Omofobia a Rovigo. Barista gay insultato ed inseguito da una banda di ragazzi


Inseguito ed insultato nel pieno centro di Rovigo solo perché gay. È quanto accaduto ad un barista 24enne che è stato preso di mira da una banda di ragazzini a causa della sua omosessualità dichiarata.
È la vittima stessa a ricostruire l'accaduto: «Erano circa le 23. Stavo transitando in via Boscolo quando ho incrociato un gruppo di ragazzi , saranno stati in venti. Ad un certo punto, uno di loro si è rivolto a me con questi toni: "Ehi, frocio di merda". E da lì sono partiti una serie di pesanti insulti da parte dal resto del gruppo. Tutti i ragazzi hanno iniziato ad urlarmi addosso frasi omofobe con una rabbia ed un cattiveria mai vista. Io continuavo a camminare, avevo le gambe che mi tremavano dal dispiacere e dallo sdegno. Uno di loro ha iniziato a seguirli continuando ad urlare "frocio, frocio di merda girati". Ho avuto davvero paura. Ho temuto il peggio, erano accecati dalla cattiveria. Sono arrivato in via Miani, dove abito con il mio compagno Nicola. Avevo in mano le due granite che avevo appena preso per festeggiare il suo contratto da ricercatore all’Ateneo di Ferrara. Mi è venuta incontro una vicina di casa allarmata, chiedendomi come mai quel gruppo di ragazzi mi stava inseguendo, urlandomi addosso. Le ho spiegato tutto e sono andato in questura a informare la polizia di quello che era successo. Ora, credo presenterò denuncia. Le telecamere presenti lungo la via hanno registrato tutto. Non la farò passare liscia a questi ragazzi che mi hanno umiliato in modo così brutale. Sono pronto a denunciarli».
Ma spesso questi episodi hanno anche delle responsabilità da parte di chi ha incessabilmente lavorato nell'ombra per creare un clima d'odio. Ed è in quell'ottica che il giovane ha aggiunto: «Questo è il clima omofobo che ha creato il nostro sindaco di Rovigo rifiutandosi di sposare le persone omosessuali, nonostante ci sia una legge ben chiara che lo permette. Il primo cittadino, figura istituzionale della città, ossia il primo che dovrebbe dare l’esempio di tolleranza e di rispetto delle diversità, dichiara ad un quotidiano nazionale che sposare due persone dello stesso sesso sarebbe come sposare un uomo con un cavallo. Questo è l’esempio che i giovani di Rovigo ricevono dal loro sindaco. Si sentono dunque legittimati a non tollerare e a deridere gli omosessuali. Sono veramente indignato».
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