Alba. Padre scopre che il figlio ha una relazione con un ragazzo, decide di picchiarlo


Ha organizzato una vera e propria spedizione punitiva per pestare a sangue il ragazzo del figlio. È quanto avvenuto ad Alba, dove uno stimato professionista ha deciso di usare la violenza per interrompere la relazione che il figlio aveva con un altro ragazzo.
Il giovane aveva da poco compiuto i 18 anni ed aveva aveva intrecciato una relazione con un giovane marocchino di qualche anno più grande di lui. Una volta che il padre lo ha scoperto, è andato su tutte le furie ed ha deciso di interrompere quella storia. Con l'aiuto di un amico ed armato con una mazza ed una pistola, ha atteso il giovane marocchino ad un distributore di benzina a Benevello, dove lo ha riempito di botte. Un amico italiano della vittima è finito all'ospedale con una prognosi di tre mesi.
Per giorni i fatti erano stati imputati ad una banda di rapinatori in azione nella zona, ma alla fine i carabinieri sono riusciti a risalire alla reale dinamica dei fatti. Non conoscendo di viso il marocchino, i due criminali hanno agito a caso. Prima di colpire il giovane marocchino avevano anche spaccato i finestrini ad un'altra macchina ed hanno malmenato un giovane italiano prima di accorgersi di aver sbagliato persona.

Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, parla di «un episodio di gravità inaudita, un allarme che deve essere affrontato con urgenza dal Parlamento. La vicenda accende ancora una volta i riflettori sul l'omotransfobia del nostro Paese e sul livello di legittimazione sociale e culturale su cui questo fenomeno può contare. Questi sono gli episodi per fronteggiare i quali chiediamo una legge contro l'omotransfobia che punisca con severità atti di questo tipo che non possono essere incasellati solo come aggressioni e violenza privata, ma che devono essere trattati per quello che sono, cioè crimini d'odio. Servono perciò specifiche aggravanti, le stesse che chiediamo da anni, invano, alla politica. L'assenza di queste aggravanti contribuisce a derubricare come meno gravi le aggressioni a sfondo omotransfobico, creando un ignobile senso di tolleranza e legittimazione culturale rispetto a queste violenze. Di tutto questo fanno le spese giovani ragazze e ragazzi, la cui unica colpa è di voler vivere liberamente i propri affetti».
Gli fa eco Simone Ballocco, presidente di Arcigay Cuneo, che aggiunge: «In attesa che le indagini sul caso facciano il loro corso, a seguito della violenta aggressione consumatasi ai danni di due persone omosessuali torna viva più che mai la necessità di una legge che tuteli le persone LGBTI dagli attacchi a sfondo omotransfobico. Alla luce dell'approvazione e dell'entrata in vigore della legge sulle unioni civili, il nostro Paese deve ancora affrontare una delle piaghe sociali più deplorevoli. L'omofobia, che si manifesta in varie forme, va osteggiata attraverso una cultura del rispetto e della valorizzazione delle differenze, che arricchiscono ognuno e ognuna di noi. Il Comitato Territoriale Arcigay Cuneo promuove attività nelle scuole, nelle piazze e nei piccoli centri della provincia Granda al fine di costruire una società più giusta e più accogliente. E proprio alla fine dell'iniziativa de I Colori dell'Amore, svoltasi nel mese di maggio, ci rendiamo conto che la lotta all'omotransfobia non può che continuare: sono 104 i casi di omofobia denunciati nel 2016, molti rimangono però ancora immersi in un assordante silenzio. Per questo incoraggiamo tutte e tutti a segnalare i casi di discriminazione, aggressione e violenza a sfondo omotransfobico” conclude il Presidente di Arcigay Cuneo, “per non nascondersi e non vergognarsi di ciò che si è».
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