Gli integralisti vogliono rispedire in Argentina Bergoglio se non legittimerà la persecuzione dei gay


A cosa serve dirsi cristiani se non ci può più usare Dio come scusa per discriminare e per alimentare distinguo di stampo fascista? È quanto si stanno chiedendo quei gruppi integralisti che non hanno gradito un Papa che ha osato invitare i fedeli a scusarsi con i gay per le persecuzioni che sono state loro inflitte. E se quelle scuse erano molto labili, evidentemente sono apparse troppo per chi vive al solo fine di discriminare ed odiare il prossimo.

Ad aprire le danze è Il Foglio, pronto a scagliarsi contro il cardinale Reinhard Marx e il suo disappunto che la Chiesa ha operato ai danni di gay e lesbiche. A quell'apertura il giornale di estrema destra ha opposto il giudizio omofobo di Wilfrid Fox Napier, arcivescovo sudafricano di Durban, il quale tuonò tuonò: «La prossima volta dovremo chiedere scusa per aver insegnato che l'adulterio è un peccato! Il politicamente corretto è la più grande eresia di oggi». Ovviamente il giornale di estrema destra non ha mancato di beatificare chi ha pronunciato quell'ignobile paragone, sostenendo che quel religioso avrebbe «fama tutt'altro che da conservatore». Anzi, dicono che «era annoverato tra i cosiddetti progressisti».

Non va meglio sulle pagine di Riscatto Nazionale, il sito vicino a Forza Nuova che alimenta odio omofobico anche attraverso il gruppo "No ai matrimoni gay". L'affondo è affidato ad un articolo dal titolo "Bergoglio sputa ogni giorno contro i cristiani: Dovette chiedere scusa ai gay. Si contaci!".
Il testo è ovviamente violento, volto a legittimare all'odio quei sedicenti "cristiani" che si dicono tali solo per aver carta bianca nel vomitare odio contro gay, stranieri o persone che hanno diverse religioni:

Non passa giorno che Bergoglio l’abusivo non abbia qualcosa da rimproverare al popolo cristiano, che spesso lo insulta e lo offende. Adesso secondo il suo ultimo delirio, tutti noi cristiani dobbiamo chiedere scusa agli omosessuali per averli “discriminati”, (leggere San Paolo è discriminazione), in perfetta linea con il sistema mondialista che vuole aumentare la popolazione omosessuale e di altre perversioni varie, per questo li fa diventare vittime, in modo che nessuno abbia da obiettare su questo progetto, chi lo fa rischia la galera. Noi cristiani non dobbiamo scusarci di nulla, siamo fedeli alla Bibbia e al nuovo testamento che condannano la pratica della sodomia e i comportamenti contro natura, dunque l’omosessualità. A differenza del Corano però, si tratta di una condanna spirituale non fisica.

A costo di ripetersi sino allo sfinimento, bisogna ricordare che non è estrapolando versetti decontestualizzati che si è fedeli alla Bibbia. Non a caso la schiavitù, lo sterminio delle donne, la segregazione razziale o la persecuzione dei mancini sono tutti atti criminali che sono stati compiuti citando la Bibbia.

L'articolo passa così a sostenere che i pedofili siano gay, forse ignorando quelle elementari nozioni che dovrebbero portare le persone a sapere che se un uomo abusa di un bambino non è perché è gay, ma perché reputa che la sodomizzazione sia più umiliante per la sua vittima. Ma la realtà non deve interessare molto a chi scrive solo per alimentare pregiudizio, tant'è che viene affermato:

Tornando al delirio di Bergoglio, se c’è qualcuno che merita le scuse siamo noi cristiani, le scuse da parte dei gay (non tutti) che hanno portato la pedofilia dentro la chiesa, il 90% dei preti pedofili abusano di bambini maschi. Dato incontrovertibile, basta fare una piccola ricerca sul Web.
Rispediamo la richiesta di scuse al mittente e speriamo che venga rispedito in Argentina anche Bergoglio, sta distruggendo la Chiesa.

Inutile a dirsi, a distruggere la Chiesa è chi ha intravisto nella religione la possibilità di sfruttare Dio come mezzo per cercare di restaurare un nuovo fascismo, basato sull'odio e sul disprezzo verso chiunque presenti differenze rispetto al modello ariano che su quelle pagine viene teorizzato come un uomo bianco, eterosessuale e possibilmente di estrema destra.
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