Ancora insulti omofobi da Ceccaroni: «Torna a giocare a marito e moglie con l'amichetto tuo»


Nei giorni scorsi era scoppiato un caso dopo che Giovanni Ceccaroni (candidato alle elezioni romane con la lista di Marchini) aveva attaccato l'orientamento sessuale del candidato Maccarone dandogli del «maiale deviato». Da parte di Marchini era arrivata una presa di posizione dura: «Abbiamo chiesto a Giovanni Ceccaroni di ritirare la propria candidatura -disse- Siamo "senza se e senza ma" contro ogni forma di omofobia com'è scritto chiaramente nel nostro codice etico e nella nostra carta dei valori che ogni candidato ha sottoscritto». Peccato che l'epilogo sia stato all'italiana, con il candidato che non si è ritirato e il carrozzone della politica che ha fatto finta di niente e si è presentato alle urne come se nulla fosse.
Eppure Maccarone non è stato l'unica vittima delle sparate omofobe di Ceccaroni. Nel suo mirino è finito anche lo station manager di Radio Stonata, ritenuto "colpevole" di aver espresso dissenso da quegli insulti omofobi.
Nel surreale botta e risposta documentato attraverso una serie di screenshot, il candidato se n'è uscito con frasi indegne per un politico. Si è iniziato dal dire: «Voi attaccate chi non la pensa come voi e vi candidate per combattere la chiesa e io dovrei fare finta di nulla» per poi arrivare ad insinuare «usate le vostre lobby aizzando media e facendo pressioni per far fuori chi non vi aggrada». Ed ancora: «Siete i più spregevoli protagonisti di una dittatura delle minoranze, uno dei grandi mali di questi tempi». «Torna a giocare a marito e moglie con l'amichetto tuo». «Ma falla finita gay arrogante. Vi danno un po' di potere e pretendete di rovesciare il mondo».

Lo station manager di Radio Stonata, Eugenio Ceriello, ha successivamente condiviso alcune riflessioni: «Non esiste la lobby gay. Se esiste fa schifo, perché ha aspettato fino al 2016 per far approvare una mezza legge sulle unioni civili. Se un pensiero è razzista, qualunque esso sia, allora no, non ammetto libertà di pensiero. Non appellatevi alla libertà di pensiero perché allora Hitler potrebbe appellarsi alla stessa. Dopotutto lui LA la pensava diversamente sugli ebrei, no?».

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