Erano tutti Charlie, ora nessuno è gay


Sono stati uccisi dei gay e a loro non deve andare lo stesso rispetto per le vittime eterosessuali dei Charlie Hebdo. A loro non sono state dedicate lunghe dirette televisive e la loro morte è stata sussurrata per non infastidire quai vescovi a cui i gay danno fastidio.
I gruppi integralisti non hanno aspettato un solo minuto a sostenere che la loro propaganda non debba essere associata a quanto accaduto, anche se dai loro fan emergono esternazioni che fanno capire come la cutlura del disprezzo predicata da certe persone possa portare persino ad assolvere il killer. Ad esempio è un fan del partito di Mario Adinolfi e di Gianfranco Amato a scrivere su Facebook:

Se certi gay non si abbandonassero ad una esagerata ostentazione che spesso trascende in volgare esibizionismo e non si autoconfinassero in locali e ritrovi esclusivamente frequentati da individui con le loro stesse inclinazioni (e spesso non certo edificanti) non si renderebbero identificabili e dunque individuabili come potenziali bersagli di estremisti islamici affiliati all'Isis. Sarebbe il caso che gli lgbt riflettessero sulla necessità di non esporsi e di evitare di esibire la propria condizione, nel loro stesso interesse.

Insomma, la colpa è di quei gay che sono rimasti gay anche se all'integralismo la loro sessualità none ra gradita. Sulla stessa scia dovremmo dire che gli ebrei avrebbero dovuto smettere di essere ebrei per non essere bruciati nei forni, ma alla fine l'integralismo non conosce logica ma solo odio.
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