Gianfranco Amato: «La scene gay sono una grave depravazione. Pagare il canone è un grave peccato»


Se fosse un comico, sarebbe anche bravo... ma il problema è che qualcuno crede davvero a quello che Gianfranco Amato dice nei suoi video propagandistici.
L'ultima follia è la sua ode alla censura, spacciata come un atto doveroso in un regime in cui si sostiene che sia l'integralismo a dover decidere che cosa possa essere visto in tv e che cosa debba essere negato. Il tutto detto da un uomo che si dichiarò paladino della "libertà di espressione" quando cercò di sfruttare quella definizione al fine di impedire l'approvazione di una legge che potesse estendere le attuali leggi che tutelano i cristiani o gli stranieri anche ai reati di stampo omofobo. Ed è così che Amato pare sostenere che la prevenzione di un crimine sia un atto "liberticida", ma non sia da ritenersi tale la censura della libertà di espressione (in questo caso, quella vera) degli altri.

Ma veniamo ai fatti. Nel suo ultimo video il leader integralista si propone tra santini e crocefissi per affermare:

Sabato 9 luglio 2016 Rai2 decide di tagliare la scena di un bacio tra due omosessuali presente in un episodio della serie “Le regole del delitto perfetto“, un legal thriller andato in onda in prima serata. Apriti cielo! Scatta immediatamente la reazione della lobby gay, che arriva ad attivare un tam tam mediatico con tanto di hastag #Raiomofoba. Poi giunge inesorabile la mannaia del Potere che non può tollerare la benché minima opposizione alla dittatura del pensiero unico. Così, in pieno stile da regime totalitario, viene imposta al povero funzionario l’umiliazione di un pubblico “mea culpa” (nella Cina maoista si chiama jiǎntǎo 检讨) con tanto di azione riparatoria. Questo, infatti, il messaggio della direttrice di Rai2 Ilaria Dallatana: «Nessuna censura, ma un eccesso di pudore che ci ha fatto sbagliare e di cui ci scusiamo». Immediato il rimedio. Dopo le scuse, infatti, Rai2 ha annunciato che il legal thriller sarebbe stato ritrasmesso in versione originale il giorno dopo domenica sera 10 luglio, alle ore 21.00.

Amato si lancia dunque nel sostenere che la censura sia cosa buona e giusta e chiunque vi si opponga sia una "Lobby" che vuole imporre un "regime" in cui chiunque possa esprimere al sua opinione anche contro il volere di Amato. Peccato che quella auspicata dal leader integralista appaia come una vera dittatura, fatta di atti violenti in cui l'esistenza stessa di interi gruppi sociali viene messa a tacere per non infastidire le lobby al potere (le vere lobby, non i finti politici che lavorano per compiacerle, ndr).

Al limite del patetico è poi una citazione di Pasolini, volta a sostenere che la televisione potesse risultare un «mezzo del potere». Ed infatti il problema della censura sta proprio nel negare la realtà delle storie per plasmarle al pensiero unico dei vescovi, motivo per cui la «citazione profetica» di Amato pare giocare più a suo sfavore che a suo vantaggio. Ma è nella totale incuria di questa evidenza che l'uomo prosegue:

Tornando ai giorni d’oggi, nella penosa vicenda del citato legal thriller Rai2, in realtà, non ha minimamente tenuto conto che in Italia ci sono milioni di cristiani che condividono perfettamente quanto prevede il paragrafo 2357 del Catechismo della Chiesa cattolica: «Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni (Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10), la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati».

Quindi, di fatto, si dice che il volere di quelle persone debba limitare la libertà di espressione altrui in un quello che appare come un nuovo regime. Perché se Amato ama puntare il dito contro la Cina, la sua propaganda pare invece volta a lodare quel sistema di censura e di oppressione.

È nel finale, però, che si tocca il fondo:

La Rai, radiotelevisione italiana, ridotta ormai a mero strumento di propaganda del regime, trasmettendo scene di depravazione –anzi di «grave depravazione» come precisa il Catechismo–, ha dimostrato il più assoluto disprezzo per la sensibilità religiosa di milioni di telespettatori cattolici.
A questo punto si impone doverosa una reazione: boicottaggio. Un atto lecito e non violento di resistenza.
Continuare a vedere le trasmissioni della Rai dopo quello che è successo, infatti, rappresenta per un cattolico un atto gravemente immorale. Così come pagare il canone Rai, ovvero dare soldi ad emittenti che trasmettono scene di depravazione, significa per un cattolico compiere un atto gravemente immorale.
Suvvia, spegnete la televisione! Un simile gesto non serve soltanto alla salute mentale del vostro cervello, ma costituisce, soprattutto, un atto di resistenza alla dilagante dittatura del pensiero unico. La propaganda del Potere è l’oppio dei popoli, e la televisione è la siringa attraverso cui l’oppio viene iniettato. E’ arrivato il momento di disintossicarsi. Spezzate la siringa, spegnete la televisione.

Interessante è come alla base di ogni rantolo d'odio di Amato ci sia sempre uno sfruttamento della religione e della credulità popolare, in qual clima blasfemo in cui un'opera umana come il catechismo viene esaltato ad di sopra di Gesù. Il figlio di Dio viene così descritto come un inetto che ha dato dei comandamenti stupidi (come l'amare il prossimo come sé stessi) o pareri errati (si pensi all'invito a non giudicare). Anche Dio non ne esce bene, dato che il suo comandamento volto a chiedere di non nominare il nome di Dio invano viene calpestato costantemente da chi nomina il suo nome quale scusa per una crociata perversa basata sulla più bieca ideologia.
Ma per fortuna i bravi "cattolici" hanno ora il loro Amato, un uomo integerrimo che sicuramente merita di essere ritenuto più intelligente di Dio e di Gesù. Grazie a lui quel messaggi di amore più finalmente essere buttato nel cesso e sostituito da una nuova religione in cui Dio legittima violenza, censura, oppressione ed odio verso il prossimo. E tutto questo non senza un guadagno politico.

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