Amato: «Renzi non ha scelto De Giorgi per il suo lavoro di lobbying applicata alla causa omosessualista»


Oltre ad ostentare madonnine e crocefissi che possano convincere i bigotti che lui è la voce di Dio in terra nonché l'unico detentore della verità rivelata riguardo al suo volere, Gianfranco Amato è anche impegnato ad ottenere precisi risultati politici attraverso il ricorso all'omofobia, alla politicizzazione del cristianesimo e alla disinformazione che ha diffuso per anni attraverso i suoi comizi.
Ancora una volta è attraverso i suoi video di propaganda che l'uomo torna a mettere a frutto l'omofobia ai danni del solito Renzi. Sostiene così che «il nostro caro Matteo Renzi sul referendum costituzionale si sta giocando l’osso del collo. Tenta l’en plein, puntando tutto su un numero che ritiene vincente. Per questo ha deciso di mettere in campo una micidiale macchina di propaganda che utilizzi anche testimonial provenienti dal mondo della cultura, della scienza, della musica, dello spettacolo. Persino del calcio».
Per farla breve, Amato dice che ogni opinione diversa dalla sua deve essere intesa come una volontà espressa da bambocci mossi come burattini. E per quanto sia lecito essere d'accordo o in disaccordo con il premier, forse questo è l'argomentazione più labile a cui si potesse ricorrere (ma forse la più utile per chi si pone come unica fonte di informazione a cui la gente deve credere, incurante di qualunque cosa accada all'esterno dell'area di controllo dell'integralismo cattolico).

Sempre puntando su argomentazioni fini a sé stesse, Amato dice anche che «è interessante chi Matteo Renzi ha deciso di mettere alla guida della macchina. La scelta non poteva che essere top-level, e quindi ricadere su due campioni di formula Uno della comunicazione: Jim Messina e Alessio De Giorgi. Il meglio che oggi offre il mercato a livello mondiale. Messina e De Giorgi, in realtà, non si limitano a fare comunicazione, ma sono esperti nelle tecniche volte ad influenzare l’opinione pubblica, a condizionare e spostare consenso attraverso l’attività di advocacy, di lobbying, e cose simili. Due formidabili spin doctor di calibro internazionale».

Lodi che paiono buttate lì solo per poter gettare le basi necessarie al solito tentativo di mettere a frutto l'omofobia da lui predicata attraverso la solita macchina del fango. Dice Amato:

Sul primo non c’è molto da dire. Jim è semplicemente l’artefice della rielezione di Obama, di quella di Cameron e del successo del “no” nel referendum del 2014 per l’indipendenza della Scozia. Sul secondo, invece, qualcosina da dire c’è, eccome. Basta dare un’occhiata al suo interessante profilo biografico pubblicato su Wikipedia, e si scoprirà chi è Alessio De Giorgio, ma soprattutto il ruolo che ha svolto nella recente approvazione della legge sulle unioni gay, e la campagna da lui lanciata contro i senatori del PD contrari alla steapchild adoption. Si scoprirà chi è l’uomo che è stato Presidente dell’Arcigay regionale della Toscana; fondatore e direttore di Gay.it la più rilevante attività imprenditoriale del mondo omosessualista; creatore, insieme al suo compagno, di Friendly Versilia, per promuovere l’offerta turistica rivolta a gay e lesbiche in Versilia; il primo italiano a far parte della mitica segreteria della International Lesbian and Gay Association (ILGA), una sorta di holding omosessualista che raccoglie più di 400 associazioni LGBT a livello internazionale; il primo italiano a “sposarsi” in Francia grazie alla legge sui PACS nel 2002; l’ambasciatore per l’Italia della International Gay and Lesbian Travel Association (IGLTA).
Renzi non ha scelto De Giorgi perché è un attivista omosessuale. Lo ha scelto per le sue indubbie capacità di advocay e lobbying che ha brillantemente ed efficacemente applicato alla causa omosessualista. Soprattutto attraverso «comunicazione digitale, Internet e social network», di cui De Giorgi si vanta –a giustissimo titolo– di essere un mago. Per la serie la lobby gay non esiste.

Davvero incredibile è constatare come si possa cercare di modificare la realtà dei fatti per cercare di sfruttare l'ignoranza della gente a fini politici. Innanzi tutto sarebbe il caso di notare che la critica giunge da un tizio affilato alla statunitense Adf che risulta avere cariche in decine di associazioni anti-gay (a partire dal partito di Adinolfi, passando per i Giuristi per la Vita sino a "Vita è" o alle associazioni di lobbying internazionali come C-Fam o la Advocates International). E se De Giorgi sarà anche stato coinvolto nella gestione della movida della Versilia, il suo curriculum pare nulla rispetto ai legami con la destra statunitense che il signor Amato può vantare.
Ed ancora, senza voler togliere nulla al lavoro svolto come direttore di Gay.it, difficile è non osservare come alcune sue posizioni siano state criticate per un'eccessiva accettazione di modifiche al ribasso nel'iter della legge Cirinnà. Sostenere che i diritti sanciti dalla Consulta oltre dieci anni fa siano opera di un lavoro di una lobby capitanata da De Giorgi appare folle oltre che falso e disonesto.
Forse si potrebbe dire l'opposto, riconoscendo come l'invenzione del fantomatico "gender" e la promozione della violenza omofobia risultino sempre riconducibili a lobby assai note, costantemente impegnate nello sfruttare i pregiudizi per ottenere guadagni politici con fini che paiono sin troppo chiari.

Ma nel mondo di Amato, la realtà non è quella che si osserva, ma quella che lui racconta. Tanto se le istituzioni non interverranno per rimarcare che c'è differenza fra libertà di opinione e diffamazione a mezzo stampa, allora chiunque potrà dire qualunque cosa senza assumersene le conseguenze.
Allo stesso modo appare interessante costatare un'altra anomalia. Trovare un qualche motivo per attaccare Renzi non è certo difficile, eppure Amato non entra mai nel merito delle azioni attraverso una propaganda che fa leva sul sostenere che la riforma del Senato debba essere affossata perché Renzi è amico dei gay e non li discrimina a sufficienza.
E se qualcuno troverà magari inconcepibile doversi ritrovare a difendere Renzi, Amato ci costringe a farlo sulla base di argomenti poco politici che paiono finalizzati solo ad auspicare un mondo peggiore per gay e lesbiche, quasi come se bastasse garantire la discriminazioni perché gli etero possano vivere felici anche se senza lavoro, senza prospettive di futuro e senza diritti civili.
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