Nel vercellese un'elettrice ottiene la rimozione del crocefisso dal suo seggio. È previsto dalla legge, ma i bigotti protestano


Continua a tener banco il tema della presenza di simboli cattolici all'interno dei luoghi istituzionali. Com'è noto, nel 2009 fu Gianfranco Amato (attuale presidente dei Giuristi per la vita) a difendere in Europa la legge fascista che prevedeva l'imposizione di un crocefisso all'interno delle aule scolastiche, nel più totale disinteresse verso i diritti e la dignità di chi aveva convinzioni religiose diverse. Incredibilmente riuscì ad ottenere la vittoria e quel simbolo venne tramutato da un qualcosa che potesse esprimere la propria fede ad un qualcosa da imporre agli altri per ostentare come la laicità sia pura utopia in un'Italia che garantisce diritti e privilegi esclusivi a chiunque si auto-proclamami cristiano.
In base alla sentenza della Cassazione del 439/2000 (con cui fu prosciolto uno scrutatore che si era rifiutato di svolgere il proprio incarico perché era presente il crocifisso) e al pronunciamento del 10 aprile 2006 della Corte di Appello di Perugia (che ha legittimato la decisione di un presidente di seggio di rimuovere il crocifisso dal proprio seggio), ogni elettore deve poter esigere la rimozione di quel simbolo durante il suo voto. Così ha fatto una elettrice di Prarolo, un piccolo centro del Vercellese, che ha chiesto ed ottenuto che il crocefisso fosse tolto dalla parete dell'aula scolastica in cui era stato allestito il suo seggio.
«Si vivrebbe meglio se tutti avessero gli stessi diritti -ha spiegato la ragazza- Oggi Prarolo ha fatto l'ennesimo grande passo verso una cittadinanza libera e uguale. Rispettare gli altri non significa rinnegare le tradizioni. I simboli di culto stanno nei luoghi di culto, al seggio si va per votare e non per pregare. I cittadini atei o di altre religioni, fossero pochi o solo uno, non devono vedersi imporre dei simboli religiosi. La laicità dello Stato è stata sancita nel 1984, e ci sono Paesi (come la Svezia e la Francia) in cui è impensabile da decenni che un simbolo di culto rientri in luoghi pubblici, proprio per il rispetto di tutti. Ringrazio di cuore la correttissima presidente di seggio Margherita Varolo che ha rimosso il crocifisso dalla sede del seggio senza alcun problema, nel pieno rispetto delle normative vigenti».
Immancabilmente il rispetto della legge e della dignità altrui ha sollevato le polemiche del solito integralismo cattolico, infastidito all'idea che il loro simbolo non fosse imposto con la forza anche a chi ha altre credenze. Qualcuno ha pure chiesto chiarimenti al neoeletto sindaco, così come qualcun altro si lamenta che i problemi siano altri. Insomma, l'ennesima testimonianza di come alcune persone percepiscano la fede come un'arma di offesa da diffondere attraverso atti violenti come ai tempi delle Crociate.
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