Giovanardi sempre più patetico. Ora denuncia il Sardegna Pride per «adescamento di minori»


Non accenna a scemare la patetica sceneggiata del senatore Carlo Giovanardi contro i due artisti di Naked Panda che hanno realizzato lo spot del Sardegna Pride. E dopo aver preteso delle scuse non dovute, è insieme a Quagliariello che ha sporto denuncia alla Procura.
Il video in questione prende in giro i folli proclami di quell'integralismo cattolico che va in giro a dire che i gay possano «omosessualizzare» i bambini, realizzando una scena che mostri come una simile eventualità risulterebbe assurda se la si provasse anche solo a visualizzare. Ma lo scarso senso dell'umorismo delle destre pare non aver colto la provocazione, motivo per cui l'integralismo sostiene che i gay ammettano che loro hanno ragione a dire che i bambini possono "diventare" gay se non gli si dice loro che i gay sono persone disgustose, contro natura e odiate da Dio.
Ed è così che un un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Cagliari, i senatori Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello (Idea) si lanciano nel sostenere che «nell'ambito del Gay Pride di Cagliari 2016 è stato ampiamente diffuso uno spot promozionale dal titolo Pride 2016» dove «un minore viene fatto oggetto di espliciti ammiccamenti di natura sessuale».
Ricorrendo alla solita macchina del fango che tanto piace a quelli che si dicono «paladini della libertà» solo quando sostengono che picchiare un gay sia libertà di espressione, i due parlamentari dicono che il video è stato «girato da Naked Panda e pubblicato sulla pagina web.sardegnapride.org, firmata dagli organizzatori dell’evento che risultano essere ARC Onlus, Movimento Omosessuale Sardo, Famiglie Arcobaleno, AGedO, CGIL Nuovi Diritti Cagliari e Sardegna, UniCa LGBT, Sardegna Queer, GayNet Olbiache». Un lungo elenco diffuso su tutta la stampa di estrema destra che pare buttato lì solo per cercare di screditare quelle associazioni attraverso un racconto distorto di quelle immagini.
Nel loro esposto, i due senatori si lanciano pure nell'asserire che «qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifizi, lusinghe o minacce poste in essere anche mediante l’utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione», sostenendo che quella satira ricadrebbe nel reato di cui all'art 600 ter del Codice Penale, l’art 600 ter del Codice Penale punisce chiunque distribuisce o diffonde notizie o informazioni finalizzate all'adescamento dei minori di anni 18 e l’art 414 bis del Codice Penale punisce chiunque «con qualsiasi mezzo e con qualsiasi forma di espressione pubblicamente istiga a commettere il delitto previsto dall'art 600 ter Codice Penale», aggiungendo nell’ultimo comma che «non possono essere invocate, a proprie scuse, ragioni o finalità di carattere artistico, letterario, storico, di costume».
Non appare chiaro in che modo quello spot dovrebbe promuovere l'adescamento (ancor più perché non c'erano riferimenti sessuali espliciti), ma l'impressione è che i due senatori cerchino di diffamare gli organizzati ben sapendo che la loro immunità personale non permetterà alle loro vittime di poterli trascinare dinnanzi ad un giudice per spiegare il perché di queste accuse così folli (ma presentate come se fossero serie dai soliti giornali di estrema destra).
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