L'integralismo torna a minacciare l'educazione dei bambini: «Bisogna dirgli che i gay sono deleteri e infondono dubbi sull'identità sessuale»


La fantomatica «ideologia gender» è stata inventata dall'integralismo cattolico per poter creare paure infondate che legittimassero la loro battaglia per la regressione della società. Trattandosi si un qualcosa che non mai esistito in ambito accademico, l'integralista di turno è solito attribuirgli il significato che più torna utile alla discriminazione di turno.
Nella loro propaganda si è solito sostenere che sia «gender» il riconoscere pari dignità alle famiglie omosessuali, è «gender» la mancata discriminazione delle persone transessuali d è «gender» il sostenere che l'uomo non valga più della donna per diritto di nascita.
Misoginia e omofobia spesso si fondono in quei gruppi in cui si sostiene che la donna debba pensare ai bambini mentre è l'uomo a dover vivere le proprie ambizioni, scontrandosi con la realtà di quelle famiglie che evidenziano come quei ruoli non siano dettati dalla natura ma solo da una società maschilista che ha svilito il ruolo femminile sulla base del mero pregiudizio. È in tale ottica che gli integralisti non sopportano che la scuola possa insegnare la pari dignità ai ragazzi, motivo per cui è alla paura che fanno ricorso per cercare di fermare l'evoluzione della società verso un mondo più giusto per tutti.

Basta sfogliare La Nuova Bussola Quotidiana, ProVita e Il Timone per trovare titoli come "Gender a scuola. La Camera lavora per la propaganda", "Obbligo del gender a scuola, il Miur getta la maschera", "Gender a scuola: il MIUR mette in cattedra i prof LGBT" e "Gender a scuola. Il MIUR con le spalle al muro: risponda!".
Dinnanzi a titoli simili è facile pensare che si voglia alimentare l'isteria fra i loro seguaci, anche se di fatto la loro rivendicazione è contro la Convenzione di Istanbul e ogni contrasto alle discriminazioni di genere. Peccato che nei loro articoli venga evidenziata la totale inconsistenza delle loro rivendicazioni. Ad esempio troviamo scritto che:

Le associazioni che hanno animato i family day di giugno e gennaio erano giustamente preoccupate per il riferimento alla Convenzione di Istanbul: all’art.3, per genere (in inglese “gender“) intende “ ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini”. Nel testo della Convenzione si delinea quindi la prospettiva “gender”

Il sostenere che "gender" sia la traduzione inglese di "genere" non significa certo che esista la loro fantomatica ideologia, solo la malafede di chi pare voler negare che il ruolo femminile venga ritenuto inferiore a quello maschile sulla base di convenzioni medioevali che non trovano ragioni oggettive dinnanzi alla ragione.

Ma non solo, è il sito di Cascioli a lamentare come:

Chiaramente indicato che la formazione del personale scolastico dovrà “contenere specifici percorsi di formazione / aggiornamento incentrati in particolare sui seguenti temi; discriminazione di genere; violenza di genere; discriminazione omofobica e discriminazione etnico/razziale”. Forse questo testo fuga ogni dubbio sulle reali intensioni del comma 16 sulla ‘Buona Scuola’, spacciato come strumento per la lotta al bullismo. Ora però si gioca a carte scoperte e le famiglie sono chiamate a scendere di nuovo in campo.

Appare decisamente grave come si invochi una violenza di genere. Imbarazzante è poi il sostenere che se a loro non piace il termine "genere", allora non deve essere contrattata manco la violenza.

Ma è il solito Toni Brandi a servici il peggio del peggio, con una frase volta a sostenere che i gambini siano danneggiati da un'educazione al rispetto. Scrive:

Se oltre a questo atteggiamento ipocrita dell’amministrazione, intervenisse anche l’approvazione di una delle proposte che si stanno discutendo, sarà un bel problema per i genitori, per gli insegnanti e soprattutto per i ragazzini a cui nel momento critico della preadolescenza verranno infusi dubbi sulla propria identità sessuale, e verranno proposti modelli immorali e deleteri, che non giovano a una crescita sana, serena ed equilibrata.

Esatto. Nel 2016 c'è ancora chi va in giro a sostenere che si "diventi" gay se nelle scuole gli insegnanti non insegnano ai bambini che essere gay e male perché gradito a Toni Brandi e ai gruppi neonazisti che lo affiancano nella sua crociata do morte. Peccato che l'orientamento sessuale sia un dato naturale e l'atteggiamento che lui è solito promuovere con la sua "associazione" sia scientificamente riconosciuto come una possibile causa di eventuali suicidi fra gli adolescenti a lui non graditi. Per proprietà transitiva, non sarebbe nemmeno così assurdo sostenendo che l'uomo sia invitando la scuola a creare le condizioni in cui il maggior numero di ragazzi trovi la morte a causa del suo pregiudizio nei loro confronti.

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