Strage di Orlando, inconti e commemorazioni a Roma e Verona


Giovedì 16 Giugno, dalle ore 21.00 nell'Aula Hit del Gay Village College di Roma, avrà luogo il dibattito a cura di Anddos dal titolo "Dopo Orlando: nuove sfide per il contrasto della violenza e dell’odio omo-transfobico". L'evento accoglierà gli interventi di Mario Marco Canale (presidente nazionale Anddos), di Fabrizio Petri (presidente Globe MAE), del filosofo Gianni Vattimo e della giornalista de L'Unità Delia Vaccarello. Il dibattito sarà moderato da Rosario Coco, responsabile comunicazione di Anddos.
«È evidente -dicono- che i proiettili di Orlando hanno colpito molto più in là delle 50 vittime e dei 53 feriti, in quanto si tratta probabilmente della più grande strage di persone omosessuali dopo il nazismo. Una strage sulla quale, sicuramente, non si possono ignorare le responsabilità di chi ancora oggi fomenta l’omofobia e la transfobia per motivi di visibilità e consenso politico. Una strage che pone degli interrogativi molto profondi, dal tema delle armi negli Stati Uniti alle reazioni di alcuni media e personaggi italiani. Una strage che ripropone, in una chiave urgente e immediata il tema dei diritti umani come diritti universali della persona, legati al tempo stesso ad una precisa specificità dell’individuo, ovvero l’identità sessuale».

Inoltre, giovedì 16 giugno alle ore 21:30 in Piazza Bra a Verona, le associazioni veronesi si ritrovano in una fiaccolata ed invitano tutta la cittadinanza, per esprimere solidarietà e vicinanza alla comunità LGBTQI americana, ai familiari e alle persone vicine alle numerosissime vittime, colpite dalla la strage che si è consumata nella discoteca Pulse di Orlando. I partecipanti sono invitati a portare candele, fiori, messaggi, cartelli e bandiere.
«Un folle gesto frutto -commentano gli organizzatori- di una retorica dell’odio che ad Orlando come in molte parti del mondo, uccide e ferisce ogni giorno. La comunità LGBTQI, le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer, intersessuali sembrano destinatari privilegiati di queste manifestazioni d’odio e violenza. Tutto ciò tuttavia non può indebolirci o spingerci a un compromesso su chi siamo, sulla nostra identità, sull'esercitare la nostra fondamentale libertà, di essere e di amare, o spingerci, dall'altra parte, alle divisioni e all'odio verso intere comunità con le quali condividiamo la lotta ad ogni forma di discriminazione. La nostra è una comunità che da decenni usa la visibilità per contrastare l’odio, un percorso prezioso e importante su cui non faremo mai nessun passo indietro».

Gabriele Pezzoni, segretario nazionale di Arcigay, chiede inteventi concreti alla politica: «Abbiamo letto dell'incontro tra il Presidente del Consiglio Renzi e John Phillips, ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, e con piacere ci uniamo al cordoglio espresse dal premier per le vittime di Orlando. Ha ragione Renzi, serve che anche l'Italia faccia la sua parte per sconfiggere l'odio. Perché, in certo senso, siamo tutti e tutte superstiti di quell'attacco in un mondo che ha globalizzato l'odio verso le persone lgbti. Serve allora prendere impegni concreti: calendarizzare una legge contro l'omotransfobia ferma da centinaia di giorni al Senato, sbloccare interventi di educazione alle differenze e di contrasto alle discriminazioni. Perché chi retrocede su queste battaglie fa il gioco di chi ha imbracciato il mitra. Invece da quel pensiero occorre prendere distanza e realizzare nei fatti una risposta a chi semina terrore».
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