Stati Uniti. Apre il fuoco in un locale gay, 50 i morti


«Un uomo ha aperto il fuoco intorno alle 2 di notte. La gente sulla pista da ballo e il bar si è buttata a terra e alcuni di noi, che erano vicino al bar e alla uscita, sono riusciti a raggiungere l'esterno». È quanto racconta un testimone dell'attentato avvenuto al Pulse, una discoteca gay nel centro di Orlando, in Florida (Usa).
Domenica mattina, intorno alle 2 di notte, un uomo è entrato ha cominciato a sparare all'impazzata uccidendo 50 persone e ferendone almeno altre 53. Gran parte dei 320 avventori è riuscita a scappare, ma l'uomo si è barricato all'interno del locale ed ha tenuto in ostaggio diverse persone che si erano barricate nel bagno. Intorno alle 6 del mattino, la polizia, intervenuta sul posto, ha fatto sapere via Twitter che «il killer è morto».
Il killer avrebbe anche predisposto due ordigni esplosivi. Un giornalista di una televisione locale riferisce di aver sentito un ordigno fatto brillare dalla polizia poco prima della notizia della morte dell'aggressore. Un secondo ordigno si sarebbe trovato nell'auto dell'uomo.
Le indagini avrebbero già permesso anche l'identificazione del folle. Si tratterebbe di Omar Mateen, un uomo nato a Port St. Lucie, in Florida, nel 1986. È entrato nella discoteca ed ha aperto il fuoco sulle persone che stavano ballando.
Non sono ancora chiare le motivazioni del gesto, ma un cliente del club ha riferito di aver sentito un altro cliente urlare: «Svegliati, siamo come te, perché ci uccidi? Lasciaci vivere. Succede tutti i giorni, non solo alle persone trans o lgbt: veniamo uccisi tutti i giorni. Perché? Perché avete paura di quello che non capite e rifiutate ciò che non è familiare».
Soddisfazione per la strage è stata espressa sui social network dai fondamentalisti cristiani. Qualcuno ha ha sostenuto he l'assassino stesse svolgendo il lavoro di Dio, qualcun altro ha commentato: «Mi chiedo quanta parte del sangue schizzato al Pulse sia sieropositivo».
La città di Orlando ha dichiarato lo stato di emergenza, mentre l'FBI sta seguendo tre piste: crimine d'odio, terrorismo e atto violento.

Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, ha dichiarato: «Leggiamo con orrore della strage che si è consumata la scorsa notte nella discoteca di Orlando. Esprimiamo innanzitutto la nostra vicinanza alla comunità lgbt, colpita da questo attacco, ai familiari e alle persone vicine alle numerosissime vittime. Che si sia trattato di attacco terroristico o di crimine d'odio, la comunità lgbt ricorre come bersaglio esplicito di entrambi i fenomeni: essa viene colpita in quanto destinataria di un odio particolare o perché, come in altri fatti analoghi, rappresentativa dell'esercizio della libertà, in un luogo di divertimento. In questo senso, e in entrambi i casi, si colpisce al cuore una comunità che ha fatto della visibilità e del contrasto alla paura una battaglia quotidiana. Già stasera alle 21 assieme ad altre associazioni, Arcigay organizza un presidio nella Gay Street di Roma per ricordare le vittime della strage. Domani altri due presidi ricorderanno le vittime a Milano e a Napoli, dove si trovano due delle sedi diplomatiche degli Stati Uniti in Italia. In altre città si stanno organizzando iniziative analoghe, di cui saranno noti i dettagli nelle prossime ore».

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