Coppie gay (ed etero) più instabili dove non c’è il matrimonio egualitario


Sicuramente questo nuovo studio, pubblicato lo scorso 6 luglio sul giornale Demography per i tipi di Springer, non piacerà ai no-gender (leggi anti-gay).

Leggiamo dall’abstract:

i risultati indicano che lo coppie conviventi dello stesso sesso fanno esperienza di livelli di stabilità che sono simili a quelli delle coppie di sesso diverso

E poi:

abitare in uno stato con un divieto costituzionale al matrimonio era significativamente associato con più alti livelli di instabilità tra coppie conviventi dello stesso sesso e di sesso diverso

Quindi dove non c’è l’eguaglianza di diritti tutti soffrono, tanto le coppie gay quanto quelle etero (conviventi, però). Un’altra chiarificazione, lo studio si riferisce solamente agli Stati Uniti tra il 2008 e il 2013, quando il Survey of Income and Program Participation (SIPP) era stato condotto dal Ufficio dei censimenti americano.

Finora la letteratura sulla stabilità delle coppie dello stesso sesso, proveniente in gran parte dai paesi del Nord Europa, metteva in luce molte difficoltà delle coppie gay a rimare uniti. Diverse sono state le spiegazioni proposte, una fra tutte, la mancanza di figli comuni che funzionerebbero da “collante” tra i due partner perché considerati come un “investimento”.

Anche se i dati ricavati dalla interviste condotte dal SIPP riguardano un periodo molto breve di solo 4 anni e mezzo, dallo studio si evince che il 27% delle coppie conviventi dello stesso sesso e il 28% di quelle etero, sempre conviventi, decidono di lasciarsi; due cifre praticamente identiche. E questo succedeva anche se le coppie gay vivevano in uno stato americano che proibiva loro di sposarsi, tant’è che le ricercatrici sono arrivate a sostenere che:

le coppie dello stesso conviventi potrebbero essere più protette dalla dissoluzione che quelle di sesso diverso.
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