Riscossa Cristiana sostiene che la «frociocomunità» non debba ribattere a chi dice che è Dio a volerli morti


Torniamo ad occuparci di don Pusceddu, il parroco sardo che ha utilizzato il pulpito della sua chiesa per un comizio politico contro le unioni civili. In quell'occasione ha sostenuto che i gay non possono avere fede e che i bambini devono crescere solo con eterosessuali per volere di Dio ed ha proposto un'interpretazione letterale di una lettera di san Paolo volta a sostenere che i Dio ha abbandonato gli omosessuali e che i gay meritano la morte. Inutile a dirsi, proporre una lettura letterale di quelle pagine rasenta la follia, così come pare interessante notare come tale logica venga ignorata solo quando non ci sono di mezzo i gay.

Fatto sta che quell'invito alla violenza è piaciuta molto ai gruppi integralisti, tant'è che Riscossa Cristiana si è affrettato a beatificare quel sacerdote per la sua omofobia. In un articolo firmato da Michele Majno si afferma che quello è un prete che ha avuto «l’ardire di fare il prete cattolico e addirittura di citare San Paolo». Lo si apprezza per gli insulti che ha rivolto aPannella in occasione della sua morte e si dice che le sue posizioni siano «ovvie e ampiamente condivisibili».
Da buoni amanti dei distinguo, l'articolo non manca di sostenere che i veri cristiani siano quelli integralisti e non certo quei folli che predicano amore anziché odio. Dicono infatti che «ovviamente le affermazioni del prete cagliaritano erano condivisibili dalla sparuta minoranza che ancora conserva la Fede cattolica». Il tutto per affermare:

Se torniamo oggi a parlare di Don Pusceddu è perché questi è stato oggetto di un attacco della frociocomunità cagliaritana che, come ci fa sapere Cagliari on line, è rimasta turbata nella sua delicata sensibilità dal fatto che il sacerdote ha semplicemente ricordato le parole di San Paolo nella lettera ai Romani, 1, 21-32.
Certo, non sono parole tenere verso gli omosessuali, ma la Verità, è lo stesso sacerdote a ricordarlo all’inizio dell’omelia, non è soggetta a variazioni secondo le mode.

Sostenere una teoria simili è assai pericoloso, perché se la loro presunta «verità» fosse invariabile, allora dovremmo ancora predicare la «verità» riguardo alla giusta schiavitù inflitta ai neri in virtù di un versetto della Genesi, dovremmo pretendere la «verità» sulla segregazione razziale perché basata sulla vicenda della Torre di Babele e magari dovremmo pure accettare la «verità» riguardo alla bontà delle crociate, l'uccisione degli infedeli e il rogo si qualunque donna si riveli una libera pensatrice. La realtà è che la loro «verità» non è altro che una scusa per attribuire a Dio la legittimazione di vere e proprie violenze e la storia è ricolma di testimonianze di come la Bibbia sia stata sfruttata per legittimare le più brutali violenze.
Inutile è poi sottolineare che un sito che usa il termine «frociocomunità» è indice di un'sostentata omofobia che è già sfociata nella più bieca violenza verbale e nella più totale inosservanza delle regole civili.

L'articolo passa poi a sostenere che la lettura dei testi deve essere letterale se permette di attaccare quelle minoranze a cui loro vorrebbero negare la vita, sostenendo che:

Scopriamo così che gli invertiti cagliaritani sono anche teologi, perché ci spiegano sbrigativamente che “fior di teologi e vescovi” hanno spiegato che San Paolo non va preso alla lettera. Insomma, ciò che era peccato al tempo di San Paolo, un tempo terribile perché era influenzato da “disprezzo etnico-religioso”, oggi, nella felice libertà che si vive e che sta portando i bei frutti che tutti vediamo, può non essere più peccato.
Insomma, la verità variabile. Questi invertiti non sono neanche originali, perché siamo davvero al relativismo a prezzi di liquidazione.

Immancabile è poi l'invocazione per un intervento della curia in difesa di quella violenza verbale. Dicono che il loro auspicio è «che dalla diocesi si sia alzata qualche voce autorevole a difesa di un sacerdote cattolico che fa omelie in cui parla di verità di Fede».


