Un flop il bollino di certificazione omofoba di ProVita. Poche le sottoscrizioni, perloppiù legate a Lega Nord, Forza Nuova e Casa Pound


Pare proprio che l'iniziativa di ProVita per la certificazione dei sindaci omofobi non abbi avuto un grande successo. L'iniziativa era stata presentata in Senato attraverso una pomposa conferenza he ha visto Toni Brandi ed Alessandro Fiore invitati nel cuore della Repubblica dal sentore Lucio Malan (Forza Italia). Il bollino era poi stato pubblicizzato da tutti i siti integralisti ed era persino giunta una sorta di benededizione da parte dei vescovi di Avvenire.
I candidati che avessero sottoscritto quel patto si sarebbero dovuti impegnare a realizzare alcuni punti dell'agenda politica di ProVita: dalla fine di qualunque contrasto alla violenza omofoba nelle scuole alla promozione della famiglia eterosessuale come l'unica meritevole di diritti e riconoscimento giuridico. Non mancava un impegno a favorire l'obiezione di coscienza per rendere l'aborto inaccessibile nelle strutture sanitarie pubbliche, così come si chiedeva di una «opposizione culturale e giuridica al riconoscimento delle cosiddette “famiglie omogenitoriali”».

Ebbene, l'associazione integralista ha ora reso nota la lista con i nomi dei candidati che hanno sottoscritto il loro documento: a livello nazionale siamo dinnanzi a solo 62 nomi, fra candidati sindaci e candidati consiglieri. Tra questi 21 sono riconducibili al partito di Adinolfi, 13 a Forza Nuova e 10 alla Lega Nord. Da Forza Italia sono giunte solo due adesioni, una anche da Italia Cristiana e da Casa Pound. Sette sono invece i candidati riconducibili a liste civiche di estrema destra.
L'unico nome noto è quello di Giorgia meloni e, giusto per capirci, mando Mario Adinolfi o Gianfranco Amato hanno sottoscritto qual documento. Di contro, appare sempre più evidente quale sia la matrice politica dei partiti che supportano la crociata omofoba dell'associazione. E forse senza neppure troppo entusiasmo dato che neppure padre del loro portavoce (Fiore è il figlio del leader di Forza Nuova, ndr) pare aver fatto pressioni perché i suoi aderissero in massa all'iniziativa organizzata dal figlio.
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