avere figli, che l’identità di genere – la percezione di sé come appartenente al mondo maschile e femminile – può lecitamente svincolarsi dall’identità sessuale – l’appartenenza al sesso genetico – che la scelta del proprio orientamento sessuale e del proprio sesso psicologico è espressione di una libertà presidiata dalle leggi, che il riconoscimento dell’omosessualità e del gender come diritti civili è stato storicamente l’esito felice di una lotta di una minoranza contro il conservatorismo dominante per l’affermazione di una propria identità specifica, così come avvenuto nel passato per i poveri, i neri e le donne (si entrerà in una narrativa epica).

Come ultimo punto, ci si lagna che la Chiesa non potrà più propagandare l'omofobia e discriminare i gay sulla base delle sue convenienze politiche incuranti del numero di morti che stanno creando.

Quarta conseguenza: se omosessualità e gender sono stati civili giuridicamente tutelati e quindi beni che si inseriscono legittimamente nel corpus di principi chiamato “ordine pubblico”, la dottrina della Chiesa entrerà in rotta di collisione con tale ordine pubblico. Il Magistero e tutti coloro che lo rispettano diventeranno nemici potenziali non solo della singola persona omosessuale in quanto omosessuale –ben prima perciò che ci sia una concreta e attuale condotta discriminatoria– ma anche dello Stato italiano proprio perché il portato culturale e dottrinale cattolico va a minare alla base quel plesso di principi su cui si fonda la convivenza civile, al cui interno –come appuntavamo– ora bisogna annoverare anche l’omosessualità e il gender. Il cattolico potrà sempre più essere percepito come cittadino infedele, come nemico pubblico.

La difesa della discriminazione dettata da presunte motivazioni religiose è dunque ciò che, secondo l'articolo, legittima la richiesta di togliere diritti civili alle minoranze vittima della violenza cristiana, imponendo per legge discriminazioni e negando quei diritti per cui i cittadini gay e le cittadine lesbiche sono obbligati a versare contributi ad uno stato laico. Il tutto in quell'ottica in cui gli integralisti non solo disturberanno e peggioreranno la qualità di vita delle minoranze, ma poi gli ruberanno i contributi per godersi quei privilegi che si sono garantiti attraverso una propaganda di odio. Praticamente un crimine contro l'umanità perpetrato nel nome di Dio.

Tutta l'ideologia che pervade il discorso Scandroglio viene così riassunta nella frase finale:

In sintesi: andare a legittimare il “matrimonio” omosessuale di necessità significa a monte, seppur implicitamente, considerare l’omosessualità come bene giuridico, la persona omosessuale come nuova categoria giuridica e le condotte omosessuali come diritti soggettivi. Legittimare gli effetti comporta legittimare le cause.

Insomma, non vogliono che l'omosessualità possa essere accettata e quindi esigono che l'omofobia venga promossa attraverso la negazione dei diritti altrui.
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