Mario Adinolfi torna a sostenere che l'omosessualità sai un «dato rilevante» nei crimini violenti


È dalle pagine del sito integralista Intelligonews che Mario Adinolfi si è lanciato nelle su solite teorie volte a sostenere che «quando si è in presenza di certe violenze compiute in contesti omosessuali, da parte dei media vi sia una certa cautela nel pesare i termini e le parole».
Già barerebbe questo per scoppiare a ridergli in faccia, a fronte di giornali che non si sono mai preoccupati di offendere e denigrare i gay pur di compiacere l'area più integralista della Chiesa. Ma si sa che Adinolfi vende odio e il suo intero fatturato si basa sulla quantità di merda che riesce a gettare contro un'intera comunità, motivo per cui non c'è da stupirsi che sia pronto a falsificare la realtà pur di compiacere quei sedicenti "cattolici" che hanno sete di sangue e di morte.

Il tema che tanto appassiona il leader integralista è quella che viene descritta come «la vicenda del ragazzo di 17 anni, legato e violentato a turno nel Salernitano da quattro uomini che hanno filmato lo stupro con un telefonino». Ma ad interessarlo non è tanto la notizia in sé, quanto l'odio che è possibile ricavarne. Afferma:

La vicenda certamente non può non essere inquadrata all'interno di un certo tipo di mondo, quello dell'omosessualità. Se quando ci si trova di fronte ad una violenza che sfocia nell'omicidio compiuta da un uomo nei confronti della donna si usa il termine femminicidio, in questo caso quando più uomini abusano di un minorenne appare evidente il riferimento a comportamenti e pratiche omosessuali. Il tentativo di evitare ogni riferimento all'omosessualità in certi casi mi pare sospetto.

Ecco dunque che Adonolfi torna a sostenere che l'orientamento sessuale possa essere considerato corresponsabile delle azioni violente dei gay, quasi come se dinnanzi alla Franzoni qualcuno andasse a citofonare alla sua porta per sostenere che il suo condividere il suo stesso orientamento sessuale potesse accomunarli.
Adinolfi passa poi a sostenere che il filmato sarebbe stato realizzato «per incentivare il mercato della pedopornografia»,anche se un atto sessuale compiuto da un 17enne non appare certo pedopornografia. Dinnanzi ad un'affermazione così decontestualizzata, il timore è che il leader integralista fremesse dalla voglia di accostare omosessualità e pedofilia, giusto per compiacere alcuni dei pregiudizi più diffusi di quel mondo neofascista che tanto gradisce la sua propaganda omofoba.

Immancabile è poi il suo sostenere che i cristiani sono i veri perseguitati, sempre e comunque. In questo caso se la prende con una stampa che rimane maggiormente scioccata da un prete che abusa del suo ruolo per stuprare dei bambini di cinque o sei anni siano piuttosto che dinnanzi alla violenza subita da 17enne. Una violenza sicuramente grave, ma di certo non meno grave di quella di una qualunque ragazza della stessa età che è stata stuprata da degli eterosessuali. Ma lui pare non farsi problemi nell'aggiungere:

Sicuramente, quando gli abusi hanno per protagonisti uomini di Chiesa inevitabilmente il clamore è maggiore, i giornali sparano la notizia in prima pagina, si organizzano talk show e si monta la polemica. In questo caso invece il clamore è decisamente minore, i giornali ne parlano in taglio basso o comunque nelle pagine interne, domani probabilmente non se ne riparlerà già più. Mi pare evidente come quando le violenze sono a sfondo gay vi sia una certa cautela nell'utilizzare termini e parole e nel ridurre il tutto ad una questione di mera delinquenza, tenendo fuori il fattore sessuale invece rilevante.

Dinnanzi alla solita diffamazione a mezzo stampa contro persone oneste che subiscono la sua aggressione continua e violenta, una considerazione andrebbe fatta. Se davvero il signor Adinolfi crede che l'essere gay renda le persone criminali, perché il numeri di crimini imputati a quel 10% di popolazione da lui perseguitato è inferiore al 10% di crimini efferati apparsi sui giornali? Se davvero credesse ciò che dice, allora dovrebbe sostenere che sono gli eterosessuali a rappresentare un rischio per la società.
Ma forse l'unica vera domanda è il domandarsi perché mai lo stato non tuteli le migliaia quelle di persone che vengono quotidianamente insultate e diffamante da un personaggio così violento e volgare.
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