Eugenia Roccella: «È sostanzialmente corretto dire che i gay sono froci e pervertiti. Ratzinger avrebbe impedito le loro unioni»


È dalle pagine del sito integralista "La fede quotidiana" che l'onorevole Eugenia Roccella si è lanciata in una serie di inaccettabili affermazioni contro gay e lesbiche.
Il tema è la solita legge sulle unioni civili e quella fantomatica "obiezione di coscienza" con cui l'integralismo vorrebbe permettere alle singole persone di poter sottrarre i diritti alle coppie gay sulla base del loro personale pregiudizio. Ed è a tal proposto che la Roccella dice che la mancata legittimazione della violenza privata da parte di chi si dichiara "cattolico" sia il frutto di «una mentalità e di un clima» che «le associazioni e i movimenti gay ci vogliono imporre e che sta riuscendo loro: far pensare che le loro tesi siano giuste e rispondenti al bene comune».
Poi aggiunge: «Penso al baccano che si è scatenato contro un giornale che ha descritto in modo veritiero quanto accaduto a Cava de’ Tirreni per uno stupro di gruppo. Magari il titolo era molto forte, però la sostanza corretta. È in atto un tentativo di orientare la stampa e la pubblica opinione creando una specie di cappa». Il riferimento è al giornale che aveva titolato a tutta pagina "Froci e pervertiti violentano 17enne". Inutile a risi, l'onorevole sta sostenendo che l'etichettare i gay come dei «froci e pervertiti» sia «sostanzialmente corretto».

Immancabile è il sostenere quale dogma di fede che i cattolici debbano essere necessariamente integralisti e che la loro massima proprietà sia quella di impedire l'amore fra due persone. A loro pare non interessare muore di chi muore per fare o annega nel Mediterraneo mentre cerca di sfuggire dalla loro guerra, il loro "cattolicesimo" si basa nel contrastare la dignità stessa dell'amore altrui.
È dunque riferendosi ai politici cattolici che non hanno insultato Dio nel chiedere la discriminazione delle famiglie gay che si lancia nell'asserire: «Io non mi permetto di dare pagelle sulla cattolicità o la fede delle persone e ciascuno sarà giudicato per quello che ha fatto o non ha fatto. Dico solo che molti parlamentari che si professano credenti ci hanno lasciati soli e non hanno svolto il loro dovere. Questo, duole dirlo, è il Parlamento con la minore presenza attiva di cattolici che si impegnano secondo coscienza ben formata».
E riguardo alla mancata ingerenza della Chiesa, la donna lamenta: «Ha scelto la via dell’ impegno dei laici e noi lo abbiamo fatto al meglio, basti vedere il successo di gente ed organizzativo del Family Day. Se la stessa manifestazione la avesse organizzata e realizzata il PD ne avrebbero parlato per un mese. In quanto al Papa forse era rassegnato o non ritiene di dover dare la precedenza ai valori non negoziabili, anche in virtù della sua provenienza geografica. Certo, con Giovanni Paolo II o Ratzinger le cose sarebbero andate diversamente».

Insomma, la signora Roccella è tormentata da due grandissimi e gravissimi problemi: il fatto che l'amore fra due persone possa ricevere dignità giuridica e il fatto che lo stato possa agire contro la volontà dell'integralismo cattolico. Il tutto nel disinteresse di come il suo ruolo la chiami a rispondere alla Costituzione e non certo a quai gruppi integralisti che troppo spesso usano Dio con finalità discriminatorie e politiche.
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