Brasile. Un uomo confessa di aver ucciso a pugni un 15enne perché "odiava i gay"


Si chiamava Erick Kanaan (nella foto) ed aveva solo 15 anni quando è stato ucciso a calci e pugni perché gay. La ricostruzione dei fatti è agghiacciante.
L'adolescente viveva con la madre e la nonna e non era solito partecipare a feste mondane. Qual giorno, però, era stato invitato ad una festa di compleanno che si stava svolgendo nell'estremità meridionale della spiaggia di Santa Catarina, in Brasile. Era stato invitato da un amico attraverso un messaggio ricevuto su WhatsApp anche se lui non conosceva il festeggiato. I fatti risalgono al 12 giugno scorso.
Ci andò a stomaco vuoto per poi ritrovarsi a bere alcolici senza essere abituato. «Era praticamente privo di sensi. È andato in strada e si è seduto su una panchina. Era solo», spiegano gli investigatori.
È a quel punto che un uomo bianco di 30 anni ha iniziato a colpire il giovane con calci e pugni fino a quando ha cessato di respirare. Ha spogliato il ragazzo per non lasciare tracce delle sue impronte sui vestiti e poi, come se nulla fosse, è tornato a divertirsi con gli amici. Nel frattempo l'adolescente è morto per un'emorragia interna e per gravi lesioni.
Sempre quella sera, uno degli ospiti della festa ha trovato il corpo nudo gettato sul pavimento ed ha avvertito l'organizzatrice della festa. «Hanno visto Erick morto, hanno avvertito la gente che "c'era stato un problema" ed hanno lasciato quella casa. Ma nessuno ha fornito aiuto o ha chiamare la polizia, sono andati ad un'altra festa he si stava svolgendo a Luau. Considero questo un crimine mostruoso», ha raccontato uno degli investigatori. A quella festa erano presenti più di 240 persone.
Mentre si stavano dirigendo verso Luau, il festeggiato e due amici che si trovavano in macchina con lui hanno deciso di tornare indietro per nascondere il cadavere. Hanno avvolto Erick in due tende della casa, lo hanno messo nel bagagliaio e lo hanno gettato sulla sabbia a due chilometri di distanza dal luogo crimine. Il giovane è stato trovato alle 11 del mattino successivo. I tre risponderanno ora in tribunale di occultamento di cadavere (la pena è di un anno e un mese di carcere, qualora non dovessero essere riconosciute aggravanti).
In mezzo a tutto questo orrore, ancor più terribile è stata la scoperta del movente. Una volta individuato, l'assassino, ha candidamente confessato alla polizia il perché di quel gesto: «Odio i gay e avevo il sospetto che lui lo fosse», ha detto.
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