La campagna anti-gay del Secolo d'Italia pare non conoscere moral o dignità umana


È difficile non provare ribrezzo per lo sciacallaggio con cui Alleanza Nazionale cerca di alimentare odio e violenza contro gay e lesbiche. Pur di raggiungere il loro obiettivo, il loro organo ufficiale di "informazione" è capace di pubblicare veri e propri abomini, come nel caso di un articolo dal titolo "Ha un tumore al seno, non può allattare, le negano l’adozione: non è gay".
Dopo una fotografia piazzata lì per cercare di insultare Nichi Vendola (ossia di un personaggio completamente estraneo alla vicenda, ndr) l'articolo firmato da Roberto Frulli afferma:

Non è un gay o una lesbica. E’ una donna come tante altre. Ma ha un tumore al seno e non può allattare. E i giudici negano a lei e al marito l’adozione di un bimbo. E’ una storia crudele quella capitata –in tempi di stepchil adoption per i gay– a una donna dichiarata dal Tribunale dei Minori troppo invalida per adottare un bambino. Con un’aggravante: per i giudici è troppo malata, l’Inps, invece, di contro, l’ha giudicata troppo poco malata per richiedere i permessi dal lavoro previsti della legge 104.

Appare immediatamente evidente che i gay non abbiano nulla a che vedere con questa storia, ma la vita di una donna ammalata di tumore viene biecamente calpestata dall'organo ufficiale di Allenza Nazionale pur di insultare e diffamare i gay.
La malafede appare evidente anche dall'accatastamento di temi che non hanno nulla a che vedere fra di loro: un conto è un giudice che non prende un bambino per affidarlo ad una donna che rischia di condannarlo ad un calvario fatto di cure e di terapie, un altro è tirare in ballo il riconoscimento di tutele giuridiche da parte quei genitori che non venivano riconosciuti come tali dallo stato.
E neppure il tema dell'adozione ha riferimenti con la vicenda, dato che ad una coppia gay i giudici negherebbero un bambino in adozione anche se non hanno tumori o altri problemi di salute. E questo grazia a chi non solo preferisce che i bambini muoiano nell'abbandono piuttosto che affidarli ad amorevoli famiglie gay, ma strumentalizza pure vicende diverse per cavalcare i pregiudizi e l'ignoranza dei suoi lettori.

Ma il giornalista pare così determinato nel voler parlare di quanto siano cattivo i gay e di come sia necessario privare i loro figli da qualunque tutela giuridica per giungere a chiedere a gran voce che i bambini siano dati a chi potrebbe rischia di condannarli a rimanere orfani una seconda volta. E tutto questo solo perché tanto sarà quel bambino a pagarne le conseguenze, mentre loro si compiaceranno di aver immolato la sua vita alla loro convenienza politica. Dice l'articolo:

Non si può immaginare una vicenda più disumana e spietata nell’Italia che fa il tifo per le adozioni alle coppie gay di quella vissuta da questa 42enne di Torino che, da 13 anni, lotta strenuamente contro un carcinoma mammario arrivato alla terza recidiva.

In realtà i giudici hanno negato l'adozione semplicemente perché devono passare almeno cinque anni dalla diagnosi di guarigione per far sì che si abbia una discreta certezza che la malattia non si ripresenterà, mentre nel caso specifico erano passatoi solo quattro anni.
ma perché mai ci si dovrebbe occupare di queste inezie se si può andare in giro a dire che è tutta colpa dei gay se una persona malata non può prendersi un figlio?
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