L'unico vicesindaco di Salvini in Sicilia: «Non celebrerà unioni civili perché non c'è l'obbligo alla fedeltà. Noi etero siamo discriminati»


Non esiste alcuna fantomatica «obiezione di coscienza» al rispetto delle leggi e le fantasia di vari giornali cattolici non sono altro che un patetico tentativo di cercare di far credere che le unioni gay possano essere considerate un qualcosa di immorale che deve essere oggetto di disappunto pubblico da parte di chi usa Dio per rivendicare distinguo di stampo fascista contro la dignità delle famiglie altrui.
E nonostante si stia parlando di quello che risulterebbe un reato penale a tutti gli effetti, gli uomini di Salvini sono tutti in prima fila nel dichiararsi «obiettori». Tra loro anche il vicesindaco leghista di Mascalucia, Fabio Cantarella, il quale rivendica fieramente da siciliano la sua appartenenza ad un partito che fa propaganda politica al grido di "prima il nord".
Il leghista si è anche impegnato nel trovare fantomatiche scuse con cui ostentare la sua volontà di negare i diritti costituzionali alle coppie gay, affermando che: «A differenza del matrimonio civile, l’istituto dell’unione civile non prevede l’obbligo di fedeltà. La mia coscienza m’impone di celebrare rapporti che almeno in partenza, nelle intenzioni iniziali, debbano avere un’esclusività reciproca. Per carità l’amore può finire e la fedeltà, come spesso accade, essere tradita, però non posso accettare che l’unione possa essere moralmente viziata prima ancora di nascere».
Insomma, da sindaco vuole mettere becco su quale sia la garanzia di fedeltà che i coniugi avranno fra le coperte (ma solo se gay, dato che forse non si è mai fatto problemi a sposare una ventenne che per soldi sposa un vecchio). Ma non solo, Cantarella afferma anche che le unioni civili sarebbero da intendersi come un qualcosa che discrimina gli etero: «Chi rimane nel solco della tradizione, ai sensi dell’art. 143 del Codice civile, oltre all'obbligo reciproco all'assistenza morale e materiale e alla coabitazione, è tenuto all’obbligo di fedeltà».
Se davvero crede che il suo matrimonio costituzionalmente garantito valga più di unioni ghetto in ciò Alfano ha rimosso l'obbligo di fedeltà solo come segno di disprezzo, poco chiaro è perché non si rivolga alla magistratura al posto di voler fare il vicesindaco-sceriffo che impone la sua idea ai cittadini nella totale inosservanza delle leggi. Non sarà forse che spera di ottenere ritorno elettorale dalla sua legittimazione alla discriminazione?
L'unica evidenza è che se i leghisti mettessero anche solo la metà dell'impegno che mettono nel cercare fantasiosi cavilli per discriminare i gay nel fare atti utili al bene comune, forse oggi vivremo in un mondo migliore. Eppure pare che l'odio sia l'unica cosa che sappia accendere la loro passione.
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