L'Occidentale non ha dubbi: il contrasto all'omofobia deve essere affidata all'omofoba Roccella


Ci sarebbe da chiedersi se i giornali di destra credano davvero a ciò che scrivonoo se si limitino esclusivamente ad una incessante propaganda elettorale in cui l'unica cosa che conta è insultare l'avversario politico. Fatto sta che è Assuntina Morresi a firmare un articolo pubblicato da L'Occidentale dal titolo "Il Governo contro Gandolfini".
La premessa è semplice: il giornale di estrema destra vuole santificare il leader integralista e demonizzare chiunque chieda una società più equa anche per le persone a lui sgradite. E tutto questo a fini politici dato che all'elettore che legge le loro pagine non interessa tanto la verità dei fatti, quando la legittimazione della violenza contro le minorane (e Gandolfini è quel tizio che usa Dio per dire che la violenza, la segregazione e l'emarginazione sono cosa e giusta e che i bambini crescono meglio se odiano i gay e se risultano vittime di violenze qualora non siano eterosessuali come lui esige debbano essere).

Ma nel mondo parallelo che la propaganda integralista sta costruendo, ogni cosa viene illustrata da in un'ottica surreale. Dicono:

Perché Davide Faraone, sottosegretario al MIUR, ha reagito nervoso e scomposto su Facebook, accusando Massimo Gandolfini, il presidente del Comitato ‘Difendiamo i Nostri figli’, di avere “mire politiche, non educative”, e di essere un “personaggio in cerca di visibilità”?
Innanzitutto non ha capito che Gandolfini la sua visibilità già ce l’ha perché (a differenza dell’oscuro sottosegretario che di visibile ha solo il cognome), pur non essendo un politico ma un primario ospedaliero, nel giro di sei mesi ha parlato in piazza a milioni di persone, guidando le due più imponenti manifestazioni di popolo degli ultimi anni, di quelle che il Pd se le sogna.

Ovviamente ci sarebbe da obiettare che se Gandolfini è salito su quel palco, è proprio perché ha ottenuto visibilità attraverso la disinformazione con cui ha armato quella migliaia di persone (non certo milioni) che lo hanno seguito in piazza al grido di: "Noi siamo migliori di noi per diritto di nascita".
Parlare di successi dinnanzi a gente che non aveva rivendicazioni se non l'ostentazione del suo odio contro il prossimo è cosa ardua, così come pare negare la realtà nel sapere che Gandolfini non è noto per altri motivi che non siano la sua strenua opposizione ad una sana educazione nelle scuole.

Sempre per demonizzare il sottosegretario, L'Occidentale passa a santificare anche quelle associazioni che esigono che i bambini gay siano chiamati "froci" e che i loro figli non debbano preoccuparsi se li picchiano o li insultano in virtù di un orientamento sessuale diverso dal loro. Dicono così che quel cattivone di Faraone

Liquida sprezzantemente le preoccupazioni delle associazioni dei genitori che si aspettavano una maggiore trasparenza nell’operato del Ministero, tra l’altro in linea con le promesse e gli impegni presi a suo tempo dal ministro Giannini, e ci spiega, bontà sua, che al MIUR, piuttosto, “Stiamo costruendo un'Italia civile, rispettosa delle differenze e libera nella responsabilità, siamo consapevoli che questo cambiamento profondo non sia compreso da tutti, perché la libertà e il rispetto delle differenze esigono anche una responsabilità, e abbiamo contro i media, che non sempre sono maturi da questo punto di vista”.

Cercando di far offendere il lettore, si passa ad alterare alcune dichiarazioni nel sostenere:

Insomma, dice il Faraone, i media non sono maturi, e neanche voi popolo lo siete: ma siamo buoni e non pretendiamo che capiate tutti.

E dato che la macchina del fango pare l'unica lingua conosciuta da questa gente, non poteva mancare il sostenere che il rispetto delle diversità sia da ritenere una "desessualizzazione" di quei maschi che per diritto di nascita sono chiamati a spargere il loro sperma e quelle femmine che sono nate da una costola di Dio perché il loro ruolo deve essere limitato ad asservire l'uomo, senza ambizioni o sogni. Si tenta così di dare un nuovo senso alle parole nell'asserire:

Innanzitutto, chiariamoci: che cosa vuol dire il Faraone con “riequilibrio di genere”? Se intende l’espressione nel senso di cancellazione delle differenze sessuali, cioè seguendo quelle che oramai tutti conosciamo come teorie del gender, allora sì, ha ragione, effettivamente è la prima volta che un governo in Italia fa questo. Se invece vuole sottolineare il ruolo e il peso delle donne nei libri di testo, allora gli dobbiamo dare una delusione. Non è il primo.
Prima di lui, del suo ministro e del suo governo, qualcuno l’ha fatto in grande stile, con una operazione editoriale raffinata, per ricordare le donne che hanno fatto la storia italiana. Un'opera successivamente ripubblicata in occasione dei 150 anni della Repubblica, dall’allora Presidente della Repubblica Napolitano, per celebrare la ricorrenza. Ebbene, Faraone non ci crederà, ma è stato il governo Berlusconi, per la precisione il ministro Prestigiacomo, che all’epoca era alle Pari Opportunità: tre volumi, nel 2003, a cura di Lucetta Scaraffia ed Eugenia Roccella, intitolati, appunto, “Italiane”, e distribuiti gratuitamente in un milione di copie nelle edicole.

Ed è qui che si sottolinea come vogliano fare distinguo anche nella discriminazione: passi dire che una donna può uscire di casa con le amiche se il marito gli da il permesso, ma non si deve parlare di contrasto alla violenza sulla base di orientamento sessuale ed identità di genere. Quella pare essere spacciata come una giusta discriminazione, legittimata da genitori "preoccupati" per figli che potessero crescere privi di omofobia e per qual Gandolfini che giustifica con Dio ogni violenza contro le minoranze.

Ed è su queste basi che parte un'affermazione surreale, con L'Occidentale pronto a chiedere che sia la sacerdotessa anti-gay Egienia Roccella. Quindi è quella donna che va in giro a dire che essere gay è sbagliato a dover garantire che i ragazzi lgbt non siano discriminati:

Magari il Faraone, seguendo l’esempio di Napolitano, potrebbe attingere a quella importante iniziativa, e nell’occasione ci permettiamo di suggerirgli anche di evitare la triste retorica secondo cui le donne violentate, il femminicidio, il bullismo, insomma, le tragedie della violenza a cui assistiamo, spariranno grazie al comma 16 dell’art.1 della buona scuola. Come se prima di quel comma la scuola non avesse mai educato a niente. Sembra proprio la caricatura di De Luca fatta da Crozza: "L'ho portata io l'educazione nelle scuole!".

Nel 2016 la stampa pare ormai esserei ridotta a questo: frasi sconnesse che devono spostare le masse verson uovi santoni che vendono pregiudizi e discriminazioni nel nome di Dio, non senza disdegnare tornaconti politici che però non devono essere palesanti.
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