Se l'articolo di Riscossa Cristiana appare come il consueto invito all'odio da parte dell'integralismo cattolico, a destare preoccupazione sono i commenti di persone che appaiono talmente assuefatte dalla propaganda di quelle lobby da aver ormai perso la bussola della ragione.
Una donna scrive: «E quando mai le diocesi alzano la voce in difesa dei buoni sacerdoti ? Se ne stanno chiusi chiusi tremando come don Abbondio e tendando di salvare la capra e i cavoli a loro beneficio. E oltre tutto se possono cacciano il prete che da loro fastidio. E pensare che i vescovi dovrebbero essere i difensori della buona e giusta dottrina cattolica e anche dei loro sacerdoti. La vigliaccheria diocesana la fa da padrona,sono uomini senza coraggio e senza onore!»
Le fa eco un'altra fedele, pronta a sostenere che esistano «preti coraggiosi» pronti ad «insorgere». Peccato che poi vada ad elencarli, sostenendo che la Chiesa sia stata cattiva a sollevare «il bravo don Angelo Chizzolini» noto con il soprannome di «sacerdote anti migranti», così come sostiene che monsignor Antonio Canizares Llovera stia «subendo un processo pubblico, denunciato da tutte le lobby LGBT riunite, per aver sottolineato come sia in atto il tentativo di imporci una ideologia di genere con leggi inique alle quali non dobbiamo obbedire». Il tutto per sostenere che «ad avviso di qualcuno dovremmo mettere un grande cerotto sulla bocca per non essere tacciati di omofobi, xenofobi, razzisti. Bisogna insorgere contro questa odiosa dittatura democratica».
Dice un altro utente: «Presumo che si prenderanno provvedimenti contro il gagliardo parroco.. i vescovoni non sono adusi a camminar schiena diritta con la Verità nel cuore.. a loro si addice molto più di frequente la posizione a squadra». Un altro provvede a santificare don Pusceddu: «Dovrebbe diventare Papa».
Un tizio incalza: «Caro Don Pusceddu le faccio i miei più vivi complimenti. Continui così e non si preoccupi della carriera ecclesiastica, è più importante quella celeste!». Poi lamenta: «il Vescovo di Cagliari non ha nulla da dire per difendere un sacerdote integerrimo?». Ed ancora, c'è chi scrive: «Solidarietà a don Pusceddu. Dio gli renderà merito, ricompensandolo per la sua fedeltà al magistero di sempre, per gli ingiusti attacchi subiti e per la mancata difesa delle Autorità ecclesiastiche»
C'è pure chi confonde le lettere con il Vangelo, scrivendo: «Grande Don Massimiliano Pusceddu ! E lodevoli voi di Riscossa Cristiana a sostenere questo prete perseguitato per il Vangelo». E c'è pure chi dice: «È una fortuna poter ascoltare le parole di Don Massimiliano. Abbiamo bisogno i questi sacerdoti, di questi pastori. E’ la Provvidenza che ce lo invia, teniamocelo caro. Sono tempi di prova, tempi in cui, se da un lato ci viene inflitto Bergoglio, dall'altro la Provvidenza trova il modo di illuminare la nostra via, quella che avevamo perso e l’una e l’altra cosa servono al medesimo scopo, ricondurci all’ovile. Che il Signore protegga le nostre povere famiglie».

Più articolata è la trattazione di un atele che vuole sostenere che qualunque cosa sia stata detta da Paolo sia da ritenersi più importante di qualunque altra cosa, anche di quel Gesù che forse non capiva nulla nell'invitare all'amore e non a quell'odio che l'integralismo sta covando. Dice:

San Paolo non è un discepolo qualsiasi. E’ il dodicesimo Apostolo, iniziato dal Cristo stesso sulla via di Damasco. Chi nella Chiesa lo vuole cancellare è un nemico del Cristo. Chi lo vuole dimenticare, o tacere, è un nemico del Cristo. Per come va il mondo siamo tutto gay. Se ciò piace ai nemici satanici del Cristo, ciò non deve piacere agli amici del Cristo.
In diversi ci chiediamo come mai queste lettere di San Paolo sui peccati omosessuali non vengono lette in chiesa. Si leggono tante lettere di San Paolo, ma quelle ai Romani e ai Corinzi non vengono mai lette. Forse perché l’omosessualità è diventata una costante tra preti, suore e fedeli? Ma tacere queste lettere di San Paolo non significa che non esista più l’opinione del Cristo in proposito.
I parroci temono che si offendano i fedeli omosessuali praticanti e i peccatori della carne in genere, di cui San Paolo fa un elenco? Grazie a Dio abbiamo un don Pusceddu, un don Leonardo e tanti altri coraggiosi. In attesa di un Pio XII…

Ed ancora, c'è chi dice che i «veri sacerdoti cattolici» nell'andare contro ogni legge e ogni decenza attraverso azioni volte a legittimare giudizi morali che possano ledere il prossimo:

Conosco Don Massimiliano Pusceddu per aver partecipato a vari incontri di preghiera tenuti da lui. Non credo di sbagliare se affermo che è un vero sacerdote cattolici, tanto è vero che è assai perseguitato. Non manca occasione perché il quotidiano locale riporti qualche articolo su presunte “marachelle” compiute dallo stesso Sacerdote, rivelatesi in seguito false, e usando toni di disprezzo e denigratori. Sappiamo che questi sono i metodi usati quando si vuole far fuori qualcuno: imbavagliarlo emarginandolo. Fortunatamente ci sono ancora dei veri sacerdoti cattolici e a questi esprimo tutta la mia stima, la mia simpatia e il mio sostegno perché continuino nella loro opera: Coraggio, siamo tutti con voi e non siamo pochi!!

C'è da domandarsi se bisognerà aspettare il morto prima che si prendano provvedimenti verso questi personaggi indottrinati all'odio, possibilmente cercando di appurare anche le responsabilità di chi li ha spinti a simili gesti e con quali scopi.
L'evidenza è che ormai c'è da aver paura dell'integralismo cattolico, sempre più simile ad un Isis europeo che non tarderà ad iniziare a gettare i gay dai tetti dei palazzi nel nome di quell'ideologia fascista che viene nascosta dietro al paravento di una finta fede cattolica.

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