Fendi intima il ritiro della campagna di Roma Pride, poi ritratta: «Eccesso di zelo degli avvocati, piena autorizzazione»


È sulla pagina Facebook del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli che sono state pubblicate le immagini di una lettera di diffida in cui si chiedeva la distruzione materiale di tutto il materiale prodotto per la promozione del gay pride del prossimo 11 giugno. Ad esse è stato fatto seguire un commento di incredulità per l'accaduto:

Stamani increduli abbiamo ricevuto una comunicazione ufficiale dei legali della Maison Fendi in cui s’intimava al Coordinamento Roma Pride di ritirare e distruggere tutte le immagini della campagna pubblicitaria “Chi non si accontenta Lotta”, lanciata per promuovere la grande parata dell’11 giugno prossimo. La Maison Fendi sostiene infatti che sia stato fatto un “uso improprio” dell’immagine del Palazzo della Civiltà Romana, presente negli scatti della campagna, di cui rivendica di essere licenziataria esclusiva dell'immagine. Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, capofila del Coordinamento Roma Pride, organizzatore della parata, nonché di tutti gli eventi e le iniziative ad essa collegate, è convinto ci sia un equivoco di fondo. Non è possibile immaginare, infatti, che una società che sta sul mercato e che ha tra i suoi clienti anche le persone Lgbt si senta in alcun modo danneggiata dall’indiretto collegamento con una manifestazione per i diritti umanitari organizzata da una storica associazione che fonda il suo lavoro al servizio dei diritti civili sul volontariato dei propri soci ed attivisti che in passato ha collaborato proprio con fendi in occasione della Giornata mondiale di lotta all'Aids.

Il mario Mieli ha anche ricordato come il valore della manifestazione sia riconosciuto a livello internazionale:

Il valore del Roma Pride è internazionalmente riconosciuto, infatti, oltre al sostegno economico della Regione Lazio e al patrocinio di Roma Capitale ad oggi sono pervenuti i patrocini al Roma Pride 2016 della Ambasciate di: Canada, Quebec, Stati Uniti d’America, Regno Unito, Australia, Germania che, unitamente all’Ambasciata di Francia, parteciperanno con una propria delegazione alla Parata di sabato 11 p.v..
A questo punto ci chiediamo se per “uso improprio” la Maison Fendi non voglio alludere alla presenza di persone appartenenti alla comunità LGBTQI fotografate con il palazzo sullo sfondo.

La questione ha tenuto banco per la giornata ed è solo alle 19 che l'associazione Anddos ha comunicato che i rappresentanti di Fendi avrebbero chiarito l’equivoco parlando di «Eccesso di zelo degli avvocati, piena autorizzazione all’uso delle immagini»
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